di Francesco Ruggeri
Nonostante l’ostilità della maggioranza dei suoi deputati e dell’establishment britannico, Jeremy Corbyn sembra procedere ormai sicuro verso una riconferma alla guida del Labour. Anzi, secondo un sondaggio del Times, può contare sui voti del 62% degli iscritti, aumentando così la percentuale già record del 59% con la quale era stato eletto leader l’anno scorso. Un risultato eccezionale alla luce di un sondaggio rivelato dall’Independent di oggi: la maggior parte degli elettori, anche non sostenitori di Corbyn, ritiene che la stampa mainstream sia prevenuta su di lui.
Resta a lunga distanza, nonostante la forsennata campagna bipartisan, l’unico sfidante, il deputato Owen Smith, ex ministro ombra del Lavoro e delle Pensioni, che sembra si debba accontentare del 38% dei consensi. Corbyn ha potuto contare anche sulla “carica” di migliaia di nuovi iscritti che si sono tesserati nei mesi passati per sostenere la sua leadership finita sotto l’assedio di una fetta sostanziale della “nomenclatura” del partito. Il Labour però, sostiene il Times, rischia a questo punto una scissione, quando il 24 settembre verrà proclamato il nuovo, o piuttosto riconfermato, leader.
Resta a lunga distanza, nonostante la forsennata campagna bipartisan, l’unico sfidante, il deputato Owen Smith, ex ministro ombra del Lavoro e delle Pensioni, che sembra si debba accontentare del 38% dei consensi. Corbyn ha potuto contare anche sulla “carica” di migliaia di nuovi iscritti che si sono tesserati nei mesi passati per sostenere la sua leadership finita sotto l’assedio di una fetta sostanziale della “nomenclatura” del partito. Il Labour però, sostiene il Times, rischia a questo punto una scissione, quando il 24 settembre verrà proclamato il nuovo, o piuttosto riconfermato, leader.
Al voto 650mila tra iscritti e sostenitori. Spedite il 22 agosto le prime schede elettorali. La base elettorale è suddivisa tra i circa 350mila iscritti, 129mila sostenitori che hanno versato 25 sterline a testa per partecipare al voto e altri 168mila elettori appartenenti ai sindacati e ad altre organizzazioni vicine al Labour. Al di là delle pesanti polemiche che hanno finora accompagnato la sfida per la leadership, il voto si è finora rivelato salutare per le casse del Labour che, fissando a 25 sterline (circa 29 euro) il prezzo del tesseramento per acquisire lo status di sostenitore, ha incassato oltre 3,2 milioni di sterline. È un segnale in controtendenza, rileva la Bbc, rispetto al costante calo degli iscritti sofferto dai due principali partiti britannici negli ultimi 40 anni. Gli iscritti al Partito conservatore attualmente non superano i 150mila. Le schede con i voti dovranno essere rispedite entro le 12 del 21 settembre, mentre tre giorni dopo, il 24 settembre, a Liverpool verrà annunciato il vincitore.
Owen Smith, che vanta il sostegno di due calibri da novanta del Labour, il sindaco di Londra Sadiq Khan e la leader dei laburisti scozzesi, Kezia Dugdale, ha annunciato che intende opporsi, se vincerà, ad un avvio automatico della Brexit. Intervistato dalla Bbc, Smith ha spiegato che «Theresa May ha detto che Brexit significa Brexit, ma nessuno sa cosa significherà uscire dall’Ue. Non è possibile firmare un’assegno un bianco ai conservatori perchè stabiliscano le condizioni della Brexit». A stretto giro di portavoce la risposta della May: ha escluso che ci possano essere un secondo referendum o elezioni politiche dopo il voto sulla Brexit, tutt’al più una consultazione, non vincolante, della Camera dei comuni prima di attivare l’Articolo 50 del trattato di Lisbona.
Da parte sua, Jeremy Corbyn, ha promesso che un governo da lui guidato costruirà un milione di nuovi alloggi in cinque anni, di cui almeno 500mila case popolari e introdurrà una Carta dei Diritti degli Inquilini. Per sei anni consecutivi i governi conservatori hanno scelto di non fare niente per assicurare una casa alla gente e ora la crisi degli alloggi è senza precedenti: i senzatetto sono raddoppiati, ci sono 200mila proprietari di case in meno, gli affitti sono alle stelle e mancano case a prezzi accessibili. I prezzi degli alloggi sono cresciuti sei volte più in fretta degli stipendi; secondo l’associazione di beneficienza Shelter entro il 2020 sarà necessario uno stipendio di 64mila sterline per comprarsi una prima casa.
Il Labour userà la National Investment Bank per lanciare un enorme piano edilizio e ridare un ruolo fondamentale agli enti locali come costruttori e fornitori di alloggi. Una nuova Carta dei Diritti degli Inquilini offrirà un maggiore sostegno ai giovani che non possono permettersi di comprare una casa e sono costretti ad affittarla, compresi contratti di almeno tre anni, protezione dagli aumenti irragionevoli degli affitti e dagli sfratti illegali, messa al bando delle tasse amministrative e una legislazione contro condizioni abitative carenti e pericolose. «La nostra politica sugli alloggi è un punto fondamentale nel piano di ricostruzione e trasformazione della Gran Bretagna, per assicurare che nessuna persona e nessuna comunità venga lasciata indietro», ha spiegato Corbyn.
Fonte: popoffquotidiano.it
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.