La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 18 agosto 2015

Guarda l'Expo quant'è bello


di Domenico Cirillo
Non è il momento di allon­ta­narsi troppo da Ber­lino. Angela Mer­kel deve pre­si­diare le inquie­tu­dini del suo par­tito in vista del voto sul terzo pac­chetto greco in pro­gramma domani al bun­de­stag. E così la pro­messa visita all’Expo di Milano è diven­tata un blitz, anti­ci­pato di un giorno e durato in tutto quat­tro ore. Bene lo stesso per Mat­teo Renzi, che prima ha festeg­giato con il solito tweet cele­bra­tivo dell’Expo, poi ha inter­rotto le ferie per acco­gliere, con la moglie Agnese, la can­cel­liere e il di lei marito Joachim.
Veloce giro obbli­gato per i padi­glioni ita­liano e tede­sco, pic­cola devia­zione impre­vi­sta verso il padi­glione dell’Alto Adige, dove atten­deva il pre­si­dente della pro­vin­cia di Bol­zano con speck, vino bianco e succo di mela: la can­cel­liera ama le vacanze in mon­ta­gna a Solda. Folla all’arrivo degli ospiti, anche per­ché l’ingresso ai padi­glioni è stato inter­rotto con note­vole anti­cipo e i nor­mali visi­ta­tori hanno finito per ammas­sarsi nel caldo pome­rig­gio.
Qual­che applauso ma anche fischi e con­te­sta­zioni ben distin­gui­bili nella calca di tele­ca­mere e smart­phone. Tanto che i gior­na­li­sti pre­senti hanno colto lo sfogo della pre­si­dente di Expo spa Bracco: «Non si fa così con un’ospite molto carina, sono dei villani».
Nel padi­glione zero, davanti a una parete dove scor­rono le quo­ta­zioni di borsa, il pre­si­dente del Con­si­glio ita­liano ha preso il tele­fo­nino e rivol­gen­dosi alla can­cel­liera tede­sca ha fatto que­sta bat­tuta: «Fammi con­trol­lare lo spread». Poco dopo, a cena, nel risto­rante del padi­glione ita­liano — il mila­ne­sis­simo Peck — ha pro­po­sto un brin­disi con lo spu­mante «Orgo­glio Ita­lia». Mer­kel, in cam­bio, ha rispo­sto «of course» a un gior­na­li­sta che è riu­scito a chie­derle se aveva gra­dito il padi­glione zero. Suc­ces­si­va­mente il mini­stro dell’agricoltura Mar­tina, pre­sente nel cor­teo, ha garan­tito che la can­cel­liera «ha fatto mol­tis­simi com­pli­menti anche al padi­glione Ita­lia». Con il com­mis­sa­rio Sala, invece, Mer­kel si è infor­mata riguardo al destino dei padi­glioni quando, da qui a due mesi e poco più, l’esposizione uni­ver­sale sarà chiusa. «Siamo arri­vati in tempo per l’Expo e saremo in tempo anche per il futuro», è stata la pro­fe­tica risposta.
La stampa tede­sca ha com­ples­si­va­mente igno­rato il pome­rig­gio a Rho della can­cel­liera, dedi­cando invece molta atten­zione al pros­simo viag­gio in Bra­sile: Mer­kel par­tirà domani, una volta incas­sato il sì del par­la­mento al pac­chetto greco varato dall’eurogruppo. Inter­vi­stata dalla tele­vi­sione pub­blica Zdf, la can­cel­liera si è detta certa dell’intervento del Fondo mone­ta­rio inter­na­zio­nale a garan­zia del debito greco, argo­mento che può risul­tare deci­sivo nel con­vin­cere i depu­tati con­ser­va­tori con­trari agli aiuti. Ma ha par­lato anche dell’immigrazione come la que­stione più impor­tante, che dovrebbe impe­gnare i lea­der euro­pei «molto più della Gre­cia o della sta­bi­lità dell’euro». La situa­zione dei richie­denti asilo per Mer­kel è «asso­lu­ta­mente insod­di­sfa­cente» e sarà un test «per vedere se noi euro­pei siamo in grado di agire assieme». In patria que­sta enfasi sui richie­denti asilo è stata letta come un ten­ta­tivo di smar­carsi dal più pro­ble­ma­tico dos­sier greco, in Ita­lia invece come un segno di atten­zione alle richie­ste di Renzi di mag­gior coo­pe­ra­zione europea.
Ma la prin­ci­pale richie­sta di Renzi alla can­cel­liera è evi­den­te­mente un’altra, anche se la cena con le fami­glie non può essere stata riso­lu­tiva. Il governo ita­liano in vista della legge di sta­bi­lità, che dovrà essere pre­sen­tata a metà otto­bre in par­la­mento, ha biso­gno che Ber­lino con­ceda mar­gini per la spesa in defi­cit al di fuori di quello che è pre­vi­sto dai trat­tati. I conti non sono troppo dif­fi­cili da fare, visto che la mano­vra è stata annun­ciata da 25 miliardi di euro, e 19 sono desti­nati a coprire le clau­sole di sal­va­guar­dia che altri­menti fareb­bero scat­tare l’aumento dell’Iva. In più la sola abo­li­zione dell’Imu-Tasi sulla prima casa pro­messa del pre­si­dente del Con­si­glio costerà tra i quat­tro e i cin­que miliardi. Le pro­messe però sono ancora tante, la più costosa delle quali è di nuovo rivolta alle aziende: la pro­roga della decon­tri­bu­zione per i nuovi assunti. Da qui le spe­ranze di gua­da­gnare mar­gini di mano­vra. «Siamo nella con­di­zione di chi ha pro­messo riforme e le sta facendo, dun­que ha diritto a fles­si­bi­lità. Il punto è quanta ne otter­remo», ha detto il vice­mi­ni­stro dell’economia Morando. La cre­scita lenta del Pil com­plica il puzzle, e non è detto che Renzi ottenga soli­da­rietà da Ber­lino in nome del comune pro­blema. Pro­prio ieri la Banca cen­trale tede­sca ha pre­vi­sto una cre­scita «vigo­rosa» nel secondo seme­stre 2015, per la Germania.

Fonte: Il manifesto

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.