La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

domenica 18 settembre 2016

Ucraina, un reportage sulla Brigata Fantasma

di Susan Witt-Stahl
Da giovedì notte è entrato in vigore il cessate il fuoco esercito e guardia nazionale del regime di Kiev, da un lato e le truppe internazionalmente non riconosciute delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall'altro. Come riportano gli osservatori dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), il cessate il fuoco è stato rispettato da ambe le parti. Dalla mezzanotte tutto era abbastanza calmo, ha dichiarato Ertgtrul Apakan, capo della missione Osce, il mattino seguente.
Nelle ore precedenti l'inizio della tregua, raggiunta attraverso la mediazione internazionale di Russia, Francia e Germania, non sembrava essere questa la strada. Nella città di Alchevsk, una città a 40km da Lugansk, si sentivano i colpi di una non usuale artiglieria pesante, durante la serata. L'esercito della Repubblica Popolare di Lugansk era stato messo in alta allerta ed erano state date istruzioni per misure protettive verso la popolazione.
A 25km nordest di Alchevsk, la Brigata Prizrak mantiene le postazioni al fronte contro le truppe del regime di Kiev. Quando stavano scavando le loro trincee a zigzag, i combattenti avevano portato alla luce scheletri, monete e i resti di un rifugio bombardato. "Questa era una postazione dei soldati della Wermacht tedesca durante la seconda guerra mondiale, colpita in uno scontro diretto" sospetta un volontario italiano con nome di battaglia Nemo, che è entrato nell'unità comunista della Prizrak più di un anno fa. "Esattamente lì, dove adesso stanno la 92esima e 93esima Brigata delle forze armate regolari ucraine, c'erano le unità dell'Armata Rossa" dice, indicando la terra di nessuno della linea del fronte. A circa un kilometro ci sono le truppe di Kiev, troppo lontane per osservare i loro movimenti a occhio nudo. Un periscopio da artiglieria fornisce un valido servizio. "E' molto stancante perché diverse ore vengono impiegate ad osservare intensamente" dice un altro membro della brigata.
Con un passo oltre il fossato e poi in fila indiana, approssimativamente per 100m lungo una corda tirata sul suolo, passiamo attraverso un campo minato sino all'ex rifugio dei fascisti tedeschi. "Noi non vogliamo che gli ucraini si innervosiscano e tentino una reazione", spiega "Nemo", "Noi abbiamo una sorta di accordo gentile con loro. Entrambi i lati non sparano finché uno dei due non mostra una evidente attività ostile": Qui era già in vigore dal primo settembre un cessate il fuoco in coincidenza dell'apertura dell'anno scolastico. "Valentina", una volontaria polacca di 28 anni dice che ci sono alcuni compatrioti dall'altro lato. "Molti nazionalisti polacchi stanno combattendo per Kiev" dice la comunista, che ha perso il lavoro nel suo paese dopo aver reso pubblica la sua solidarietà con gli insorti del Donbass. "Il capo mi ha buttato fuori".
La squadra che sta nella postazione al fronte, non più di una dozzina fra uomini e donne, vive in condizioni quasi arcaiche. Vivono in piccolo tende fra i cespugli. Non c'è elettricità e non c'è acqua corrente. I pasti sono preparati all'aperto, dentro un grande buco sul suolo. "Per lo più cuciniamo la zuppa" dice un combattente locale che ha il compito della cucina. Spesso, come in tutte le mense militari, nel menu ci sono le tagliatelle. "Il modo in cui viene cucinata la pasta qui è uno scandalo" afferma indignato l'italiano Nemo. Un piccolo serbatoio d'acqua, uno specchio e una piccola mensola per lo spazzolino da denti attaccata a uno specchio, è il loro bagno. La vita di ogni giorno è monotona, consiste in scavare trincee e aspettare, aspettare, aspettare. Non c'è alcuna possibilità di passare il tempo. Video sugli smartphone, file musicali con musica russa metal, hardcore e pop. Un soldato ascolta in maniera reverenziale il pezzo strappalacrime Kukuska di Polina Gagarina, una hit dell'eponimo dramma di guerra.
Sui calci dei fucili, nei sacchi a pelo, o sulle maniche dei combattenti, il simbolo della Brigata è ovunque, l'identificazione con la Prizrak è molto forte. I combattenti internazionalisti si sono raggruppati in Interunit, e indossano l'emblema del loro modello, le brigate internazionaliste della guerra civile spagnola. Reclutati per tutta l'Europa a guerra già cominciata, ci spiegano l'importanza storica della loro causa "Noi portiamo avanti la lotta armata che il Partito Comunista di Ucraina non è riuscito a condurre nel 2014" spiega Nemo. "Il fascismo deve essere fermato qui":
In generale il conflitto in Ucraina è considerato una guerra di vecchi, dato che un grande numero di combattenti si è formato nell'Armata Rossa. Questa è la differenza: molti soldati della Prizrak sono molto giovani, ma già sembrano vecchi militari al fronte. I loro volti sono segnati dal rigore di un'esistenza passata tra la agonizzante noia del nulla da fare e lo stress degli scontri a fuoco. I combattenti mostrano dove i colpi dell'artiglieria ucraina sono caduti. Le loro armi, fucili e pistole, sono sempre alla mano. Io non ho visto armi pesanti.
Il tramonto sul paesaggio naturale, un magnifico cielo stellato che si inarca sopra noi, ci seduce per un breve momento con note romantiche dei difensori della trincea. Ma l'esplosione di una delle innumerevoli mine lì attorno ci catapulta alla triste realtà. Stavolta sarà stato un cane randagio o una volpe, che inciampato negli ordigni esplosivi deve essere morto. Domani mattina potrebbe essere uno dei loro compagni.

Articolo pubblicato su Junge Welt 
Fonte: Contropiano 

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