Intervista a Raffaele De Dominicis di Lorenzo D'Albergo
"Ho uno spirito laico, come lo aveva il mio amico Pannella, e non ho potuto dire di no: con me la festa in Comune è finita. Non si scherza più". Raffaele De Dominicis, ex procuratore regionale della corte dei Conti del Lazio in pensione ma da due mesi professore universitario di Economia delle amministrazioni pubbliche, è il nuovo assessore al Bilancio del Campidoglio.
Partiamo dall'inizio: quando ha incontrato per la prima volta la sindaca Raggi?
Dica la verità, ha votato M5S?
"Le rispondo con una domanda. Com'è il voto? Libero, personale e segreto. Ma le dirò anche che il M5S ha successo perché non ha dei precedenti politici condizionanti. Se poi troverò intenti sotterranei... non fanno per me".
Il suo predecessore Marcello Minenna e la sua collega, la magistrata Carla Raineri, hanno lasciato proprio per allontanarsi da "interferenze e compromessi al ribasso".
"Non mi interessa quello che è successo. Non sul piano politico. Ho accettato per dare un contributo di chiarezza e professionalità. Sono un tecnico".
Primo impegno?
"Chiamerò a rapporto i dirigenti. Devono rimboccarsi le maniche. Nessuna omissione. Se ci sono problemi, non esiterò a far rispettare le regole. L'ufficio finanziario è il cuore del Comune".
Più facile non perdere il ritmo con i fondi delle Olimpiadi. Cosa pensa di Roma 2024?
"Se me lo chiederanno, dirò che si debbono fare. Sono un'opportunità per la città e un evento di interesse nazionale".
Sul web qualcuno ironizza sul suo inglese.
"E dimentica quello che ho fatto. Ho sollevato la questione di legittimità costituzionale sul finanziamento pubblico ai partiti. Poi c'è l'inchiesta su metro C. Ho sempre lavorato per lo Stato e continuerò a farlo. Sono tornato dalla pensione per dare il mio contributo. Non sono un vecchietto".
Ai consiglieri e alla base M5S pare stare molto a cuore il tema stipendi. Il suo a quanto ammonterà?
"Ne devo ancora parlare con la sindaca. Ma si tratterà di un salario normale. Pane e olio o pane e caviale, per me è la stessa cosa. Ma mi faccia dire una cosa... Roma è la capitale della cultura. Un giacimento che può dare lavoro e che va difeso con trasporti efficienti e strade pulite".
O con un'inchiesta. Da procuratore accusò le agenzie di rating di aver declassato l'Italia senza tenere conto del suo patrimonio artistico. Un unicum.
"Ho difeso l'economia pubblica. Come quando ho preso di petto Morgan Stanley sui derivati del Tesoro".
Fonte: La Repubblica
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