La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 6 marzo 2017

Rendere di nuovo mediocre l’America

di John Feffer
I primi segni del declino sono fisici. I cittadini non sono più così alti. Non vivono più tanto. Cominciano a uccidersi in gran numero. Sembra un’autopsia di una società scomparsa molti anni fa, una conclusione che esprimono gli archeologi dopo aver vagliato i frammenti di ossa e di terracotta. Perché, si chiedono gli studiosi perplessi, una società così vivace che ha prodotto un’arte meravigliosa e che fatto notevoli progressi scientifici, va in pezzi così rapidamente e si lascia dietro così poco nella spietata foresta pluviale? Questa volta, però, la diagnosi viene data in tempo reale. E la società in declino è il paese più potente del mondo.
Secondo i più recenti sondaggi globali sulle condizioni di salute, gli Stati Uniti per la prima volta stanno assistendo a un calo dell’aspettativa di vita in quasi un quarto di secolo. L’America è anche il primo paese ad alto reddito che vede che i suoi adulti, in media, non diventano più alti. Lenny Bernstein scrive su: The Washington Post:
I motivi del ritardo degli Stati Uniti sono risaputi. Hanno la più alta percentuale di mortalità infantile e di puerpere di qualsiasi paese esaminato nello studio, e la più alta percentuale di obesità. E’ l’unico paese che non ha copertura assicurativa sanitaria universale e la più grossa fetta di necessità sanitarie non soddisfatte, a causa dei costi finanziari,” hanno scritto i ricercatori.
Mi piacerebbe dare la colpa di questa situazione a Donald Trump, ma il declino degli Stati Uniti sta andando avanti già da un po’ di tempo.
Per esempio, gli Stati Uniti erano al 16° posto nell’Indice del progresso sociale (SPI) del 2014, elaborato da Michael Porter della Business School (scuola di economia) dell’Università di Harvard. Due anni dopo, gli Stati Uniti sono scivolati al 19° posto, con punteggi particolarmente mediocri nella qualità ambientale (#36), nutrizione e assistenza sanitaria di base (#37) e accesso alle conoscenze di base (# 40).
Paragoniamo questo al Canada che era quasi ai primi posti della graduatoria come numero due nello SPI.
Il Canada era un poco migliore per la qualità dell’ambiente (# 32), un bel po’ migliore per l’assistenza sanitaria di base (# 26) e di gran lunga migliore per l’accesso alle conoscenze di base (#2).
Anche se Trump non può essere incolpato per questi mediocri indicatori sociali, l’opposizione decisa del suo partito alle spese per la previdenza sociale e per l’ambiente, ha certamente contribuito al problema. Inoltre, la promessa di Trump di “sostituire” l’Obamacare, di fare anche ulteriori tagli delle spese sociali, e di ridurre la vigilanza normativa , allo stesso tempo incrementando il bilancio del Pentagono di uno straordinario 10% – faranno andare gli Stati Uniti in caduta libera. La percentuale di crimini violenti, che negli scorsi 20 anni è diminuita quasi della metà, malgrado ciò che afferma Trump, potrebbe certo aumentare quando il nostro presidente favorevole alle armi, renderà le armi da fuoco anche più ampiamente disponibili e l’economia volgerà al peggio.
Dopo quello che Trump farà agli Stati Uniti, noi americani non saremo in grado di stare a testa alta e fieri, perché saremo o bassi, malati oppure morti.
Che cosa aumenta
Le previsioni del declino del potere americano, sono circolate da quando Trump era un playboy sulla trentina.
Non si tratta soltanto della salute generale della popolazione e della tossicità dell’ambiente. Gli Stati Uniti sono stati “azzoppati” da un enorme debito federale, da una presenza militare globale estesa eccessivamente, dalle nostre infrastrutture precarie, e da un sistema politico paralizzato. Non c’è da meravigliarsi se così tanti americani erano sufficientemente stufi in novembre da votare per chiunque promettesse di riorganizzare lo status quo.
Molti sostenitori di Trump ci stanno già ripensando dopo aver assistito alle prime settimane in carica del loro leader. La nuova amministrazione ha dato tutti i segnali che sta cambiando lo status quo con qualcosa di incomparabilmente peggiore.
Gran parte del problema è nello stesso Trump. E’ stato imprevedibile, spesso incoerente, e così scollegato dalla realtà, che potrebbe essere il primo presidente a twittare la sua uscita dalla carica (se le indagine sui collegamenti con Mosca nella sua campagna elettorale non lo “acchiappa” prima.
Dite quello che volete sugli antichi imperatori romani, ma almeno avevano delle nozioni sull’amministrazione. Poi, nel I secolo dopo Cristo, la stirpe imperiale cominciò ad assottigliarsi, e cominciò a trovarsi nei guai sotto la progenie folle di Augusto. Donald Trump è il Caligola dei nostri tempi: lascivo, privo di curiosità e ubriaco di potere. In quale momento il nostro Caligola americano, quando rimarrà senza candidati disponibili e anche marginalmente adatti, cercherà di nominare un cavallo nel suo governo?
E’ già abbastanza brutto da un punto di vista nazionale avere come presidente uno zimbello. Le implicazioni internazionali sono anche peggiori. Come scrive Patrick Cockburn su The Independent: “Sarà difficile per gli Stati Uniti restare una superpotenza con un leader che è un personaggio oggetto internazionale di risate e che è spesso chiaramente distaccato dalla realtà. Il suo grido di battaglia notizie false” indica semplicemente l’incapacità di far fronte alle critiche o di accettare i fatti o i punti di vista che contraddicono il suo. I leader mondiali che lo hanno incontrato dicono che sono stupiti dalla sua ignoranza degli avvenimenti in patria e all’estero.”
Non ci sorprende che altri paesi stiano precipitandosi ad approfittare dei primi passi falsi dell’amministrazione Trump. “Non si tratta soltanto del fatto che Trump sembra che abbia lasciato ai principali rivali dell’America il più ampio campo da gioco geopolitico,” scrive l’analista Michael Klare. “Sembra che stia facendo qualsiasi cosa in suo potere per facilitare i loro progressi a spese degli Stati Uniti. Proprio nelle prime poche settimane della sua presidenza, ha già fatto dei passi che hanno impresso un forte impulso alla Cina e della Russia, lasciando invece, allo stesso tempo, l’America alla deriva.
La Cina vede l’enorme opportunità di presentarsi come leader mondiale responsabile del commercio e del cambiamento climatico. La Russia sta cercando di ottenere maggiore influenza nei paesi stranieri vicini, cioè le parti orientali dell’Europa, e il Medio Oriente. La Germania e l’Unione Europea, più in generale hanno cercato di rimpiazzare gli Stati Uniti nella loro funzione di paese leader morale per la diplomazia, i diritti umani e l’impegno interculturale.
E’ come se l’impero fosse andato già in pezzi e i rivali stessero spartendosi il cadavere. Tranne che non è il territorio che si stanno prendendo, ma pezzi del capitale politico ed economico dell’America.
Coloro che credono che gli Stati Uniti abbiano avuto soltanto un’influenza malefica sul mondo, esulteranno per questo “declassamento” di status. Finora, però, il soft power * dell’America ha ricevuto un collp. Il Pentagono resta in ascesa. Il mondo continuerà a subire le conseguenze della forma militare degli Stati Uniti, ma senza le influenze attenuanti degli aiuti all’estero degli Stati Uniti e della diplomazia.
Che dire del mercato azionario?
E così, se tutte le previsioni sono così avverse, perché, proprio adesso, il mercato azionario è così sostenuto?
In questa settimana, L’indice S&P 500* è salito ai massimi storici, come anche il Dow Jones, stabilendo il più lungo periodo di guadagni in 30 anni. Trump, naturalmente, si è preso il merito di tutto questo, anche se si è lamentato di avere ereditato “un pasticcio” da Barack Obama. Anche Kellyanne Conway (una politica e sondaggista e ha la carica di Counsellor to the Presidente di Trump) si è affrettata a dare un giudizio, attribuendo l’espansione del mercato allo “effetto Trump.”
Il mercato azionario risponde a tendenze e a segnali a breve termine ed è incentrato il gran parte sulla “salute” del settore delle aziende. Trump ha promesso tagli delle tasse e un aiuto agli appaltatori militari e alle società energetiche e un grosso piano di sviluppo delle infrastrutture. Che cosa c’è che non dovrebbe piacervi se siete un amministratore delegato o una grossa società per azioni?
Guardatevi, però, dall’esuberanza irrazionale. Gran parte di quello che fa Trump, è preparare Wall Street a un crollo molto spiacevole. Le politiche commerciali dell’amministrazione, particolarmente quelle con il Messico, colpiranno duramente i produttori. La legge per le infrastrutture potrebbe non arrivare fino al 2018. L’impatto di aggiungere 45 miliardi di dollari al bilancio del Pentagono e simultaneamente di tagliare le tasse, farà andare seriamente fuori fase l’economia.
In sostanza, tuttavia, la salute di Wall Street (la finanza) non è il problema – è la salute di Main Street (l’economia reale) che importa più di tutto. Quando il dividendo di Obama si esaurirà e i nostri indicatori economici cominceranno ad andare male, quando le miniere di carbone e le acciaierie non riusciranno magicamente a ritornare ai loro giorni gloriosi degli anni ’50, quando gli agricoltori e gli operai con le tute blu vedranno quanto la loro vita dipenderà dai buoni rapporti con il mondo al di là dei confini degli Stati Uniti, Trump dovrà vedersela con una rivolta conclamata. Allora capiremo finalmente il vero motivo dell’incremento delle spese del Pentagono.
La legge marziale, viene in mente a qualcuno?



Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Originale: Foreign Policy in Focus
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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