di Sabina Minardi
Sta sollevando un ampio dibattito il nostro servizio sul femminismo oggi: che fine ha fatto? Chi lo ha fregato?
Le donne, rispetto ad anni di lotte per ingiustizie plateali,hanno raggiunto la parità coi maschi, ma le discriminazioni continuano. E il sessismo, dagli uffici al Parlamento, dilaga. Per non parlare dei diritti delle altre -le donne non occidentali- che mai come oggi necessitano di una voce che le rappresenti e le difenda. Di impegno a favore delle donne c'è ancora un gran bisogno.
Il femminismo è vivo e combatte ogni giorno, sottolinea la scrittrice e attivista Lorella Zanardo. Il suo documentario “Il corpo delle donne”, messo on line nel maggio del 2009 con l'obiettivo di richiamare l'attenzione sulla rappresentazione femminile in televisione, non è stato solo un video virale da migliaia di visualizzazioni, un libro e un blog.
Ma una provocazione, e una denuncia, che hanno riavviato un dibattito su quanto la donna davvero incida sul tessuto sociale e culturale del Paese.
Ma una provocazione, e una denuncia, che hanno riavviato un dibattito su quanto la donna davvero incida sul tessuto sociale e culturale del Paese.
E su Twitter Zanardo rilancia il resoconto di unpomeriggio femminista: l'11 ottobre scorso, a Milano, piazza Cadorna, con le “pericolose streghe impegnate a far conoscere ai passanti le conseguenze della mancata applicazione della 194, violenza che si consuma sui corpi delle donne («Non ci vogliono grandi mezzi o grandi organizzazioni, proviamo a immaginare cosa accadrebbe se periodicamente scendessimo in piazza, in varie città, contemporaneamente, concordando dei punti semplici e chiari di rivendicazione», propone il blog Nuvolette di pensieri).
Sul divario retributivo uomini-donne segnalato nel servizio, arriva una notizia dal Parlamento europeo: unaRisoluzione sulla parità nel mercato del lavoro votata giovedì 8 ottobre. Ci sarebbe una direttiva del 2006 a garantirla, ma i vari Stati non hanno migliorato le norme in materia di pari opportunità, accusa il Parlamento, che sollecita la Commissione a presentare una nuova normativa provvista di “mezzi più efficaci per vigilare sull'attuazione e l'applicazione della direttiva negli Stati membri". I Paesi nei quali il divario retributivo di genere risulta più ampio? In Italia, prima di tutto, seguita da Estonia, Austria, Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia. E poi in Polonia, Malta e Slovenia. La risoluzione è stata approvata con 344 voti favorevoli, ma ben 156 sono stati i voti contrari e 68 le astensioni: indicatori forti su quanto sia lunga la strada da percorrere.
Su donne e lavoro, PariMerito, network di associazioni che si uniscono per portare avanti battaglie comuni in nome dei principi di meritocrazia e pari opportunità, lancia il “ Bonus Care ”: una proposta di legge tributaria, una detrazione del costo del collaboratore domestico per donne lavoratrici, sia dipendenti che titolari di azienda o lavoratrici autonome. Con tre effetti sul sistema economico e sociale, spiegano le promotrici del progetto: l'aumento del tasso di occupazione femminile, l'aumento del tasso di natalità, l'emersione del lavoro sommerso nel comparto domestico.
Diverse le blogger femministe che ragionano sul pezzo sui social network, suggerendo utili spunti di confronto. Mammina(post)Moderna riconosce al femminismo di oggi le qualità della resilienza: «Il femminismo si è trasformato da ideologia a movimento di resistenza. La cura femminile del mondo è sovversione quotidiana che permea le azioni concrete di donne e uomini della strada, quella sconosciuta. Questa non è sconfitta è evoluzione», scrive.
Ed Eretica aggiunge interessanti riflessioni: sulla maniera di coinvolgere gli uomini nel dibattito antisessista, ad esempio: «Sempre piuttosto ridicola. C’è chi ha rivolto agli uomini appelli commoventi affinché patissero un tempo infinito, per poi poter mostrare una enorme dose di paternalismo. C’è l’altra che, considerandoli tutti violenti e dunque per responsabilizzarli, invita gli uomini a resettarsi il cervello per poi farsi rieducare dalle femministe». O “patriarchi buoni” o “carnefici”: una visione che non aiuta.
Eppure l'alleanza con gli uomini è fondamentale. Italia che cambia segnala Maschile Plurale, la prima associazione in Italia formata da soli uomini che combattono la violenza sulle donne, le differenze di genere e promuovono una ridefinizione del rapporto con la sessualità.
E sul passaggio di testimone sui valori delle donne, la casa editrice Odoya preannuncia, in uscita il 5 novembre, “Scoprirsi figlia. Gioie, dolori e senso di colpa nelle relazioni madre-figlia” di Natasha Fennel e Roisin Ingle, sul concetto di “daughterhood”, figlialità. Il contraltare che mancava a tanti discorsi dalla parte delle madri. E un segmento in più per riflettere sulla complessità di cui sono fatte le donne. Che perdono le battaglie. Ma non vuol dire aver perso la guerra.
Fonte: L'Espresso
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