Intervista a Marco Revelli di Argiris Panagopouls
“La sinistra italiana si prepara di organizzare il 15, 16 e 17 di gennaio una grande Assemblea Nazionale per rilanciare la creazione di un soggetto politico unitario, attraverso il manifesto comune delle sue forze politiche e sociali, grazie all’esperienza positiva di Syriza”, ha detto ad “Avgi” Marco Revelli, l’intellettuale italiano e protagonista della creazione del “L’Altra Europa” e del nuovo soggetto unitario.
“Abbiamo raggiunto un accordo che considero importantissimo tra tutte le forze che si muovono in alternativa all’attuale governo e alle politiche che rappresenta. È un risultato straordinario. Noi del “L’Altra Europa con Tsipras” abbiamo lavorato sempre con questo obbiettivo. Siamo stati quelli che più di tutti hanno creduto e hanno ritenuto di doversi mettere al servizio dell’apertura di un processo costituente di una casa comune di tutti i democratici e di tutte le donne e gli uomini di sinistra in questo paese nel contesto europeo. Di una Europa da cambiare radicalmente utilizzando la breccia e l’insegnamento che è stato realizzato da Syriza e da Alexis Tsipras. Questo è il scenario”, dice Marco Revelli ad “Avgi” sottolineando:
“Lo avevamo raggiunto quando abbiamo iniziato questo percorso con le elezioni europarlamentari. La necessità che ci fossero tutti i soggetti significativi che si muovono a sinistra in Italia. Non a sinistra del PD, perché il PD ha cambiato natura e non è più un partito di sinistra. Queste forze si sono incontrate con un base politica sufficientemente chiara, che condividesse alcuni elementi di giudizio sulla situazione attuale. In primo luogo la natura del PD, ormai esplicitamente antipopolare, in quando espressione delle politiche dominanti in Europa perché è diventato cinghia della trasmissione dei dogmi neoliberisti in Europa. In secondo luogo che è finito il centrosinistra, che nel PD aveva il suo perno. Non si può più immaginare di perseguire l’obbiettivo di un centrosinistra in Italia perché questa esperienza è stata travolta particolarmente da quello che è successo in questi due anni”.
Quali sono le sfide per il nuovo soggetto unitario?
"Abbiamo come obbiettivo la presentazione nelle prossime elezioni politiche del 2018 di un unico soggetto che si deve misurare già con le esperienze delle elezioni amministrative che coinvolgeranno in primavera 12 milioni di elettori nelle principali città italiane, tra cui Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Napoli, ecc. Le amministrative di primavera avranno il carattere delle elezioni a medio termine. Già allora dovremo mettere in campo questo progetto. Dall’altra parte abbiamo le campagne referendarie, contro la manomissione della costituzione, contro le politiche del lavoro, per le politiche sociali e ambientali, ecc.
Abbiamo raggiunti questi due obbiettivi e abbiamo indicato una data in termine breve per organizzare una grande assemblea popolare, di tutti insieme per dare il via a questo processo costituente. Si stabiliscano le regole che funzionerà questo processo con la democrazia e la partecipazione al voto di tutte le persone, l’ascolto dei territori, perché vogliamo avere un processo veramente partecipato e dal basso."
Come siete arrivati alla conclusione dell’accordo tra le forze di sinistra politica e sociale?
"L’embrione di questo grande risultato è sicuramente è stata l’esperienza delle elezioni europee con la creazione del “L’Altra Europa con Tsipras” che prendeva spunto dall’esperienza della Grecia, della linea politica e del metodo di lavoro di Syriza e di Tsipras. Con la consapevolezza che se non cambia l’Europa non cambiano i singoli paesi, non cambia la Grecia, l’Italia, la Spagna, la Francia… Quella esperienza aveva già visto la convergenza di forze politiche, di movimenti e di cittadini, come per esempio la Rifondazione Comunista, la Sinistra Ecologia Libertà, gli intellettuali, i candidati dalle esperienze sociali, ecc.
Il maggio del 2014 questa lista ha superato la soglia e quindi ha dimostrato che poter esistere. Un fatto importante perché la battaglia si è svolta in condizioni molto difficili, perché tra l’altro il renzismo non si era rivelato pienamente con la sua proposta antipopolare, antisociale e antidemocratica. Noni si erano aperte le crepe che sono aperte nel PD, le fuoriuscite che sono state. L’Europa non aveva rivelato il suo volto feroce che abbiamo visto il 12 e 13 luglio con il modo che si è comportata contro la Grecia. Il quadro è cambiato ed è necessaria una esperienza unitaria di questo tipo.
Siamo arrivati attraverso un percorso difficile e complicato, perché bisognava mettere insieme soggettività politiche che avevano ognuna la propria struttura, identità, personale politico, gruppo dirigenti, e che avevano alle spalle una storia anche di separazioni e di conflitti. Abbiamo creato la condizione necessaria ma non sufficiente a mettere i gruppi dirigenti, perché poi dobbiamo parlare a tutta la società e conquistare quella parte dei cittadini che si è allontanata dalla politica."
Che ruolo hanno avuto gli eventi in Grecia?
"La risposta ricade sulla Grecia. Con molta sincerità siamo mossi prendendo come modello quello di Syriza, con pazienza, senza demotivarsi lungo il percorso, cercando di evitare le contrapposizioni, di riavvicinare le posizioni, in modo pragmatico e non dogmatico, non chiedendo a nessuno di rinunciare alla sua identità ma chiedendo a tutti come ci ha insegnato Syriza. Abbiamo imparato molto da voi greci quando abbiamo fatto la lista del “L’Altra Europa con Tsipras”. Quando ci diceva l’importanza dell’unità, di superare le vecchie distinzioni e divergenze, guardar l’obbiettivo, che no è quello di fare testimonianza ma di cambiar ei rapporti di forza costruendo una forza sufficiente, che non potevano essere la conta di pochi punti percentuali, che bisogna raccogliere un consenso sempre più ampio. Non abbiamo fato forzatura e non abbiamo praticato il dogmatismo e alla fine siamo arrivati. Questa linea ha dato i suoi frutti dopo una infinità di riunioni. Credo che ancora abbiamo bisogno di voi greci e della vostra esperienza.
Quando faremo la nostra grande assemblea a metà gennaio spero che ci sia un significativa presenza politica greca perché la Grecia è quella che ci ha dato la forza di ricominciare, da praticare e che aperto la breccia per cambiare l’Europa."
L’Europa è riformabile o dobbiamo tornare al punto di partenza delle sovranità nazionali?
"L’Europa così come è, è insostenibile, va a pezzi da sola. Da luglio è uscita da pezzi sia l’Europa che l’eurozona, perché ha mostrato il so volto orrendo e le sue contradizioni. Quella che la Merkel e gli altri 18 capi di governo hanno fatto non era l’umiliazione delle Grecia, è stata l’umiliazione dell’Europa, dell’Europa dei popoli e della democrazia, dimostrando che questa Europa non sta in piedi. L’Europa si salverà se cambia radicalmente, ma veramente radicalmente. La possibilità di cambiare le permetterà di far vivere la dimensione europea, perché i grandi problemi, da quello degli immigranti o della crisi economica che non finisce, al predominio della finanza o alle questioni climatiche e ambientali bisogna risponder a livello continentale e non con i singoli stati e i singoli governi."
Con la questione dei profughi siamo passati dalla crudeltà del neoliberismo finanziario alle inumane politiche che ammazzano direttamente la gente…
"Ho apprezzato molto le parole di Alexis Tsipras rivolte all’Europa e alle lacrime di coccodrillo dell’Europa, che piange per dieci minuti di fronte alle immagine dei bambini e neonati annegati e poi pratica politiche feroci nei confronti dei profughi o gira dall’altra parte per lasciare che il problema lo gestiscono da soli paesi, come la Grecia o l’Italia. Le prime spiagge che arriva questo popolo di poveri. Questo spettacolo della indifferenza europea si carica sui paesi già fragili e l’Europa gli chiede di diventare ancora più fragili con la barbara austerità gli chiede di farsi carico di un fenomeno epocale e globale che doveva mobilitare non solo in chiave umanitaria tutta l’Europa, che ha bisogno queste persone per la sua crescita, la sopravvivenza dei suoi sistemi pensionistici. Le persone che arrivano ai nostri confini sono la nostra salvezza e loro gli lasciano annegare."
Fonte: Avgi, giornale di Syriza
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