La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 15 febbraio 2018

Rinnovato il contratto della scuola, ma la dignità dei lavoratori è ancora lontana








di redazione Senza Soste
Dopo mesi di stallo, con un’improvvisa accelerata, l’8 febbraio scorso è stato rinnovato il contratto per il comparto “Istruzione e ricerca”. Al termine di una notte di trattative i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL hanno apposto le loro firme superando nove anni di mancati rinnovi. Non hanno firmato GILDA e lo SNALS, la cui segretaria Elvira Serafini ha parlato di “tradimento delle aspettative dei lavoratori” e ha rivolto aspre critiche sia al governo “che ha presentato una bozza di contratto di 179 pagine alle 4 del pomeriggio e preteso la firma immediata” sia agli altri sindacati “con cui lo SNALS è rimasto al tavolo fino alle 8 di mattina per cercare di convincerli a prendere tempo. Come si fa a firmare un testo di tale portata senza conoscerlo prima?”.

Difendere Afrin. Un imperativo per la sinistra internazionale







di Sara Ligutti
Quando migliaia di persone si sono riunite ad Afrin per la processione funebre di Barin Kobani, una combattente dell’Unità curda di difesa delle donne (YPJ), il cui corpo senza vita è stato mutilato dai mercenari jihadisti appoggiati dai turchi, la folla aveva in mano rami di ulivo. Afrin, posizionata sul confine turco-siriano e al centro del Monte Kurd, non è conosciuta solo per la sua popolazione a maggioranza curda, ma anche per i suoi uliveti e i suoi campi fioriti, circondati da un paesaggio montuoso.

Di Stato si muore? Per una critica dell’antropologia critica













di Fabio Dei 
Pubblichiamo le prime battute del saggio di Fabio Dei apparso nel volume collettaneo “Stato, violenza, libertà. La «critica del potere» e l’antropologia contemporanea” (Donzelli 2017), che l’autore ha curato insieme a Caterina Di Pasquale. In un recente provocatorio articolo, la filosofa Barbara Carnevali ha denunciato gli effetti perversi della diffusione accademica di una particolare forma e stile di pensiero, che ha chiamato la «Theory».

lunedì 12 febbraio 2018

La campagna elettorale e il problema dell’Università






di Alessandra Ciattini
È tempo di campagna elettorale e di proposte demagogiche su università e ricerca da parte di coloro che sono responsabili del processo di loro dissoluzione.
Persino un intellettuale, come Massimo Cacciari, in sintonia sostanziale con questo sistema economico-sociale ed ospite costante delle più svariate trasmissioni televisive per il suo sostanziale “conformismo democratico” [1], si scandalizza dell’attuale campagna elettorale, che giudica non solo fondata su antiche promesse mai realizzate e ripetute come “chiacchera”, ma anche – fatto ancor più grave – su una totale mancanza del principio di realtà. Egli considera tale situazione frutto della grave crisi dei partiti e della classe politica, iniziata negli anni ’90 con Tangentopoli, che ha ridotto questi ultimi in apparati più o meno potenti di propaganda per il sostegno a un leader “carismatico”, si fa per dire.

Una generazione precaria: questo il risultato del feroce jobs act (da cancellare)









di Vindice Lecis
Il jobs act ha precarizzato una generazione intera. Centinaia di migliaia di giovani non sanno che cosa possa rappresentare un impiego stabile e sono smarriti alla ricerca di un’occupazione, ormai per definizione a tempo e senza diritti. E’ una questione spaventosa. Una generazione non conosceinfatti la possibilità di programmare la vita perché i sogni sono stati polverizzati da anni di leggi che puntavano a scardinare la giustizia sociale, la possibilità di un lavoro degno. In una parola, dal pacchetto Treu sino al jobs act, i governi, sulla spinta delle oligarchie finanziarie, hanno costruito sempre meno cittadini-lavoratori e prodotto sempre più schiavi e sfruttati.

L’antifascismo identitario è inefficace, le derive razziste si combattono in altro modo






di Samuele Mazzolini
Apro Facebook e sembra che il fascismo sia sul punto di tornare al potere. Mi immagino già orde di teste rasate, lucidi anfibi in mostra, passi compatti, serrati e qualcuno che, dai margini, tambureggia ritmi marziali, preludio di una nuova marcia su Roma. E, dulcis in fundo, masse informi ormai conquistate da un nuovo mito millenarista. Magari sono solo io, che vivo all’estero da un po’, a non averlo capito. Ma dopo qualche rapida consultazione, tiro un sospiro di sollievo. Non è così, la mia bolla di amici virtuali a volte gioca certi scherzi.

venerdì 9 febbraio 2018

Germania, i sindacati strappano le 28 ore settimanali








di Lorenzo Carchini
Dopo settimane di conflitto, il sindacato IG Metall ed i datori di lavoro del settore industriale hanno raggiunto un accordo sulle retribuzioni e sull’orario di lavoro nella regione del Baden-Württemberg, nel sud-ovest della Germania. Oltre alla possibilità di eseguire 28 ore di lavoro a settimana, i dipendenti hanno ottenuto un aumento di stipendio in cambio di una maggiore flessibilità.

Fiori nel deserto








di Gloria Muñoz Ramírez 
Viviamo anni difficili, segnati dalla complessità e dal caos. Oggi nessuno è probabilmente in grado di dire con certezza se in questo pianeta sia ancora possibile coltivare l’idea e la speranza di una natura del potere davvero differente. Le storie di dieci donne contenute nel microsito che viene presentato con questo splendido ritratto disegnato da Gloria Muñoz Ramírez potrebbero tuttavia forse raccontare quel che più si avvicina a quella speranza. Sono le donne del Consiglio Indigeno di Governo, l’espressione di una sfida piuttosto assurda: il recupero di un’idea dell’azione e della cultura politica che consideri il voto solo uno (e non certo il più importante) dei mezzi per cambiare le cose. La sfida viene lanciata in Messico proprio sul terreno più ostile a un progetto tanto ambizioso, quello della partecipazione alle elezioni presidenziali, insomma l’esatto contrario di quella centralità ossessiva della competizione elettorale che vediamo ogni giorno dilagare da questa parte del mondo.

“ Qui niente poveri né disabili” Le pubblicità classiste dei licei. E nelle presentazioni sul sito del Miur c’è chi parla di “difficile convivenza” tra ricchi e figli dei portinai













di Corrado Zunino
La prosa con cui alcune scuole del Paese, spesso i licei più prestigiosi e selettivi, si sono offerte alle famiglie per attrarre l’iscrizione dei loro figli è da censura. Nell’ansia di far apparire un istituto privo di problemi, pronto a fornire la migliore didattica senza impacci con gli adolescenti stranieri o i ragazzi bisognosi di sostegno, i dirigenti scolastici hanno licenziato rapporti di autovalutazione classisti. È tutto visibile sul sito del ministero dell’Istruzione, “Scuola in chiaro”. Oltre ai numeri degli studenti presenti e alle informazioni sui percorsi di studio, ogni scuola ha offerto una valutazione di sé. Basata su parametri offerti dal ministero, ma restituita con una propria anima.

Siria escalation dei combattimenti: bambni intrappolati, terrorizzati e uccisi






di Save the Children Italia
“Erano le 10 del mattino ed eravamo nelle nostre tende quando abbiamo sentito la prima bomba. Quando siamo usciti ci siamo resi conto che aveva colpito a 70 metri da noi, nel campo di Al Jazeera, mentre la seconda bomba è caduta a ovest, nel campo di Al Bayan, a 100 metri da noi. La terza bomba invece è caduta nella strada di fronte a noi. Quattro persone sono state uccise ad Al Jazeera, mentre 2 persone hanno perso la vita ad Al Bayan”, racconta Samer*, padre di 4 bambini che sei settimane fa è stato costretto a fuggire dalla propria abitazione e ora vive nel campo di Atmeh, a nord di Idlib. Ieri la sua famiglia è rimasta intrappolata sotto i bombardamenti e i suoi figli si sono terrorizzati. 

giovedì 8 febbraio 2018

Effetto Brexit sul Parlamento europeo









di Nicola Scocchi
L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea avrà conseguenze anche sugli equilibri all’interno del Parlamento europeo, chiamato a decidere su cosa fare dei 73 seggi britannici. Una discussione da seguire, in particolare in vista delle elezioni del 2019.

Una ipotesi di riformismo rivoluzionario per l’Europa






Roberto Romano
L’Unione Europea ha mostrato nel corso della sua storia una serie di vincoli politici, istituzionali ed economici che ne hanno limitato il suo sviluppo; questi limiti sono diventati manifesti soprattutto con la crisi economica del 2007. L’Europa nel tempo, purtroppo, è diventata una istituzione burocratica che al limite coordinava o indirizzava le politiche economiche e sociali, con degli obiettivi che diventavano sempre meno credibili in assenza di una politica pubblica nel senso stretto del termine.

La Repubblica degli astenuti: la rappresentanza in un mondo aziendalista








di Nicola Cucchi
C’è chi non vota come protesta verso il sistema, chi non vota perché non trova un partito votabile, c’è chi è disinteressato, chi è schifato, chi è distaccato, chi è sconvolto. Una certa “retorica elettoralista” che rifiuta l’astensione, in realtà ci dice: “vota e poi resta in silenzio per cinque anni!” Insistendo solo sul voto tuttavia si alimenta la tendenza a privare i cittadini di una coscienza politica del loro quotidiano.

TAP, arriva un miliardo e mezzo dalla Banca europea per gli investimenti








di Redazione QualEnergia.it
L’istituto di credito Ue ha deciso di finanziare massicciamente la costruzione del gasdotto Trans Adriatic Pipeline, un’opera considerata prioritaria da Bruxelles per variare le forniture di combustibile. Ma un nuovo studio rimarca le incognite del progetto e il suo elevato impatto ambientale.

La sinistra, l’Europa e la Quinta internazionale







di Carlo Clericetti
Questa Europa fa schifo, è strutturalmente liberista e antipopolare, dominata dalla Germania. Ma nell’era della globalizzazione e del potere delle multinazionali non c’è scelta, quindi bisogna cambiarla, puntare a un’Europa federale e democratica, e per farlo c’è bisogno di costruire un nuovo soggetto politico non limitato ad un solo paese, ma che riesca a mobilitare tutti i cittadini europei.

mercoledì 7 febbraio 2018

Che voto a fare? La sinistra e le elezioni italiane








di Sergio Cesaratto
E tu che fai? Ti astieni oppure voti per qualcuno, si domanda il popolo di sinistra in questi giorni. Al di là dell’offerta elettorale, che descriveremo più avanti, c’è un problema di fondo che riguarda la democrazia italiana e quella degli altri Paesi dell’eurozona, con l’esclusione della Germania (e dei suoi satelliti). In democrazia si vota fondamentalmente per due ordini di questioni: le scelte socio-economiche e i diritti civili.

La sinistra o il popolo? Il dilemma della France Insoumise. (L' intervista è stata pubblicata dal Le Figaro il 2/2/2018)








di Lenny Benbara
Per Lenny Benbara, la France Insoumise ha sottovalutato il talento di Emmanuel Macron, al punto di essersi fatta mettere sotto scacco da qualche mese a questa parte. Se il movimento vuole ottenere nuove vittorie, la difficoltà sarà quella di incarnare la collera e la speranza, il cambiamento e l’ordine.

Nuova ''Intesa amichevole'' franco-britannica








di Thierry Meyssan
Passato inosservato in Occidente, il rilancio del Trattato di Lancaster House da parte di Londra e Parigi inaugura una super “Intesa amichevole”, ben più pregnante di quella del 1904. Partecipe del ripristino di un mondo bipolare, essa provocherà inevitabilmente l’uscita della Francia dall’Unione Europea e la ricomparsa delle tensioni fra Parigi e Berlino.

martedì 6 febbraio 2018

Roma, sequestrati per ore per non disturbare Erdogan








di Andrea Zennaro
Città blindata e botte da orbi su kurdi e manifestanti che contestavano la venuta di Erdogan dal papa e dai vertici di Confondustria

Il dittatore turco Recep Tayyip Erdogan, in visita ufficiale a Roma, ha incontrato Papa Francesco, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Coniglio Paolo Gentiloni e alcuni importanti imprenditori con i vertici di Confindustria.

Il lavoro senza libertà nell’industria tessile dell’India







di Chiara Spadaro 
Le condizioni delle donne migranti impiegate nella filiera di Bangalore sono da “schiavitù moderna”. È quanto emerge da un nuovo report curato tra gli altri dalla campagna internazionale “Abiti puliti”. Tra le fabbriche osservate anche quelle che riforniscono grandi marchi internazionali

L’ultima fondamentalista dell’austerity. Perché le proposte della Bonino finirebbero per distruggere i diritti sociali e l’economia italiana









di Domenico Moro
Nell’intervista rilasciata al Sole24ore il 1 febbraio Emma Bonino spiega le misure contenute nel suo programma elettorale, che dovrebbero condurre alla riduzione del debito pubblico in percentuale sul Pil. La Bonino propone un inasprimento dell’austerity del Fiscal compact e una ulteriore riduzione fiscale per le imprese, compensata con l’aumento dell’Iva. Tali misure iperliberiste, però, sono state già sperimentate e hanno sortito esiti devastanti. Si tratta di misure, infatti, che non solo spostano ricchezza dai poveri ai ricchi, ma hanno un effetto depressivo sulla produzione (e sull’occupazione), portando non alla diminuzione bensì all’aumento del debito pubblico. La prima proposta, per ridurre addirittura di 22 punti percentuali il debito, è di bloccare “la spesa pubblica primaria nominale” al livello del 2017 per 5 anni.

La crisi dell’Unione Monetaria e le relazioni centro-periferia in Europa









di Dario Guarascio, Annamaria Simonazzi, Andrea Ginzburg e Giuseppe Celi
La crisi dell’eurozona (EZ) ha disvelato in modo eclatante i limiti e le imperfezioni dell’attuale assetto delle relazioni istituzionali, economiche e monetarie in Europa. La crisi dell’EZ ha radici lontane. Amartya Sen, con mirabile sintesi, inquadrava la crisi del progetto europeo come una sorta di “punizione” derivante da errori di varia natura: (i) di policy (l’anteposizione dell’unione monetaria a quella politica); (ii) di teoria economica (l’aver trascurato la lezione keynesiana abbracciando in modo via via più radicale un approccio ‘supply side’ alla politica economica); (iii) di approccio decisionale (il ‘feticismo’ delle regole contabili anteposto alla razionalità economica); (iv) di travisamento intellettuale (le misure di austerità propagandate come riforme).

La Cina è vicina? Cosa ci insegna il modello economico cinese








di Stefano Poggi
Uno degli argomenti più forti della controrivoluzione oligarchica che ha investito l’Occidente dagli anni ’70 è sempre stato il “non c’è alternativa”. Non c’è alternativa alle liberalizzazioni e alle privatizzazioni, non c’è alternativa a concentrare le ricchezze nelle mani di pochi, non c’è alternativa a lasciare la finanza a briglie sciolte. Il modello di modernizzazione neoliberale – basato sulla compressione di salari e diritti a vantaggio di una ristretta élite – è stato così presentato come un dato naturale, un’inevitabile soluzione politico-economica per tutte le società che non volessero venir escluse dall’economia globale. Questo mito è stata alimentato e potenziato da un fattore geopolitico non indifferente: la decadenza prima e la scomparsa poi dell’Unione Sovietica.

lunedì 5 febbraio 2018

Privatizzazioni, la Gran Bretagna si pente e rivuole i servizi pubblici











di Luca Pagni
Dopo il caso Carillion, sale il livello del dibattito sulla possibilità di rinazionalizzare alcune attività. Lo propone il Labour di Jeremy Corbyn, ma la discussione è aperta anche tra i liberal. Soprattutto dove non ha portato i vantaggi sperati per produttività, occupazione e tariffe

L’assenza della lotta: Amazon e la globalizzazione






di Valeria Verdolini
Vorrei partire da due questioni molto differenti, che però possono permettere di aggiungere un pezzetto al vasto dibattito che si è sviluppato attorno alla vicenda del brevetto dei braccialetti Amazon (per una ricostruzione, si rimanda qui). Sono due storie distinte, ma che presentano un tratto comune, e restituiscono una parte spesso assente in questo dibattito.

Il discorso di Mattarella ovvero lo Stato ha paura







di Jack RR
Nel discorso di fine anno del Presidente della Repubblica il richiamo alla Costituzione, al legame con l’Europa, all’importanza della fase elettorale e alla responsabilità dei ruoli istituzionali non hanno rappresentato solo frasi di rito ma sono anche un sintomo che lo Stato ha paura perchè sa di non avere soluzioni in mano a fronte di un risentimento che cresce nella massa e che gli anni a venire saranno molto duri, per noi

Banche, il problema numero uno è l’informazione







di Angelo Baglioni
La Commissione d’inchiesta sulle banche non è stata inutile. Forze politiche litigiose sono concordi su un punto: Consob e Banca d’Italia devono collaborare di più. I cambiamenti necessari per far sì che i risparmiatori siano più informati e tutelati.

La disoccupazione diminuisce? No, cresce







di Franco Bianco
E’ opportuno fare un pur breve commento agli ultimi dati su “Occupati e disoccupati” che l’Istat ha pubblicato il 31 Gennaio (1). Vi si legge, testualmernte, che “la stima degli occupati diminuisce dello 0,3% (-66 mila), tornando al livello di ottobre“: eppure l’immarcescibile ministro Poletti non ha perso l’occasione per confermarsi il forse più incapace ed incompetente ministro del Lavoro che l’Italia abbia mai avuto. Infatti, aggrappandosi a modo suo al dato della “disoccupazione” (Prospetto 1, pag. 2 del Rapporto), l’ineffabile suddetto ha gioito per la “riduzione della disoccupazione” (come lui acriticamente la legge), il cui tasso ufficiale risulta disceso al 10,8% (Prospetto 2, pag. 2: -47.000) il che, secondo lui, “conferma la tendenza positiva di fondo dell’economia italiana” in favore della diminuzione della disoccupazione.

venerdì 2 febbraio 2018

Il marxismo e la storiografia della Rivoluzione messicana








di Luis F. Ruiz
Studiosi appartenenti ai più diversi ambiti accademici hanno cercato di dare un senso alla Rivoluzione messicana, ovvero a un movimento iniziato come ribellione pluriclassista alla dittatura di Porfirio Diaz, ma sfociato in una serie di scontri regionali in cui fazioni, con agende contrastanti, combattevano l’una contro l’altra in una lotta per la terra, il potere e l’autonomia. La complessa sequenza di eventi dispiegatasi in Messico, tra il 1910 e il 1920, ha ispirato (e continua ad ispirare) gli storici a proporre differenti interpretazioni del processo rivoluzionario. Questo articolo discuterà come le interpretazioni fornite da diversi storici marxisti hanno modellato la storiografia della Rivoluzione messicana.

5 stelle e LeU: liberisti camuffati







di Paolo Ferrero
Come hanno notato molti commentatori, le promesse elettorali si sprecano da parte di tutti i partiti e poli politici. E’ evidente che in questo festival dei ciarlatani i programmi non possono essere giudicati per cosa promettono. Ha più senso verificare da dove propongono di prendere i soldi, perché questa è la vera cartina al tornasole per una politica che in campagna elettorale promette mari e monti e poi quando governa ti rifila Monti Mario o qualche altro coniglio mannaro.

António Costa: "Rafforzare le politiche di coesione per un’Europa davvero unita nella diversità"








di Redazione L'Argine
Traduzione integrale, curata da Sara Ligutti, del discorso tenuto dal Primo Ministro del Portogallo, António Costa, alla sessione plenaria del Comitato delle Regioni del 31/01/2018.

ll bazooka di Draghi è un narcotico costoso







di Andrea Del Monaco
Weidmann non si fida e vuole 85 miliardi di riserva aurea italiana

Quando la cancelliera Merkel invoca il "multilateralismo", invita il presidente Trump a ricordare le lezioni della storia e il tardivo intervento degli Usa nella Prima guerra mondiale, dovrebbe ricordare un altro precedente storico, il trattato di pace di Versailles del 1919.

Trump attaccherà l’UE e punirà Angela Merkel per aver falsificato i dati del commercio









di Malachia Paperoga
Mentre qualcuno in Italia si autoflagella per il nostro mancato rispetto delle insensate quote-latte, gli USA pensano a introdurre una più sensata quota-automobili contro la politica commerciale aggressiva della Germania. Si profila sempre di più uno scontro tra chi cerca di approfittarsi della domanda estera (Berlino) e chi tale domanda è costretto a sostenerla (Washington). Il rischio per l’Italia è quello di schierarsi dalla parte dei tedeschi, difendendo il loro atteggiamento che in primis penalizza le nostre imprese a discapito di quelle tedesche.

giovedì 1 febbraio 2018

Pensioni: una bomba sociale pronta a esplodere







di Felice Roberto Pizzuti 

INTRODUZIONE: LA “BOMBA SOCIALE”
Oramai da molti anni, nel nostro sistema previdenziale sta maturando una vera e propria “bomba sociale” che va affrontata con urgenza[1]. Le sue origini affondanonella combinazione dei cambiamenti intervenuti nel mercato del lavoro e nel sistema previdenziale a partire dagli anni ’90 e, in particolare, con il passaggio dal metodo retributivo a quello contributivo per il calcolo delle pensioni.

Per non costruire castelli di sabbia







di Carlo Ridolfi 
Smettere di pensare la scuola separata dal territorio per ripartire dall'”educazione diffusa”, considerare le ricadute sui processi educativi dell’universo delle tecnologie dell’informazione, affrontare il problema delle risorse. A proposito di “baby gang”, scuola e azioni straordinarie, dopo l’articolo di Andrea Sola, La funzione salvifica della scuola – che ha raccolto molte attenzioni – pubblichiamo un intervento di Carlo Ridolfi. Per non rinunciare ad aprire una discussione vera.

I fertilizzanti producono smog








di greenreport.it
I terreni coltivati della Central Valley della California sono una grande fonte di inquinamento da ossido di azoto.
Secondo lo studio “ Agriculture is a major source of NOx pollution in California”, «Una fonte precedentemente non riconosciuta di ossido di azoto (NOx) sta contribuendo fino al 40% circa delle emissioni di NOx in California».

Sul lungo periodo. Breve storia di Lukács





di Matteo Marchesini 
A metà della Montagna incantata, Thomas Mann introduce il personaggio di Naphta, un ebreo gesuita che da lì in poi si contende col massone Settembrini il ruolo di pedagogo del protagonista Castorp. Mentre Settembrini descrive con passione la razionalità del progresso umano, Naphta esalta con razionalità implacabile le passioni più oscure e diaboliche. In lui l’anima reazionaria coincide con quella rivoluzionaria: Mann lo definisce appunto “un rivoluzionario della conservazione”, un rivoluzionario “aristocratico”.

Al voto, al voto: il Pd un sultanato ex Dc, i separati in casa di Liberi e Uguali e la sfida di Potere al popolo





di Vindice Lecis
Il Pd di Renzi ha le movenze forlaniane di Pierferdy Casini candidato a Bologna e la smarrita supponenza di Beatrice Lorenzin imposta a Modena. In queste due provincie, dove un tempo il Pci aveva il 45% dei voti, si abbatte punitiva la tempesta perfetta di un democristiano da manuale e di una ministra prodotta dal vivaio berlusconiano e levigata nella minore covata alfaniana.

Stati Uniti d'Europa? Pura demagogia







di Pino Cabras
Fra tutte le fughe in avanti di questa campagna elettorale ce n’è una che mi scandalizza ancor più delle mirabolanti promesse di tipo economico: i fantomatici Stati Uniti d’Europa, evocati dall’ultraliberista Bonino, dal PD e perfino dal sindaco di Cagliari, Zedda. 

La retorica dell'eccellenza è una truffa







di Andrea Zhok
È uno slogan sempre più spesso nella bocca dei politici. Ma nessuna società funziona sulla base di un pugno di "migliori". E anzi fa riferimento a un modello di società fallimentare

mercoledì 31 gennaio 2018

Perché delle cavie umane utilizzate dalle multinazionali farmaceutiche non si scandalizza nessuno?








di Francesco Santoianni 
Una guerra commerciale dietro lo “scandalo” delle “cavie umane” utilizzate per testare la pericolosità dei gas di scarico di alcune auto tedesche? Parrebbe di si considerato che il tutto nasce da una “inchiesta” del New York Times. Come la campagna mediatica scatenatasi nel 2015 quando la statunitense Environmental Protection Agency accusò i diesel tedeschi di emettere ossidi d’azoto oltre i limiti consentiti. E tutto questo mentre passava quasi inosservato il ritiro di ben 800.000 auto da parte della General Motors per un difetto al blocchetto d’accensione, che aveva provocato almeno 13 incidenti mortali.

Europa: il tavolo delle riforme e l’Italia che non c’è






di Luca Picotti 
Il dibattito sulla riforma dell’Eurozona che si sta sviluppando in Francia e Germania non sembra trovare un’adeguata eco in Italia, dove la retorica di una campagna elettorale fatta di slogan e promesse irrealizzabili non lascia spazio ad una discussione seria sul futuro dell’Europa, casa comune nella quale, salvo improbabili sorprese, siamo destinati ad alloggiare ancora a lungo. Emmanuel Macron[1] e Angela Merkel, rilanciando il Trattato dell’Eliseo, si apprestano a rivitalizzare l’asse franco-tedesco in vista di una revisione dell’architettura finanziaria dell’Eurozona, operazione necessaria per permettere alla moneta unica di sopravvivere dinanzi alle sfide globali.