La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

domenica 12 marzo 2017

Ritorno al passato

di Luigi Pizzolo 
Che anno il 2007! La Juventus era in serie B, la Lehman Brothers sembrava una delle più solide banche d’affari del mondo, nessuno di noi comuni mortali sapeva cosa cavolo fossero i derivati, nessun giovane sapeva cosa fossero i voucher, la globalizzazione induceva a sperare che i poveri del mondo avrebbero avuto l’opportunità di condividere qualche risorsa in più con i più ricchi e, al Lingotto, nasceva il PD. Era solo dieci anni fa e in dieci anni è cambiato tutto, tutto si è ribaltato e pazienza per la Juve), PD compreso. Al primo appuntamento si parlava ancora di lavoratori da rappresentare, di giustizia sociale, di redistribuzione equa della ricchezza. Ma fu evocata anche, come esempio da seguire, la “terza via” del socialismo europeo e il suo mentore: Tony Blair.
Il pupillo della City londinese, del capitale finanziario (proprio quello che fu causa della grande depressione cominciata nel 2008) il quale ha tratto gran beneficio dalle politiche fiscali che favorivano coloro che ottenevano rendite dai patrimoni invece che dal lavoro. Attrasse capitale finanziario nella City, presentandola come il paradiso fiscale di maggior redditività. 
Oggi non sarà necessario evocarlo, sarà presente. Non personalmente ma per “interposta norma”, l’annunciata Flax Tax. Oggi, comunica il Ministro Martina, braccio sinistro di Renzi, nascerà il “Partito del Paese”. Avendo il fu Partito della Nazione sbattuto il muso contro voto amministrativo e referendum costituzionale, provano, senza nemmeno tanta fantasia, a riproporre gli stessi concetti con un sostantivo diverso. E come dieci anni fa, sempre fonte Martina, si riproporranno i temi della protezione sociale e del sostegno al lavoro. C’è un problema, però. Non si tratta di temi nuovi, emersi solo ieri e per cui è necessario trovare il tempo di attrezzarsi per affrontarli e risolverli. In tre di questi dieci anni (e tre anni, quando si tratta di scelte politiche, non sono affatto pochi), al governo ci sono stati proprio Renzi e Martina. Insieme ad Orlando. 
E’ annunciato, proprio per oggi, un intervento di Beppe Vacca. Lo ricordo, tra l’altro, come un intelligente e rigoroso presidente nazionale dell’Istituto Gramsci. Ecco, sarebbe auspicabile che il Prof. Vacca spiegasse chi fu Antonio Gramsci e il suo concetto di “Egemonia”, la cui funzione non mira solo alla formazione di una volontà collettiva capace di trasformare la società, ma anche all’elaborazione, allo studio, e quindi alla diffusione ed attuazione di una nuova concezione del mondo. Sarebbe auspicabile che si capisse che quelli che si annunciano come impegni programmatici, alla fine non produrranno nulla, saranno solo slogan dalla dubbia efficacia comunicativa se non si pone con forza il vero tema della questione: nessuna reale protezione del lavoro, nessuna giustizia sociale potrà mai realizzarsi se si rimane all’interno dello schema neoliberista. 
E’ vero ed innegabile che gruppi sociali che storicamente vedevano nella sinistra il loro punto di riferimento, se ne sono progressivamente allontanati ben prima che Renzi divenisse leader del PD e Presidente del Consiglio. Matteo ha, come dire,….completato l’opera. Si tratta di una responsabilità che grava sull’intera classe dirigente della sinistra italiana, ed europea, degli ultimi vent’anni. Ma la soluzione non può essere la rottamazione, che si è rivelata non rinnovamento quanto piuttosto un’agguerrita lotta di potere fine a se stessa. La soluzione sta nel trovare strade nuove, che superino necessariamente l’orizzonte del capitalismo per come si è affermato negli ultimi decenni. Se questo è un tema che è ripetuto quasi ossessivamente da Papa Francesco, perché deve continuare ad essere un tabù per la sinistra? Quando, e sarà solo domani, l’industria 4.0 grazie all’automazione espellerà dai processi produttivi forza lavoro umana, come affronteremo questo tema? Si può continuare ad adottare misure contingenti (vedi la legge di contrasto alla povertà), e che non risolvono strutturalmente certi problemi? 
Ai neoliberisti questi temi importano il giusto, sarà il mercato, il più “deregolarizzato” possibile, a generare le soluzioni. Ma proprio questi ultimi dieci anni ci hanno dimostrato quanto sia falso e tragicamente dannoso tale assunto. Ma al Lingotto sembrerebbe che il tempo sia passato inutilmente. Il tutto sembrerebbe esaurirsi al ritorno in campo del Ghibellin fuggiasco (dopo il referendum), che riproporrà la sua visione del futuro (uguale a quella del passato) e della magnificenza di un modello superato e precotto come la Silicon Valley (temo non dirà nulla dei diritti dei lavoratori di quei lontani luoghi). Noi intanto, allegri secchioni e nerds, continueremo sforzarci per studiare soluzioni per il futuro. Poi se qualcuno, dopo lo spritz del Lingotto, avrà curiosità glielo spiegheremo. Per il momento, non ci interessa ritornare al passato. 

Fonte: largine.it 

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