La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 27 marzo 2017

La Banca Mondiale si dichiara al di sopra della legge

di Pete Dolack 
La Banca Mondiale per decenni ha lasciato una scia di miserie umane. Distruzione dell’ambiente, grandi violazioni dei diritti umani e trasferimenti forzati di massa sono stati ignorati nel nome dello “sviluppo” che opera per intensificare la disuguaglianza neoliberista. In reazione a tentativi legali di chiamarla a rispondere, la Banca Mondiale si è dichiarata superiore alla legge. Almeno un tribunale statunitense ha già accettato che banca non possa essere toccata e così la più recente vertenza avviata contro di essa, nel tentativo di ottenere qualche misura di giustizia per contadini honduregni cacciati, affronta una dura sfida. Indipendentemente dall’esito finale della procedura legale, tuttavia, milioni di persone in tutto il mondo hanno pagato prezzi orribili per l’incessante perseguimento del profitto.
Un’incessante scia di sfratti, trasferimenti, grossolane violazioni di diritti umani (compresi stupri, assassinii e torture), diffusa distruzione di foreste, finanziamento di progetti di combustibili fossili che eruttano gas serra e distruzione di fonti di acqua e di cibo ha seguito la Banca Mondiale.
Il più recente tentativo di chiamarla a rispondere è una causa avviata presso il tribunale federale statunitense di Washington da parte di EarthRights International, un’organizzazione non governativa ambientalista e promotrice dei diritti umani, che ha accusato la Banca Mondiale di aver fatto orecchie da mercante a sistematiche violazioni associate a piantagioni di palma da olio in Honduras da essa finanziate. La citazione in giudizio, Juana Doe v. International Finance Corporation, afferma che:
“Dalla metà degli anni ’90 l’International Finance Corporation [una divisione della Banca Mondiale] ha investito milioni di dollari in società honduregne dell’olio di palma di proprietà del defunto Miguel Facussé. Tali società – oggi esistenti come Dinant – sono state al centro di una decennale campagna sanguinaria di accaparramento di terreni nella regione di Bajo Aguàn in Honduras.
Per quasi due decenni cooperative agricole hanno contestato le rivendicazioni della Dinant su sedici piantagioni di palma da olio … che la società detiene nella regione di Bajo Aguàn. Sulla base di informazioni ritenute affidabili l’ex proprietario della Dinant, Miguel Facussé, si era impossessato di tali terre dalle cooperative agricole mediante frodi, coercizioni e violenze concrete o minacciate. Le cooperative agricole si sono impegnate in cause legali, promozione politica e proteste pacifiche per contestare il controllo e l’uso delle terre da parte della Dinant. E la Dinant ha reagito a tali iniziative con violenze e aggressioni”. 
Lo stesso personale della Banca menziona fallimenti
EartRights International afferma che la Banca Mondiale ha “ripetutamente e costantemente offerto finanziamenti cruciali alla Dinant nella consapevolezza che la Dinant stava conducendo una campagna di violenze, terrore ed espropriazioni contro contadini e che i suoi fondi sarebbero stati utilizzati per contribuire a perpetrare grossolane violazioni di diritti umani”. I documenti della causa citano “fonti governative statunitensi” per affermare che dal 2009 sono stati uccisi più di 100 contadini.
La causa cita anche che lo stesso ombudsman dell’International Finance Corporation ha affermato che la divisione della Banca Mondiale “ha mancato di individuare o ha deliberatamente ignorato il grave contesto sociale, politico e dei diritti umani”. Tali mancanze sono derivate “da incentivi al personale ‘a trascurare, non esporre o addirittura celare potenziali rischi ambientali, sociali e di conflitti’ e a ‘incassare denaro di nascosto’”. Nonostante questo rapporto interno, afferma la citazione in giudizio, la Banca Mondiale ha continuato a offrire finanziamenti e che l’ombudsman “non ha l’autorità di correggere gli abusi”.
(Rappresentanti della Banca Mondiale non hanno risposto a una richiesta di commenti. Anche se non direttamente parte nella vertenza, la Dinant descrive le accuse come “assurde”. In una dichiarazione sul suo sito web la società ha affermato: “Tutte le accuse che la Dinant sia – o sia stata mai – coinvolta in violenze sistematiche contro membri della comunità sono prive di fondamento”).
La causa di EarthRights International ha un percorso in salita a motivo di una causa precedente da essa avviata nell’interesse di contadini e pescatori indiani che era stata rigettata dallo stesso tribunale quando aveva sentenziato che la Banca Mondiale è immune da contestazioni legali. La Banca aveva fornito 450 milioni di dollari per una centrale elettrica che i querelanti affermavano aver degradato l’ambiente e distrutto mezzi di sussistenza. Il tribunale aveva concordato con l’affermazione della Banca Mondiale che la stessa gode di immunità in base alla Legge sull’Immunità delle Organizzazioni Internazionali. (Il rigetto è stato appellato).
La Legge sull’Immunità delle Organizzazioni Internazionali prevede che “le organizzazioni internazionali, le loro proprietà e attività, dovunque localizzate e da chiunque detenute, godranno della stessa immunità da cause legali e da ogni forma di procedura giudiziaria goduta dai governi stranieri”. La Banca Mondiale è stata dichiarata equivalente a uno stato sovrano e in questo contesto è posta al di sopra di qualsiasi legge, come se fosse titolare di immunità diplomatica.
Questa legge è applicata in modo selettivo; cause legali contro Cuba non solo sono ammesse, ma sono costantemente vinte dai querelanti. Non si tratta necessariamente delle cause più forti, come quella dei partecipanti all’invasione della Baia dei Porci che ne sono usciti vincitori o quella di una donna sposata con un cubano tornato a Cuba che ha ottenuto 27 milioni di dollari perché il tribunale ha ritenuto che il suo matrimonio l’aveva resa “vittima di terrorismo”!
Più di tre milioni di cacciati
Nonostante la sua immunità, può non essere necessario un passaporto per entrare in un ufficio della Banca Mondiale, ma si può sostenere che l’organizzazione finanziaria usa saggiamente il suo immenso potere? Sarebbe una tesi molto difficile da sostenere.
Un rapporto del 2015 del Consorzio Internazionale dei Giornalisti d’Inchiesta ha rilevato che 3,4 milioni di persone sono stati fisicamente o economicamente resi profughi da progetti finanziati dalla Banca Mondiale. I terreni sono stati espropriati, le persone sono state cacciate dalle loro case e sono stati distrutti i loro mezzi di sussistenza. Alcune dei risultati dell’inchiesta cui hanno collaborato più di 50 giornalisti di 21 paesi:
Dal 2009 al 2013 la Banca Mondiale ha pompato 50 miliardi di dollari in progetti classificati come a massimo rischio di impatti sociali o ambientali “irreversibili o senza precedenti”; più del doppio di quanto investito nel quinquennio precedente.
La banca non è regolarmente all’altezza delle sue stesse politiche che affermano di proteggere i danneggiati dai progetti che essa finanzia.
La Banca Mondiale e il suo ramo prestatore, l’International Finance Corporation, hanno finanziato governi e società accusate di violazioni di diritti umani, quali stupri, assassinii e torture. In alcuni casi ha continuato a foraggiare tali debitori anche dopo l’emersione di prove delle violazioni.
Autorità etiopiche hanno deviato milioni di dollari da un progetto sostenuto dalla Banca Mondiale per finanziare una campagna violenta di sfratti di massa, secondo ex dirigenti che hanno attuato il programma di reinsediamento forzato.
Uno degli articoli che fanno parte di questa inchiesta ha affermato che la banca ignora regolarmente le sue stesse regole che prevedono piani dettagliati di reinsediamento e che i dipendenti subiscono forti pressioni per approvare grandi progetti infrastrutturali. L’articolo afferma:
“La Banca Mondiale spesso trascura di controllare adeguatamente i progetti in anticipo per assicurare che le comunità siano protette e frequentemente non ha idea di che cosa succede dopo che la persone sono trasferite. In molti casi ha continuato a fare affari con governi che hanno violato i diritti dei propri cittadini, trasmettendo un segnale che i debitori hanno poco da temere se violano le norme della banca, secondo dipendenti attuali ed ex dipendenti della banca.
‘Spesso non c’era alcuna intenzione di rispettare le norme da parte dei governi e spesso non c’era alcuna intenzione da parte della direzione della banca di farle valere’, ha affermato Navin Rai, un ex dirigente della Banca Mondiale che ha sovrinteso alle protezioni della banca a favore degli indigeni dal 2000 al 2012. ‘Era così che andavano le cose…’
Ex dipendenti e dipendenti attuali della banca affermano che l’attività di imposizione di tali standard è stata spesso compromessa da pressioni interne per ottenere l’approvazione di grandi progetti sensazionali. Molti dirigenti della banca, affermano fonti interne, definiscono il successo in base al numero di contratti che finanziano. Spesso resistono a prescrizioni che aggiungono complicazioni e costi.”
Finanziamenti che agevolano il riscaldamento globale
Incredibilmente, uno dei risultati del Vertice di Parigi sul Clima è stato che i leader dei paesi del G7 hanno diffuso un comunicato in cui hanno affermato che avrebbero cercato di raccogliere fondi “da investitori privati, istituzioni finanziarie di sviluppo e banche multilaterali di sviluppo”. Quei leader propongono che la Banca Mondiale sia utilizzata per combattere il riscaldamento globale nonostante essa sia il maggiore contribuente di progetti che aumentano le emissioni di gas serra, anche fornendo miliardi di dollari per finanziare nuove centrali a carbone in giro per il mondo. La banca ha anche avuto la monumentale ipocrisia di pubblicare un rapporto nel 2012 che sollecitava il rallentamento del riscaldamento globale ignorando il suo stesso ruolo.
Si spera che tu, amico lettore, non balzerai sconvolto dalla sedia, ma il ruolo della Banca Mondiale nel facilitare il riscaldamento globale è solo aumentato da allora.
Il finanziamento di progetti che facilitano il riscaldamento globale era già stato in ascesa. Uno studio preparato dall’Institute for Policy Studies e da quattro altre organizzazioni internazionali aveva rilevato che i prestiti della Banca Mondiale a carbone, petrolio e gas avevano raggiunto i 3 miliardi di dollari nel 2008, un aumento di sei volte rispetto al 2005. Nello stesso anno solo 476 milioni di dollari erano andati a fonti di energie rinnovabili. Oil Change International (citando dati in dollari leggermente inferiori) stima che i finanziamenti della Banca Mondiale ai combustibili fossili siano raddoppiati tra il 2011 e il 2015.
Progetti forestali distruttivi in tutto il Sud Globale finanziati dalla Banca Mondiale sono accelerati negli anni ’90. Nonostante un rapporto interno del gennaio 2000 che evidenziava che le sue pratiche di finanziamento non avevano ridotto la deforestazione o ridotto la povertà, l’Asia sud-orientale ha visto una prosecuzione dei tagli boschivi e delle concessioni illegali di terreni e le morti premature di locali a lanciare l’allarme, così come in Africa.
Analogamente al suo rapporto sulla riduzione del riscaldamento globale che ignora il suo stesso ruolo, la Banca Mondiale ha svergognatamente pubblicato un rapporto nel 2012 sollecitando misure di imposizione della legge internazionale contro l’attività forestale illegale. Forse quelle che sono illegali sono solo le operazioni non finanziate dalla banca?
I prestiti per rimborsare debiti creano altri debiti, e il ciclo si ripete
L’ideologia ha un ruolo cruciale qui. Le organizzazioni internazionali finanziatrici, come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, impongono costantemente l’austerità. I prestiti del FMI, destinati a governi per rimborsare debiti o stabilizzare monete, sono sempre accompagnati dalle stesse richieste di privatizzare beni pubblici (che possono essere venduti molto al di sotto del valore di mercato a imprese multinazionali in attesa di piombare sulle prede); di tagliare le reti di sicurezza sociale; di ridurre drasticamente l’ambito dei servizi governativi; di eliminare discipline e di spalancare le economie a capitale multinazionale, anche se ciò significa la distruzione dell’industria e dell’agricoltura locali. Ciò si traduce in altro debito, che poi dà alle imprese multinazionali e al FMI, che fa valere quegli interessi industriali, una leva ancora maggiore per imporre altri controlli, compresa una rafforzata capacità di indebolire le leggi sull’ambiente e sul lavoro.
A complemento di ciò la Banca Mondiale finanzia grandi progetti infrastrutturali che tendono a garantire enormi profitti a investitori internazionali ricchi sfondati ma ignorano gli effetti sulle persone e l’ambiente locali.
La Banca Mondiale impiega un vasto contingente di scienziati e tecnici, il che le conferisce una vena di autorevolezza mentre persegue una politica di incessante saccheggio industriale. Notando che la banca possiede “un’enorme capacità di generazione di ricerca e sapere”, l’organizzazione ambientalista e per la giustizia sociale ASEED Europe scrive:
“La Banca Mondiale è l’istituzione con uno dei più vasti bilanci per la ricerca globalmente e non ha rivali nel campo dell’economia dello sviluppo … Un certo numero di ricercatori e studiosi ha messo in discussione l’affidabilità delle ricerche commissionate dalla Banca Mondiale. Alice Amsdem, una grande studiosa delle economie dell’Asia orientale, sostiene che poiché la Banca Mondiale manca continuamente di dimostrare scientificamente le sue conclusioni, le giustificazioni delle sue politiche sono ‘quintessenzialmente politiche e ideologiche’. Per quanto riguarda la serie “Rapporti sullo Sviluppo Mondiale” (WDR), ad esempio, Nicholas Stern, un docente di economia di Oxford ed ex capo economista della Banca Mondiale afferma che molti dei dati utilizzati dalla Banca provengono da fonti molto dubbie o sono stati costruiti in modi che lasciano scettici circa la loro applicazione utile”. (citazioni omesse).
L’ideologia capitalista si basa sulla nozione che i “mercati” sono così efficienti che dovrebbe essere loro consentito di operare senza interventi umani. Ma che cos’è un mercato? Nel capitalismo non è altro che gli interessi aggregati di finanzieri e industriali più grandi e potenti. Nessuna meraviglia che i “mercati” “decidano” che l’austerità neoliberista deve essere imposta spietatamente: sono quelli al vertice delle vaste istituzioni industriali che traggono beneficio dalle decisioni che la Banca Mondiale e istituzioni simili prendono costantemente.
I mercati non stanno in cielo, oltre il controllo umano, come un qualche meccanismo perfetto. Essi impongono la volontà di quelli che hanno di più e che non potranno mai avere abbastanza. I mercati non sono stati decretati da qualche entità superiore; tutto ciò che è creato dagli umani può essere smontato da mani umane. Il nostro attuale sistema mondiale non fa eccezione.

Da ZNetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Systemic Disorder
Traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

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