La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 16 novembre 2015

Le vittime non francesi della guerra contano

di David Swanson 
Siamo tutti francesi. A quanto pare. Anche se non siamo mai tutti libanesi o siriani o iracheni, per qualche ragione. Né cittadini di una lista molto, molto lunga di altri posti.
Siamo indotti a credere che le guerre statunitensi non siano tollerate e plaudite a causa del colore o della cultura di chi è bombardato e occupato. Ma lasciate che un numero relativamente piccolo di persone sia ucciso in un territorio bianco, cristiano dell’Europa occidentale, con un governo favorevole alla guerra, e improvvisamente la partecipazione è all’ordine del giorno.
“Questo non è solo un attacco al popolo francese; è un attacco all’umana decenza e a tutte le cose che ci sono care”, dice il senatore statunitense Lindsey Graham.
Non sono sicuro che mi siano care TUTTE le stesse cose che sono care al senatore, ma per la maggior parte penso che egli abbia assolutamente ragione e che la compassione dovrebbero essere dannatamente bene essere all’ordine del giorno dopo un orrendo massacro in Francia.
Penso che esattamente la stessa cosa dovrebbe applicarsi anche in ogni altro luogo della terra. La maggior parte dei morti in tutte le guerre recenti sono civili. Non è difficile simpatizzare che la maggioranza dei civili, una volta che siano superate barriere superficiali. Tuttavia i media statunitensi non si sono mai sognati di affermare che i morti in Yemen o in Pakistan o in Palestina sono attacchi alla nostra comune umanità.
Ho incluso più sopra “governo favorevole alla guerra” come qualifica, perché posso ricordare un tempo, nel 2003, quando io ero quello che gridava “Siamo tutti francesi”, e i promotori della guerra negli Stati Uniti demonizzavano la Francia per il suo rifiuto di appoggiare una guerra statunitense imminente garantita catastrofica e controproducente. La Francia mostrava partecipazione per i morti statunitensi dell’11 settembre ma consigliava razionalità, decenza e onestà nella reazione. Gli Stati Uniti mandarono al diavolo la Francia e ribattezzarono le patatine fritte [‘french fries’, cioè ‘fritte francesi’ in inglese – n.d.t.] negli edifici degli uffici del Congresso.
Oggi, al quattordicesimo anno della guerra al terrore che affidabilmente produce altro terrore, la Francia è un invasore, saccheggiatore, bombardatore entusiasta e propagandista di un fanatismo odioso. La Francia vende anche miliardi di dollari di armamenti ad amabili piccoli bastioni di uguaglianza e libertà quali l’Arabia Saudita, ignorando accuratamente il finanziamento saudita a gruppi terroristici anti-occidentali.
Quando il militarismo statunitense non riuscì a prevenire l’11 settembre io pensai effettivamente che ciò si sarebbe tradotto in una riduzione del militarismo. Quando un aereo russo è stato recentemente fatto esplodere ho immaginato per un secondo che la Russia avrebbe imparato la lezione e avrebbe smesso di ripetere gli errori statunitensi. Quando c’erano appena stati gli uccisi in Francia non ho avuto tempo di fantasticare riguardo a una Francia che tornasse alla ragione, poiché un presidente “socialista” stava già facendo la propria imitazione di Dabliù [Bush] sulle macerie:
“A tutti quelli che hanno visto queste cose orribili”, ha detto François Hollande, “voglio dire che condurremo una guerra che sarà spietata. Poiché quando i terroristi sono capaci di commettere atrocità simili devono essere sicuri che hanno di fronte una Francia determinata, una Francia unita, una Francia che si mantiene insieme e che non si lascia impressionare, anche se oggi esprimiamo un dolore infinito”.
Il video non ricorda Bush e il termine francese combat non significa necessariamente guerra solo perché ilWashington Post dice che lo significa. Può significare lotta in qualche altro senso. Ma in quale altro senso, esattamente, non sono sicuro. Processare ogni responsabile sarebbe naturalmente del tutto sensato, ma un sistema di giustizia penale non dovrebbe essere spietato. E’ la guerra che dovrebbe essere spietata. Ed è una guerra che garantirebbe altri attacchi. Ed è una guerra che la Francia ha iniziato.
“E’ compito di chi riflette non stare dalla parte dei boia”, ha detto Albert Camus.
Per favore, torna alla riflessione, Francia.
Ti amiamo davvero e ti auguriamo ogni bene e siamo profondamente addolorati per l’influenza degli Stati Uniti contro le tue tendenze migliori.

Da Z Net Italy- Lo spirito della Resistenza è vivo
Originale: Davidswanson.org
Traduzione di Giuseppe Volpeu
©2015 ZNet Italy- Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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