di Alain Goussot
Parigi è sotto choc, traumatizzata, la Francia si è risvegliata con l’orrore. Duecento morti, duecento feriti di cui alcuni gravissimi. È un bilancio pesantissimo, uno vero stato di guerra. Il primo pensiero va alle vittime, al terrore che hanno vissuto prima di essere uccise barbaramente, e alle loro famiglie che vivono l’angoscia della perdita dei propri cari.
Personalmente sono sconvolto come figlio di un parigino, per me, cresciuto a Charleroi in Belgio, Parigi era una seconda casa, conosco bene i luoghi dove è avvenuta la tragedia.
La domanda che bisogna tuttavia porsi è perché tutta questa violenza? Propongo qui alcune considerazioni sulle quali i cittadini e chi ha responsabilità politiche farebbero meglio a riflettere per evitare che la situazione precipiti verso la barbarie e una violenza senza fine.
1) La logica di guerra provoca guerra, odio e distruzione: sono ormai venticinque anni che i cosiddetti Occidentali (in particolare Usa, Francia e Gran Bretagna) portano la guerra in tutto il mondo arabo-musulmano distruggendo interi Stati come l’Iraq, la Libia e adesso la Siria. Stati che facevano da argine contro i gruppi fondamentalisti in quel mondo.
2) L’alleato maggiore degli Occidentali è l’Arabia-Saudita che è il contrario della democrazia e che finanzia e dà sostegno a questi gruppi islamisti che combattevano i regimi di Saddam Hussein, Ghedaffi e Assad, perché questa alleanza?
3) In Francia dalla famosa marcia dei beur – figli dei migranti arabi della seconda e terza generazione – del 1983 che chiedevano più eguaglianza, giustizia e diritti reali, non solo non è cambiato nulla ma la situazione è peggiorata con più diseguaglianza, più razzismo e più islamofobia. L’ultima marcia di 100.000 persone è stata di dieci giorni fa proprio a Parigi. I vari governi, fra cui quello attuale, non solo sono rimasti sordi ma hanno inseguito sul suo terreno le posizioni xenofobe del Fronte nazionale. Questo non ha fatto che fare crescere rabbia e disperazione nelle periferie delle città francesi con l’effetto che molti giovani agganciati sui social network hanno creduto e finito, manipolati più delle volte, per dare un senso alla propria esistenza tramite una ideologia di morte.
4) La non risolta questione palestinese e il sostegno occidentale, ultimamente francese, al colonialismo israeliano non hanno fatto che peggiorare le cose.
5) La crisi sociale dovuta alle politiche di austerità del governo socialista, deludendo le aspettative, non ha fatto che amplificare diseguaglianze e intolleranza, ha creato un crollo dei valori e una crisi profonda della sinistra francese (nelle sue varie componenti) che aveva rappresentato per decenni un punto di riferimento per i lavoratori, soprattutto provenienti dal mondo dell’immigrazione magrebina. Continuare sulla strada della logica di guerra, senza fare una analisi profonda, non potrà che peggiorare le cose, solo una risposta di tipo socio-politico (più giustizia e eguaglianza nella società francese e nei rapporti tra popoli), culturale (più tolleranza e dialogo), e educativo (più formazione all’incontro con l’altro e al riconoscimento delle nostre umanità reciproche). Sembrerà una utopia in questo momento, ma sono convinto che agendo la carta dell’apertura, del dialogo, della costruzione comune, ovunque, di spazi d’incontro e d’ascolto reciproco, nelle scuole, nei quartieri e nei luoghi di vita sociale si potrà sconfiggere l’odio, la barbarie e riaccendere in tutti il senso della propria umanità. Ma per questo occorre anche che le classi dirigenti che hanno provocati questi disastri che ci portano verso la disumanità facciano un minimo di autocritica e cambino politiche a livello internazionale andando coerente verso politiche di vera giustizia e cooperazione tra i popoli.
Parigi oggi è ferita a morte, ma lo sono state tante città del Medio-Oriente dall’Iraq alla Libia e la Siria con centinaia, anzi migliaia di morti (basta pensare al massacro di più di 150 curdi durante una manifestazione pacifica in Turchia, alleata dell’Occidente, curdi che sono considerati come terroristi pure essendo gli unici a combattere seriamente contro l’Isis!). Bisogna dire la verità, fare trasparenza e eliminare ogni ipocrisia. Ricordiamoci che l’umanità, attraverso le sue differenze, è una. Dobbiamo salvarla dalla barbarie e dalla logica distruttiva della guerra. Nelle guerre sono solo gli innocenti che pagano sempre il prezzo più alto, è vero per i parigini morti ieri negli attentati ma lo è anche per i siriani, gli iracheni e i libici. Ad una politica umana di pace e giustizia vera non c’è alternativa.
Fonte: comune-info.net
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