La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 23 giugno 2017

Sinistra con i piedi per terra, in cerca di senso e cittadinanza

di Alfonso Gianni
L’assemblea del Brancaccio ha avuto il merito essenziale di porre con i piedi per terra il tema della costruzione di una «lista di cittadinanza a sinistra». Il percorso è tutto da costruire, né poteva essere preconfezionato. Ma alea iacta est, indietro non si deve e non si può tornare. Il percorso non sarà facile e il tempo è breve. Proprio per questo conviene da subito affrontare alcuni nodi. La contraddizione nella quale si dibatte la costruzione della lista di cittadinanza a sinistra è chiara e non va sottaciuta.

giovedì 22 giugno 2017

Portare in parlamento il mondo della sinistra e di chi non vota più

di Tomaso Montanari 
C’è una spaccatura profonda, a sinistra. Ma non è quella tra le sigle, i nomi, i cartelli: è quella tra chi è dentro il gioco autoreferenziale della «politica» praticata e chi ne è fuori. Una spaccatura che contribuisce in modo decisivo ad allargarne una ancora più profonda: quella tra chi vota e chi non vota più. Per questo gli interventi centrali dell’assemblea di domenica al Brancaccio sono stati, per me, quelli di Andrea Costa (Baobab) e Giuseppe De Marzo (Rete dei numeri pari, Libera). Hanno fatto capire come non esista più nessun rapporto tra il loro lavoro quotidiano (politico, se ce n’è uno) e l’idea stessa di rappresentanza parlamentare.

mercoledì 21 giugno 2017

Dal Brancaccio inizia un nuovo percorso, non ancora un partito

di Luciana Castellina
Se ci fosse stato ancora bisogno di dimostrare che i grandi giornali hanno smesso di raccontare quello che succede per dar spazio solo ai dettagli che servono a corroborare la loro linea politica, l’assemblea del Brancaccio rappresenterebbe la migliore prova. Qualche migliaio di persone, protagonisti molti giovani (di per sé una notizia), 40.000 che seguono in streaming, decine di interventi che raccontano l’Italia invisibile alla vecchia politica ufficiale ma che esiste ed è ricca.

lunedì 19 giugno 2017

Un progetto di giustizia e uguaglianza

di Tomaso Montanari
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Sinistra, dall’assemblea al Brancaccio qualcosa di nuovo all’orizzonte

di Donatella Coccoli 
Definire fallite le prove di unione della sinistra al Teatro Brancaccio di Roma – come ha scritto il Fatto quotidiano – è riduttivo e non tiene conto della realtà complessa dell’assemblea del 18 giugno, promossa dall’appello di Anna Falcone e Tomaso Montanari “per un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza”. Ecco perché non si può parlare di “prove fallite”. Primo: la straordinaria partecipazione. Oltre 2mila persone dentro e fuori il teatro e 65mila collegamenti in streaming. Era tanto tempo che non accadeva qualcosa di simile per un incontro della sinistra.

Così costruiremo l’alternativa al Pd. Buona la prima di Falcone e Montanari

di Rossella Guadagnini
L'esordio è esplicito: "Vogliamo costruire una grande coalizione civica di sinistra, alternativa al Pd, capace di portare in Parlamento quella metà del Paese che non vuole andare a votare". Comincia così l'intervento di Tomaso Montanari che apre la giornata del 18 giugno al Teatro Brancaccio di Roma. Lo storico dell'arte inaugura i lavori dell'assemblea insieme ad Anna Falcone, avvocata e vice presidente del Comitato del No al Referendum costituzionale, che li chiuderà sei ore dopo.

domenica 18 giugno 2017

Ecco il nostro progetto per la nuova sinistra di popolo. Intervista a Anna Falcone

Intervista a Anna Falcone di Stefania Rossini
La prima volta che è apparsa in tv ha bucato subito lo schermo. Con puntigliosa precisione, senza gli ammiccamenti di certe reginette della politica, ha spiegato che la Costituzione non si doveva toccare e che semmai la battaglia giusta sarebbe stata quella di attuarla fino in fondo. Stava rappresentando i comitati per il No al referendum del 4 dicembre e ringiovaniva di colpo una squadra accusata di scandalosa vecchiezza. Sei mesi dopo Anna Falcone si riaffaccia alla politica nazionale. Lo fa con un appello, scritto con Tomaso Montanari, in cui suggerisce alla sinistra disunita le forme e i modi per realizzare un progetto condiviso.

18 giugno dei giovani. Per cambiare la politica, l’Italia, e la vita di milioni di persone: davvero

Siamo la generazione che ha fretta. Sono troppi anni che ci sentiamo promettere un futuro radioso, ma nella nostra vita quotidiana, ciò che cambia, cambia in peggio. Per noi l’austerità è iniziata ben prima del 2008: siamo nati e cresciuti nell’epoca della precarietà, della disoccupazione, dei tagli all’istruzione, delle privatizzazioni. Non abbiamo nostalgia di epoche d’oro a cui tornare, né padri politici a cui appellarci. Siamo nati e cresciuti con l’idea che vivremo in condizioni peggiori dei nostri genitori, tutto intorno a noi grida che dobbiamo rassegnarci.

Sciopero, tentazioni incostituzionali

di Massimo Villone
Dopo i voucher ripristinati e lo scippo del referendum, siamo ora alla proposta di limitare il diritto di sciopero. Il governo Gentiloni sembrerebbe avere dismesso i toni bellicosamente antisindacali di Renzi. Ma nella sostanza ben poco è cambiato. Dobbiamo concludere che sindacati e lavoratori a palazzo Chigi sono ancora parenti poveri. La prima domanda è: sarà una cosa seria? Abbiamo troppa stima dell’intelligenza politica del ministro Delrio per pensare che gli sia sfuggita per distrazione una riflessione personale, soprattutto considerando che sul governo già pesa il peccato originale dello scippo referendario a danno dei lavoratori e del sindacato.

Cara Anna e caro Tomaso, partire bene è decisivo!

di L'Altra Europa con Tsipras
Cara Anna, caro Tomaso, noi dell’Altra Europa con Tsipras abbiamo auspicato e immediatamente accolto con gioia e speranza una proposta come quella che voi avete generosamente avanzato. Questo auspicio e questa accoglienza vi abbiamo manifestato mettendoci a disposizione vostra e della impresa che comunemente ci appassiona. Partire bene è decisivo. Per noi partire bene significa una chiarezza nella proposta politica e programmatica che non può che essere alternativa alle destre, al PD, ai Cinquestelle e alle esperienze di centrosinistra che non possono essere riproposte.

Con Falcone e Montanari. Oggi si parte

di Alleanza popolare 
Oggi 18 giugno al Teatro Brancaccio di Roma, dalle 9.30, l’appello lanciato da Anna Falcone e Tomaso Montanari riunirà cittadini e cittadine da tutta Italia, rappresentanze della società civile, del mondo del lavoro e del mondo politico di sinistra per aprire uno spazio politico nuovo di confronto sin dal suo atto fondativo. Come nella intenzione degli organizzatori, il 18 giugno inizia un percorso partecipato fra cittadini, forze civiche e soggetti politici per costruire “un’alleanza per la democrazia e l’uguaglianza. Inizieremo dall’individuazione dei punti che ci uniscono e che saranno le priorità di cui occuparsi in un programma che sarà partecipato e costruito dai territori”.

Il lavoro cuore del conflitto

di Norma Rangeri 
Il governo da una parte, la Cgil dall’altra. Su sponde opposte rispetto alla polemica di questo momento sullo sciopero nei trasporti, ma a ben vedere su distanze siderali in merito all’idea stessa di contratto sociale tra rappresentanti e rappresentati. Al presidente del consiglio convinto che «l’intero paesaggio sociale italiano non è sulle posizioni della Cgil», e pronto a decidere nuove regole sullo sciopero, è arrivata a stretto giro, la replica secca di Camusso nel discorso di chiusura di una bella manifestazione accolta dall’afa bollente:«Non è accettabile che si usi uno sciopero discutibile per attaccare il diritto di sciopero, e al governo dico fate la legge sulla rappresentanza».

18 giugno: nasce una cosa nuova

di Domenico Gallo 
Abbiamo già parlato dell’appassionata iniziativa promossa da Anna Falcone e Tomaso Montanari ad una mobilitazione di base per costruire un’alleanza popolare per la democrazia e l’eguaglianza. Migliaia di singoli cittadini e moltissime associazioni e comitati hanno risposto all’appello e si incontrrano oggi, 18 giugno, al Teatro Brancaccio di Roma, con l’obiettivo di creare dal basso una lista nazionale unitaria che abbia nel proprio DNA l’attuazione del programma prefigurato dalla Costituzione.

La piazza rossa della Cgil per fermare i nuovi voucher

di Nina Valoti
L’unico numero fornito dall’organizzazione è 35. Sono i gradi all’ombra a piazza San Giovanni mentre dal palco parla Susanna Camusso. E certificano la manifestazione più calda della storia sindacale. Ad ascoltarla sotto il solleone della calura romana c’è una piazza piena di chi, già per aver fatto i cortei a queste temperature, dovrebbe guadagnare l’epiteto di eroe della democrazia, specie per la sessantina di persone soccorse dal 118 a causa di svenimenti. Alla luce delle condizioni meteo la scommessa della Cgil è totalmente vinta. Piazza San Giovanni non sarà stata piena come l’ultima volta – il 25 ottobre 2014 contro il Jobs act la giornata di sole rafforzò la presenza – ma quasi.

E ora il Pd vuole scippare il diritto di sciopero

di Checchino Antonini 
Dopo il cosiddetto “venerdì nero” dei trasporti, il sabato dell’attacco al diritto di sciopero. Dopo i decreti Minniti Orlando, Palazzo Chigi cerca il frontale con gli scioperanti. E’ l’ennesima operazione del Pd come ogni volta che viene eroso un diritto in questo Paese al punto che sarebbe lecito inziare a interrogarsi se sia mai esistito il berlusconismo visto che dobbiamo a centrosinistra-Ulivo-Pd gli tsunami sociali e umanitari derivanti dall’abolizione dell’articolo 18, dai lager per migranti alla scala mobile, dalla guerra globale agli F35, dal fiscal compact alla “riforma” Fornero, dalla “buona” scuola fino alla precarietà del pacchetto Treu e del Jobs act. Ma davvero in Italia c’è un problema legato al monte ore scioperate?

Voucher, tre strade in salita per reagire allo “scippo”

di Andrea Fabozzi 
La nostra battaglia non finirà così. Contro lo schiaffo alla democrazia ricorreremo alla Corte costituzionale». Susanna Camusso lo conferma dal palco di piazza San Giovanni. La Cgil vuole che siano i giudici delle leggi a dire l’ultima parola sullo «scippo» di referendum. Ricordiamolo: quando erano già fissate le urne per il quesito sull’abolizione dei voucher, il governo con un decreto ha abolito i voucher e fatto saltare il referendum ma, una volta scansato il voto popolare, con un nuovo decreto (la manovrina) ha reintrodotto gli stessi voucher.

Grenfell, l’abisso tra destra e working class

di Leonardo Clausi
Il lugubre ossario che è Grenfell Tower si tiene strette le sue vittime, non concede ancora il lutto ai loro cari. Finora le morti accertate ufficialmente nello spaventoso rogo di mercoledì notte sono trenta. Sono stati recuperati sedici corpi, la polizia parla di 58 persone che mancano all’appello e che sono probabilmente ancora nell’edificio, la cui stabilità precaria aveva indotto a sospendere temporaneamente le ricerche.

Venti anni di lotte globali dei lavoratori domestici

di Roberto Ciccarelli
Il movimento globale per i diritti dei lavoratori domestici è al centro della trasformazione del lavoro contemporaneo. Nelle sue lotte per uscire dall’invisibilità, riconoscere le caratteristiche di un lavoro alle attività di cura dei bambini e degli anziani e lo status di lavoratrici alle donne migranti che lo svolgono in maggioranza possono riconoscersi anche i ciclo-fattorini di Foodora o di Deliveroo, i «Turchi meccanici» di Amazon, oltre a chi risponde agli algoritmi di Task Rabbit, una piattaforma dedicata ai lavori domestici che definisce i lavoratori «conigli» («rabbits»).