La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 29 marzo 2017

Passato e presente: SLD e la crisi della sinistra politica in Polonia

di Salvatore Greco e Lorenzo Berardi
Una reception elegante e moderna, al primo piano di un palazzo nel cuore di Varsavia, colori accesi e superfici cromate, ma deserta e silenziosa. Nessun telefono che squilla, nessuno al banco né per i corridoi. Solo tre donne di mezza età che fanno capolino da un piccolo ufficio di fronte all’ingresso e parlottano tra sé del più e del meno. Sono le 4 del pomeriggio di un giorno feriale. La sede nazionale di Sojusz Lewicy Demokratycznej (Unione della sinistra democratica, SLD), si presenta così ed è lo specchio sincero di un partito con un passato di governo, ma oggi in profonda crisi politica e di consenso. Nell’odierna Polonia, un partito socialdemocratico avrebbe molti motivi di esistere visto che il Paese ha raggiunto un capitalismo maturo e le contraddizioni del neoliberismo cominciano a emergere. Eppure SLD non ha eletto alcun parlamentare alle scorse politiche e negli ultimi sondaggi non va oltre il 5% dei consensi. È il destino inevitabile in un Paese scottato dal socialismo reale o si tratta di colpe recenti?
LA CULTURA POLITICA DI SLD HA IL PREGIO DELLA CHIAREZZA.
Nella sala in cui ci riceve il trentenne vice-addetto stampa, Artur Jaskulski, il rosso è il colore dominante. Tra i libri su uno scaffale spiccano Marx ed Engels assieme a Naomi Klein: il pensiero di sinistra delle origini e quello contemporaneo da cui ripartire, saltando la parentesi fallimentare del socialismo reale. Un pantheon ideologico non del tutto confermato da Jaskulski che sottolinea come la priorità di SLD sia «proteggere coloro che lavoravano in Polonia prima del 1990». Il tema, legittimo ma residuale, degli ‘sconfitti’ della Polonia socialista è molto sentito da SLD e non aiuta a smarcarsi dall’immagine di nostalgici e avvocati di cause ormai perse.
Non a caso, il 2 febbraio scorso il governo polacco ha deciso di tagliare drasticamente le pensioni a poliziotti e addetti ai servizi di sicurezza in servizio negli anni del socialismo. In tema di giovani, invece, Jaskulski ricorda che: «La nostra Federazione Giovanile è la più grande nel Paese ed è attiva in molte iniziative come la preparazione di cesti natalizi per bambini o la difesa dei diritti degli animali». Per un partito che ha una base di circa 26 mila iscritti, di cui 3 mila aderenti alla Giovanile, il quadro pare desolante.
Quale socialismo?
Tomasz Nesterowicz è l’unico consigliere di SLD nel comune di Zielona Góra, capoluogo di provincia di circa 100 mila abitanti, ed è stato candidato segretario all’ultimo congresso del partito con posizioni molto critiche sul suo stato attuale. Sui problemi di SLD e della sinistra in Polonia dice: «La sinistra dovrebbe occuparsi innanzitutto di questioni economiche e invece segue solo temi sociali, importanti ma non primari.
In un Paese dove tre milioni di cittadini sono stati costretti a emigrare a causa della povertà, condurre il dibattito politico solo sui diritti degli omosessuali e dei migranti vuol dire avere perso di vista i veri bisogni della gente».
Che SLD sconti il suo status storico-politico e sia costretto, usando le parole dello stesso Nesterowicz, «ad essere più liberale dei liberali autentici» è in parte vero. Tuttavia, qualcosa sembra muoversi all’orizzonte. Edyta Parandyk, giovane militante di Kielce, ha le idee chiare sul programma: «Vogliamo proporre una legge che abolisca i tirocini non retribuiti, una per l’aumento della retribuzione minima e norme che equiparino le forme salariali a progetto al lavoro dipendente».
TEMI CHE AMBISCONO A ENTRARE NELLA NUOVA PIATTAFORMA PROGRAMMATICA DI SLD, MA CHE IL PARTITO FATICHEREBBE A COMUNICARE ALL’ELETTORATO. IL PROBLEMA, QUESTA VOLTA, È L’EREDITÀ DEL SOCIALISMO.Dice Nesterowicz: «I giovani crescono credendo che la Polonia pre-1989 fosse una sorta di buco nero nella storia, un Paese dove niente funzionava e c’era solo povertà. Questo fa sì che oggi i partiti di sinistra siano trattati come residui di quel periodo. Poi però un partito di destra come PiS si presenta alle elezioni con proposte di sinistra nel programma e vince. I giovani votano per loro perché non sentono puzza di comunismo». Opinione confermata da Parandyk: «SLD non attrae gli under 30 per due motivi: il primo è che essere fuori dal parlamento toglie ai giovani dentro il partito ogni garanzia di realizzazione dei propri obiettivi politici; il secondo è radicato nel fatto che SLD è ritenuto da molti un partito post-comunista e che quindi non dovrebbe esistere. Ecco perché, per molti, l’appartenenza a SLD è una cosa di cui vergognarsi».
Non mancano problemi legati a una leadership poco carismatica e autoreferenziale per la quale, dice Nesterowicz, «la politica è una forma di business come un’altra. La campagna elettorale non è mirata a una visione comune, ma a conquistare seggi in parlamento». E Parandyk conferma che: «Spesso i responsabili della Federazione Giovanile hanno trattato la propria posizione come trampolino, puntando più a fare carriera di partito che non ad adempiere al loro ruolo nella Giovanile».
Inventare l’ignoto
Jan Hartman è un filosofo e giornalista che nel 2011 ha corso, senza successo, per SLD alle politiche. Oggi scrive sul settimanale Polityka e non risparmia critiche al suo ex partito. A suo avviso, la crisi di leadership di SLD è cominciata subito dopo le presidenziali 2015 in seguito all’infelice risultato ottenuto da Magdalena Ogórek, discussa candidata del partito e oggi volto televisivo di un programma filogovernativo.
«GLI ELETTORI DI SLD SONO SENTIMENTALI», COMMENTA HARTMAN. «SI TRATTA SOPRATTUTTO DI PERSONE CHE ERANO FELICI DI VIVERE NELLA POLONIA SOCIALISTA E QUINDI CONSERVATRICI CHE VOTEREBBERO VOLENTIERI ANCHE PER PIS SE SOLO IL PARTITO DI GOVERNO ADOPERASSE MENO RETORICA ANTI-COMUNISTA».
Come conferma Kazimierz Popławski, caporedattore di Przegląd Bałtycki: «il tipico elettore di SLD era una persona fra i 50 e i 60 anni con posizioni di sinistra o centrosinistra e una visione neutrale o positiva della Polonia comunista. Tuttavia, SLD ha perso molti di questi elettori dopo le presidenziali e politiche del 2015». Ex sostenitori che potrebbero essersi astenuti, ma anche avere votato a destra: «già prima delle politiche del 2001 SLD aveva usato slogan simili a quelli adoperati da PiS nelle recenti elezioni», sottolinea Popławski «compreso l’accusare chi li aveva preceduti al governo di avere lasciato in eredità una Polonia in rovina».
L’addio alla segreteria dello storico leader Leszek Miller ha spalancato le porte a un altro esponente della vecchia guardia di SLD, Włodzimierz Czarzasty, divenuto segretario del partito nel gennaio 2016. Un politico esperto e moderato che però, sostiene Hartman: «non è amato né all’interno del partito né dall’opinione pubblica polacca per via del suo coinvolgimento in un caso di corruzione». Il riferimento è al Rywingate, uno scandalo che costrinse Miller stesso a lasciare prima la presidenza di partito e poi l’incarico di premier fra febbraio e maggio 2004. «Da allora SLD non è riuscito a proporre nuove idee o un nuovo volto», evidenzia Popławski secondo cui: «questa incapacità di cambiare fa perdere al partito elettori tendenzialmente di sinistra e meno abbienti che talvolta preferiscono votare PiS, il cui programma sociale pare oggi più a sinistra di quello di SLD».
NONOSTANTE IL CENTROSINISTRA NON ABBIA OGGI ALCUN RAPPRESENTANTE IN PARLAMENTO – CASO UNICO IN EUROPA – IN POLONIA QUALCOSA ACCADE AL SUO INTERNO GRAZIE A MOVIMENTI COME RAZEM (INSIEME) E VERDI.
A differenza di SLD, spiega Hartman: «questi partiti si rivolgono alle nuove generazioni che sono più liberali e hanno a cuore temi come laicismo e femminismo». I risultati elettorali restano modesti. Razem ha ottenuto appena il 3,6% dei voti alle politiche 2015, lontano dalla soglia di sbarramento del 5%. Come evidenzia Hartman: «oggi la sinistra può contare su un 10-12% dei consensi in Polonia ed è attraversata da molti conflitti interni fra i suoi leader con poche possibilità di formare una coalizione elettorale in futuro».
Che fare?
Qualche tentativo di superare differenze e dissapori negli ultimi tempi c’è stato. Alle politiche 2015, ad esempio, SLD ha formato la coalizione Zjednoczona Lewica (Sinistra Unita) assieme a Twój Ruch (Il tuo movimento), formazione politica social-liberale e progressista, e ai Verdi. Il 7,6% dei consensi ottenuto alle urne, tuttavia, si è rivelato sia un fiasco che una beffa. La legge elettorale polacca prevede infatti una soglia di sbarramento dell’8 % per le coalizioni e Sinistra Unita non l’ha raggiunta per poche migliaia di voti. «SLD ha ottenuto più svantaggi che vantaggi da questa coalizione che è stata percepita come disonesta da molti elettori visti i disaccordi esistenti fra il partito e Twój Ruch», commenta Popławski.
L’assenza di SLD dal parlamento di Varsavia lo rende un alleato poco appetibile anche per le due principali forze d’opposizione, PO – al governo dal 2007 al 2015 – e Nowoczesna, disinteressate a collaborare con quello che «percepiscono come un partito morente», sottolinea Hartman, mentre Popławski ricorda come «molti polacchi associano il periodo 2001-2005, quando SLD è stato per l’ultima volta al governo, a una serie di scandali di corruzione».
SPICCA OGGI L’APPARENTE ASSENZA DEL PARTITO DAL DIBATTITO POLITICO INTERNO, NONOSTANTE ALCUNI DEI SUOI MEMBRI SI AGGREGHINO ALLE PROTESTE ORGANIZZATE DA ALTRI MOVIMENTI D’OPPOSIZIONE.
«Alcune delle riforme sociali introdotte da PiS, come il benefit per i nuovi nati o l’abbassamento dell’età pensionistica, somigliano a quelle che potrebbe introdurre un partito socialdemocratico», ricorda Popławski, secondo cui tuttavia: «è difficile dire se SLD le avrebbe appoggiate qualora fosse stato presente in parlamento».Sullo scenario internazionale, SLD conta 5 rappresentanti nel Parlamento UE dove è legata al PSE. Bruxelles resta l’unico luogo prestigioso in cui il partito è presente ed è anche la sua unica finestra aperta sul mondo. «Ciò che rende SLD socialista o socialdemocratico è soprattutto il suo passato – sottolinea Popławski – Se paragonato ai partiti socialdemocratici dell’Europa occidentale o scandinavi, SLD è assai più conservatore sia su temi sociali che economici. Il partito ha un approccio cauto verso le unioni civili e sul ruolo della Chiesa in Polonia. Inoltre, ha condotto un ampio programma di privatizzazioni di compagnie statali nel suo ultimo periodo al governo».
Un socialismo atipico dal quale il partito non si è mai allontanato del tutto e che oggi lo allontana dalle posizioni degli altri movimenti della sinistra polacca. Secondo Nesterowicz, infatti, la difficile situazione odierna di SLD va inserita in quella di una sinistra in cui «si discute molto, ma lo si fa per le cose sbagliate». Un’impasse dialettica che il consigliere di SLD a Zielona Góra paragona a «bambini in una sabbioniera che litigano per chi deve tenere in mano il secchiello e per chi deve tenere la paletta con nessuno che dica quale castello si vuole costruire e il risultato di non tirare su nulla».

Fonte: qcodemag.it

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