La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 2 giugno 2016

La paralisi della Cgil: critici verso le riforme ma incapaci di reagire

di Laura Di Lucia Coletti 
Attraverso un articolato documento la Cgil ha espresso un giudizio fortemente critico sulla riforma costituzionale del governo Renzi. La Cgil, mentre affronta le incongruenze della riforma, che non elimina il Senato e lo trasforma in una camera che, per composizione e funzioni, non sarà in grado di svolgere il ruolo di coordinamento fra Regioni e Stato; mentre afferma l'assenza di "adeguati bilanciamenti e contrappesi volti a garantire il perdurare dell'indispensabile equilibrio tra potere legislativo e potere esecutivo", si ferma e non va oltre. Come in una sorta di paralisi contagiosa l'analisi sia pure fortemente critica non produce azione. Allora proviamo a mettere in fila alcuni dati. La minoranza Pd vota tutto, confidando nella possibilità di "migliorare" in un secondo momento riforme che giudica dense di criticità.
A sentire Bersani sembra quasi volere confidare in un auspicabile " buon senso" di Renzi, che invece risponde che non cambierà una virgola. Non vi è modo di correggere il micidiale combinato disposto di Italicum e riforma perché, per il governo e il Pd, sono riforme votate e discusse ampiamente e per loro necessarie.
Bersani allora parla della necessità che non si vada verso un voto "cosmico", "plebiscitario", mentre il governo prepara la campagna esattamente in tale direzione. La Cgil esprime un giudizio critico, esattamente come Bersani, ma non indicazioni di voto. La Cgil esprime dunque una posizione politica che è conforme alla posizione dei suoi referenti, la cosiddetta minoranza dem. Insomma mentre Renzi e il suo governo procedono come bulldozer, questi esprimono pareri.
È davvero triste, e capita dunque di guardare con invidia i compagni oltralpe, i nostri vicini francesi, loro sì sanno cosa significa lottare e sembrano avere accanto un sindacato che non teme di affrontare un governo di centrosinistra. Hanno strategicamente bloccato le raffinerie del paese e nonostante gli sgomberi, anche violenti, restano comunque in sciopero e proseguono con blocchi stradali, che rallentano la circolazione e bloccano porti, raffinerie e centri industriali. Questo significa lottare!
Oggi i lavoratori in Francia si ribellano contro una legge, che invece noi qui abbiamo accettato supinamente, noi lavoratori, noi cittadini, complice purtroppo anche un sindacato diviso, debole , incerto, ambiguo in molti, troppi momenti.
Loro, i francesi, attraverso una lotta strategica e dura, vogliono arrivare "al ritiro della riforma del lavoro, che è un attacco ai diritti fondamentali dei lavoratori", come dice Maxime Picard rappresentante sindacale della Cgt. In Italia in questi stessi giorni facciamo i conti con la solitudine della Cgil nella raccolta firme sui suoi quesiti, segnale di una chiara presa di distanza rispetto alla campagna dei referendum sociali e ambientali. Tutto in linea con le scelte di non opposizione alla riforma Fornero, quando fu emanata dal governo Monti, sostenuto dal Pd di Bersani.
Certamente in Francia il movimento di lotta è nato dal basso e ha avuto nella sua prima fase come motore di massa gli studenti medi e larghi settori del precariato diciamo, per intenderci, cognitivo. Ma la Cgt ha colto fino in fondo il carattere di classe dell'iniziativa del governo francese, e dopo una prima fase di esitazione ha scelto con determinazione la strada della radicalizzazione del conflitto. Le lotte in Francia hanno pulito, almeno per ora, spazzato via, dal dibattito pubblico in quel paese il "tanfo" delle campagne xenofobe e razziste, che hanno portato ai decreti emergenziali e fatto crescere la destra populista.
In Italia la moderazione della Cgil non aiuta a frenare la crescita della destra populista, perché non fornisce ai lavoratori, sempre più soli, alcuna prospettiva, a partire da quella sacrosanta di lotta. Una destra che oggi mette, non a caso, al centro del suo programma, assieme alle campagne contro profughi e immigrati, l'abrogazione della legge Fornero e la lotta alle politiche di austerità dell'Europa.

Fonte: Huffington Post - blog di Guido Viale

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