La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 12 gennaio 2016

Autogestire la finanza pubblica

di Eliana Caramella 
Il Forum per una nuova finanza pubblica e sociale (perunanuovafinanzapubblica.it), costituitosi a Firenze il 13 aprile 2013 in una partecipatissima assemblea, aveva lanciato un appello a comitati territoriali, reti di movimento, realtà associative, forze sindacali e politiche interessate per avviare un percorso di rilancio e ridefinizione della finanza pubblica che affrontasse alla radice tre questioni centrali: il debito pubblico, il sistema bancario e le politiche fiscali. Alcuni di quei soggetti hanno raccolto l’appello e fatte proprie le linee di azione emerse da quella stessa Assemblea, dando vita a percorsi autonomi di critica radicale ai vincoli del debito e del patto di stabilità, attuando percorsi di audit del debito pubblico, analisi della spesa pubblica e idee per una spending review dal basso, proposte di ripubblicizzazione e reinternalizzazione di servizi pubblici locali, coinvolgendo consigli comunali, comunità locali, lavoratori pubblici.
A tre anni di distanza, per riallacciare i fili di quella proposta, alcune di queste realtà hanno deciso di incontrarsi e condividere le esperienze portate avanti a livello territoriale quale contributo al dibattito, ritenuto sempre più centrale, per la costruzione di una nuova finanza pubblica da sottrarre ai poteri economici e finanziari e da rimettere al reale servizio dei cittadini. Tra le esperienze messe a confronto ci saranno quella di Livorno (l’Osservatorio sul bilancio e il patrimonio comunale), Parma, (l’audit sul debito cittadino), Venezia (esternalizzazioni: il caso della società partecipata Ve.La. spa di Venezia), Napoli (l’esperienza dell’ex asilo Filangeri – leggi anche La cultura dell’autogoverno – e di Massa critica) e Roma (l’audit su Acea e la Rete per il diritto alla città).
L’appuntamento è a Livorno sabato 23 gennaio (dalle 10,30 presso il Circolo Arena Astra di piazza Luigi Orlando 39, qui l’evento facebook, il programma completo è anche su cobasvenezia.it e attac.it), di seguito la presentazione dei promotori.
Comune per Comune. Riprendiamoci ciò che è nostro
Gli enti locali e le comunità territoriali sono da tempo diventati uno dei luoghi fondamentali di precipitazione della crisi. L’insieme delle misure relative ai parametri del patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio, le politiche applicate con la trappola del debito pubblico, i tagli previsti dalle diverse spending review hanno da tempo costretto con le spalle al muro gli enti locali, mettendo a repentaglio la loro storica funzione pubblica e sociale. Oggi i Comuni sono stati trasformati in luoghi di mera facilitazione dell’espansione degli interessi finanziari e immobiliari, finalizzati a mettere le mani sul patrimonio pubblico, sui servizi pubblici locali, sul territorio. Funzionale a questo nuovo ciclo di espropriazione è la progressiva sottrazione, formale e sostanziale, degli spazi di democrazia. Sindaci e amministratori sono dunque posti di fronte ad un bivio senza più zone d’ombra: devono decidere se essere solo gli ultimi esecutori di un processo di privatizzazione che dalle politiche monetariste dell’Ue discende verso i governi e scivola giù fino agli enti locali, o se riconoscersi come i primi rappresentanti degli abitanti di un determinato territorio e porsi in diretto contrasto con quei processi.
Anche le comunità locali, i lavoratori pubblici e i movimenti sociali sono chiamati ad un salto di qualità: mettere al centro della propria riflessione e azione concreta il tema della riappropriazione sociale, provando a rendere più forti le singole vertenze aperte sui temi dei beni comuni (leggi anche Creare beni comuni) e dei servizi pubblici locali, attraverso un approccio “sistemico” alla comunità locale, capace di mettere radicalmente in discussione la questione del debito locale, del patto di stabilità interno e il mantra del “i soldi non ci sono”.
A chi si ostina a considerare come unico obiettivo il pareggio di bilancio monetario, occorre contrapporre la rivendicazione del pareggio di bilancio sociale, ovvero assumere la qualità della vita collettiva come priorità di ogni scelta politica territoriale; a chi si ostina a considerare come costo di bilancio il lavoro pubblico, occorre contrapporre la valorizzazione della sua funzione di utilità sociale; a chi persegue la mercificazione dei beni comuni, occorre contrapporre la riappropriazione sociale degli stessi e un nuovo “comune” come luogo della partecipazione dal basso, garanzia dei diritti sociali e motore di un nuovo modello di economia sociale territoriale, all’interno del quale la finanza torni ad essere strumento al servizio dell’interesse generale.
Di tutto questo vorremmo discutere con tutte le realtà locali interessate. Vorremmo farlo partendo dalla socializzazione di esperienze concrete che, dentro la specificità di ogni territorio, portano avanti azioni di riappropriazione sociale e che, per farlo, mettono radicalmente in discussione i vincoli del debito, del patto di stabilità e rivendicano una nuova finanza pubblica e sociale e una nuova democrazia dal basso. Vorremmo capire assieme come mettere in rete tutte queste esperienze e come generalizzare le azioni che ciascuna realtà porta avanti. Vorremmo capire come, partendo dai territori, si possa avviare un cambiamento profondo.

Fonte: comune-info.net 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.