di Adriana Pollice
Un’ora di guerriglia tra manifestanti anti Salvini e le forze dell’ordine ieri pomeriggio a piazzale Tecchio. La questura ha schierato un imponente apparato a difesa del leader della Lega: oltre trenta blindati, quattro camionette con cannoni spara acqua, un elicottero per coordinare le azioni a terra. All’interno della Mostra d’Oltremare di Napoli Matteo Salvini teneva il suo comizio, blindato, dove alternava insulti a finti apprezzamenti alla città. Diversi feriti tra i manifestanti e la polizia, quattro i fermati è il bilancio finale. Il corteo era partito intorno alle 16 da piazza Sannazaro. A segnare il luogo del raduno una ruspa, che per la rete Mai con Salvini non è lo strumento simbolico dello sgombro di campi rom, ma il mezzo per spazzare via la retorica del leader del Carroccio.
Le donne di Non una di Meno, i migranti dell’Usb, i ragazzi dell’AfroNapoli United, squadra di calcio che abbraccia atleti di tutti i continenti, e le sigle di movimento si sono presentati in corteo, oltre 5mila. C’erano i genitori accanto ai figli e c’erano anche i Neoborbonici e i gruppi Ultrà, assessori e consiglieri comunali.
Le donne di Non una di Meno, i migranti dell’Usb, i ragazzi dell’AfroNapoli United, squadra di calcio che abbraccia atleti di tutti i continenti, e le sigle di movimento si sono presentati in corteo, oltre 5mila. C’erano i genitori accanto ai figli e c’erano anche i Neoborbonici e i gruppi Ultrà, assessori e consiglieri comunali.
Il corteo si mette in marcia sulle note di Gente do Sud, il brano realizzato in una settimana proprio per la manifestazione: «Gli organizzatori – spiega Massimo Jovine dei 99Posse – ci hanno chiesto di radunare i musicisti per prendere posizione. Una foto o un comunicato non era abbastanza, così abbiamo portato in sala di incisione una trentina di colleghi (da James Senese, Eugenio Bennato, Daniele Sepe a Valentina Stella, Speaker Cenzou, Ntò, Foja e altri) per raccontare in musica che Napoli accoglie i fratelli e le sorelle costrette a migrare, lontano dalla logica dei respingimenti». I manifestanti volevano raggiungere la Mostra per consegnare un foglio di via simbolico a Salvini ma a piazzale Tecchio è cominciata la battaglia.
Bombe carta contro lacrimogeni e idranti, i due schieramenti si sono affrontati ripetutamente, prima nei pressi dello stadio San Paolo e poi all’altezza della Stazione dei Campi Flegrei. Dopo oltre mezzora di cariche di alleggerimento, quando sembrava essersi spento lo scontro, la polizia e i carabinieri hanno caricato inseguendo con i blindati il corteo lungo via Giulio Cesare: qui c’è stata l’impatto più forte, innescando la guerriglia.
L’inseguimento è proseguito fino alla Galleria Quattro Giornate, attraverso cui i manifestanti sarebbero tornati al punto di partenza: il rischio di rimanere imbottigliati nel cunicolo, intossicati dai lacrimogeni, li ha portati a disperdersi a Furigrotta. Così è andata avanti una sorta di caccia al manifestante nelle traverse fino alle 19.
Intanto al Palacongressi, circondato da un centinaio di sostenitori, Salvini spiegava: «La prossima manifestazione la facciamo in piazza del Plebiscito, così vediamo. Qua dentro ci sono uomini, fuori quaquaraquà. Quando andiamo al governo, quando abbiamo finito di sgomberare i campi rom cominciamo con i centri sociali. Più o meno l’utilità sociale è identica». E ancora: «È scandaloso che un ex magistrato sfortunatamente sindaco (Luigi de Magistris ndr) si permetta di decidere chi può e chi non può venire a Napoli. Quello che ha dichiarato verrà portato in tribunale». Su Napoli: «Vent’anni fa l’Italia era diversa, ora l’Italia deve vincere tutta insieme. Napoli era una capitale mondiale prima che il centralismo romano negasse tutto e derubasse tutti». Anche se poi non resiste e aggiunge: «Alcune zone di Napoli non sono più Italia». Salvini ha bisogno di accreditarsi come leader unico della destra al punto da farsi persino scritturare dalla trasmissione della Rai Made in Sud.
Per far tenere il comizio è dovuto intervenire venerdì sera il Viminale. L’ente Mostra (al 66% del comune) aveva deciso di rescindere il contratto: gli organizzatori non avevano informato il cda che ci sarebbe stato Salvini, quando l’hanno scoperto l’ente ha chiesto di spostare la data perché i prevedibili disordini avrebbero prodotto un danno a un evento su i droni già programmato. La questura e la prefettura hanno fatto pressione ma venerdì, difronte alle proteste, si è tenuto un nuovo incontro interistituzionale. La prefettura ha rimesso la palla alla Mostra in quando struttura privata ma, quando il cda ha deciso la rescissione del contratto, è intervenuto il ministro Minniti. La prefettura ha quindi imposto il comizio sapendo di andare in contro a un pomeriggio di scontri. Alle 12 di ieri sono state consegnate le chiavi del Palacongressi alla questura: «Sono provvedimenti simili a quelli già utilizzati all’epoca dell’emergenza dei rifiuti per militarizzare le discariche – ha spiegato ieri il sindaco -. Si è ritenuto di far prevalere il capriccio di Salvini di fare la manifestazione alla Mostra ed è dovuto intervenire il Viminale».
Fonte: Il manifesto
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