di Roberto Savio
Il Congresso degli Stati Uniti, sotto la valorosa dirigenza dei Repubblicani, ha posto il veto all’ingresso dei rifugiati siriani negli Stati Uniti, compresi donne e bambini, contro l’intenzione di Obama di accettarne 10.000 – una quantità simbolica per un paese che accetta 50.000 profughi ogni anno –mentre la Germania sta facendo entrare almeno 800.000 siriani.
Ciò che è spaventoso è la totale ignoranza del mondo che c’è dietro quel veto. Secondo il New York Times, più del 30% dei senatori statunitensi non hanno mai posseduto un passaporto e il Senato degli Stati Uniti – la scintillante cappella del destino eccezionale di questo paese (l’unica vera democrazia, come notoriamente la dichiarò una volta da George W. Bush) – è un eccellente esempio dell’eccezionalismo della democrazia statunitense.
In base alla costituzione, ognuno dei due stati dell’unione ha due membri del Senato: dal Wyoming con soltanto appena poco più di 563.000 abitanti, alla California con più di 37 milioni.
Secondo la stessa costituzione, il Presidente degli Stati Uniti non viene eletto con i voti dei cittadini, ma con un voto legato agli stessi stati. Questa democrazia molto particolare probabilmente protegge i senatori ancora di più tramite l’inevitabile localismo di un grande paese, benedetto da ogni tipo di risorse naturali, e i cui presidenti sono gli unici che parlano a nome degli Stati Uniti e del genere umano.
Ma se l’élite repubblicana avesse letto anche soltanto un pochino di notizie circa lo Stato Islamico-ISIS e la Siria, questo avrebbe probabilmente evitato un’azione in gran parte disinformata e spietata, decisa nella totale ignoranza del dramma siriano: 100.000 morti, quattro milioni di rifugiati, e la distruzione di un paese benedetto da monumenti di raro valore e da una classe media vasta e colta.
Riguardo alla guerra siriana, avrebbero appreso che c’è rimasto poco di siriano nel conflitto, se soltanto avessero letto i giornali. Gli alleati degli Stati Uniti – Arabia Saudita e Qatar – stanno, di fatto appoggiando l’ISIS, finanziariamente e con le armi. Questo è ben noto a Washington.
Il vice-presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha esposto le cose chiaramente durante delle osservazioni fatte pubblicamente nell’ottobre 2014, quando disse: “I nostri alleati nella regione…erano così determinati a far cadere Assad e ad arrivare fondamentalmente a una guerra su procura sunnita-sciita, che cosa hanno fatto? Hanno riversato centinaia di milioni di dollari e diecine di migliaia di tonnellate di armi su chiunque che avrebbe combattuto contro Assad, eccetto il fatto che coloro che venivano riforniti in questo modo erano al-Nusra e al-Qaida e gli elementi estremisti jihadisti che arrivavano da altre parti del mondo.”
A Washington è anche chiaro che in questo conflitto gli alleati degli Stati Uniti sono l’Iran, Hezbollah e i Curdi, che sono i suoi nemici dichiarati. E ora il Presidente Barack Obama sta facendo un’alleanza con Putin che è il soggetto delle sanzioni degli Stati Uniti e dell’Europa, in seguito agli eventi in Crimea e in Ucraina.
Analogamente, l’ISIS ha chiunque come nemico, ma nessuno lo sta realmente combattendo . L’ISIS non è un nemico di Assad e della Russia che sono impegnati a combattere i gruppi ribelli (tra i quali si possono trovare pochi ribelli siriani non religiosi). Anzi, Assad ha usato l’ISIS e altri gruppi fondamentalisti per dimostrare all’Occidente che è meglio mantenerlo al potere.
L’ISIS non è un nemico della Turchia che appoggia il ramo siriano di al-Qaida (Jabhat al-Nusra) e che ha appoggiato i combattenti dell’ISIS, come ha dimostrato la Columbia University in una lunga lista dei rapporti tra Turchia e ISIS. La Turchia combatte essenzialmente i Curdi che sono la principale forza che combatte l’ISIS.
L’ISIS, naturalmente, non è nemica dell’Arabia Saudita che condivide la stessa visione dell’Islam. L’ISIS non è neanche nemica degli iraniani che sono sciiti e che considerano il conflitto tra i sunniti radicali e quelli moderati come un loro problema interno. Intervengono soltanto per difendere l’Iraq che è anch’esso uno dei pochi paesi sciiti perché la vasta maggioranza dell’Islam è sunnita. L’ISIS non è neanche nemico di Israele che considera il conflitto siriano come qualcosa che divide gli arabi e relega il problema palestinese a un livello inferiore.
Ecco perché, malgrado i bombardamenti inefficaci da parte di Francia e Stati Uniti e ora, parzialmente, delle Russia (la cui priorità è stata di bombardare i ribelli che combattono Assad), non c’è alcuna reale minaccia per l’ISIS.
La guerra siriana non è più una guerra combattuta dai siriani. E’ una guerra in cui molte potenze straniere sono pronte a combattere fino all’ultimo siriano. E ora compare il Congresso degli Stati Uniti che considera equivalente essere siriano a essere terrorista, mentre i siriani sono in realtà vittime di tutti!
Ora sappiamo che il massacro di Parigi del 13 novembre è stato organizzato interamente da europei senza nessun arabo che arrivasse dalla Siria… e che il passaporto siriano trovato vicino a un kamikaze è stata una finta intesa a creare il rifiuto di profughi da parte degli europei. Non è una coincidenza che i senatori Repubblicani protetti abbiano “abboccato”, mentre gli europei non ci hanno creduto.
Quando si discute dell’ISIS, i senatori americani dovrebbero riflettere sul fatto che, tra i paesi occidentali, il loro è, in linea di massima, il più responsabile di questo casino. Sappiamo tutti che al-Qaida era stata creata da bin-Laden e da altri mujahideen, finanziata dagli Stati Uniti per combattere contro la Russia in Afghanistan.
Sappiamo tutti che l’intervento degli Stati Uniti in Iraq – deciso per eliminare le armi di distruzione di massa che non esistevano – aveva creato un vuoto di potere e di istituzioni perché l’amministratore degli Stati Uniti in quel paese, Paul Bremer aveva smobilitato l’esercito e licenziato qualsiasi membro del partito di governo, Ba’ath, dall’amministrazione allo scopo di eliminare qualsiasi eredità di Saddam Hussein. Dato che essere un membro del partito Ba’ath era indispensabile per fare carriera, questo significava eliminare tutti i burocrati competenti. Sappiamo ora che gli organizzatori dell’ISIS sono ex ufficiali dell’esercito iracheno.
E’ ben noto l’impatto sull’opinione pubblica irachena del fatto che la tortura veniva largamente usata durante l’occupazione degli Stati Uniti, ed è anche noto l’orrore di Abu Ghraib, la prigione irachena dove i prigionieri venivano torturati, umiliati sessualmente, e fotografati dai soldati iracheni.
I senatori americani dovrebbero saperlo, avendo votato contro le limitazioni dei diritti umani e della libertà individuale con l’adozione del Patriot Act al quale ora si oppone la più grande maggioranza degli Americani. In quel tempo, erano impegnati in una “guerra infinita contro il male”, come dichiarò il presidente Bush, dove le truppe statunitensi erano dovute intervenire in vari “paesi canaglia” fino quando apparve la realtà e gli Stati Uniti sono ora molto esitanti a impiegare truppe di terra, anche contro l’ISIS, malgrado una positiva risoluzione delle Nazioni Unite che non avevano avuto gli Stati Uniti quando erano intervenuti in Iraq.
Ciò che dovrebbero anche considerare i senatori americani è che l’ISIS non è l’organizzazione terrorista più sanguinaria. Ha ucciso meno persone rispetto a Boko Haram in Nigeria. Naturalmente, là le vittime sono nere e quindi di nessun interesse per l’Occidente.
Dovrebbero considerare che delle 750 vittime dell’ISIS fuori dell’Iraq e della Siria, meno del 30% sono europei e che il principale obiettivo dell’ISIS e di allargare il Califfato e che attacca l’Occidente soltanto per creare la sua radicalizzazione e aumentare la discriminazione dei 44 milioni di musulmani che vivono in Europa, e provocare interventi militari allo scopo di convincere altri sunniti ad unirsi alla sua battaglia.
L’ISIS sta vincendo quella battaglia. Pensate soltanto che gli europei perderanno la libertà di movimento in Europa perché gli Accordi di Schengen che hanno creato un’Europa senza più confini sarà cancellata. Gli aeroporti sono già diventati luoghi di affanno senza precedenti. La vita quotidiana di ogni cittadino non sarà mai più la stessa.
La destra europea e i partiti xenofobi (questi considerano i Repubblicani statunitensi come la loro controparte americana, e, stranamente, il presidente russo Vladimir Putin come una persona che la pensa allo stesso modo) incrementeranno tutti la loro forza nei parlamenti e nei governi nelle prossime elezioni nazionali. Il sogno europeo è ora senz’altro in ritirata.
Il problema reale è che, anche se qualcuno prende sul serio l’ISIS e distrugge il suo piccolo esercito di 50.000 combattenti, i problemi non sono finiti. Ciò che non sarà possibile distruggere è l’attrazione fatale di un Islam radicale per i giovani arabi disoccupati e frustrati che avevano preso parte alla Primavera Araba, ma anche per coloro che vivono nei ghetti dell’Europa. Il sogno dell’ISIS è quello di un califfato puro e non corrotto che eliminerà i dittatori, i re e i sultani per ridistribuire la ricchezza tra tutti gli arabi, vendicarsi dell’umiliazione e dell’islamofobia e fornire un’identità forte e dignitosa ai suoi cittadini.
Ma come possiamo aspettarci una qualsiasi conoscenza contemporanea approfondita da un Congresso Repubblicano, quando i loro candidati alla presidenza hanno dimostrato una deplorevole ignoranza del mondo in cui vivono?
Pensate soltanto a Ben Carlson, un candidato di primo piano che alla televisione ha detto che le truppe cinesi sono impegnate in Siria….e a Donald Trump che ha detto tutti i siriani che non vivono in Siria vogliono esportare il terrorismo!
La cosa triste è che l’Occidente è ora in una situazione difficile. Non è possibile lasciare che il califfato si espanda e che continui la sua opera di radicalizzazione. Ma, una volta che il califfato non ci sarà più, i Salafiti radicali si organizzeranno di nuovo con l’appoggio dell’Arabia Saudita e del Qatar. Possono scegliere una delle due direzioni: quella di al-Qaida, che vuol dire combattere contro i musulmani apostati che non appoggiano la sua causa, e gli infedeli americani ed europei che appoggiano i regimi arabi, allo scopo di essere in grado, un giorno, di creare un califfato, oppure quella dell’ISIS che vuole conquistare un pezzo di terra, stabilirvi un califfato e da lì espandersi.
Queste due anime del jihadismo stanno già combattendo tra di loro in Siria, ma, qualsiasi cosa accada, è molto probabile che l’Occidente non riuscirà di nuovo a intervenire immediatamente, e tratterà con gli arabi commettendo molti errori, e facendo ancora una volta il gioco dei terroristi.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Other News
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0
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