Al Parlamento europeo di Strasburgo più di centocinquanta persone hanno partecipato all’iniziativa “La sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli sulla linea ad Alta Velocità Torino-Lione. Rispettare i diritti umani e fermare lo spreco”, organizzata dai parlamentari Curzio Maltese e Eleonora Forenza del gruppo GUE/NGL (Gruppo della sinistra unitaria europea). Una sala attraversata dal Movimento No Tav, sindaci della zona ed eurodeputati di vari gruppi politici e nazionalità hanno partecipato alla consegna della sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli da parte di una rappresentanza del Movimento No Tav, ai Vice Presidenti Dimitrios Papadimoulis (GUE/NGL) e Ulrike Lunacek (GREENS/EFA), che certifica la violazione dei diritti umani in Val di Susa attraverso la militarizzazione della zona e la repressione violenta dei cittadini e dei movimenti.
Curzio Maltese, che ha introdotto l’evento, ha sottolineato che: “sulle grandi opere c’è in Europa un sistema omertoso e mafioso. Siamo qui per affrontare il grande spreco di soldi pubblici di questo progetto scellerato e l’assurda criminalizzazione a cui è sottoposto il movimento No Tav”. “La costruzione di quel cantiere – ha proseguito Eleonora Forenza – ci parla ogni giorno di un processo decisionale che è espropriato dalle mani, dalle teste e dai corpi di quelli che dovrebbero essere i veri titolari: cioè chi vive quei territori. Questo è un giorno importante perché la lotta del movimento No Tav è entrata direttamente nel Parlamento europeo, una pratica democratica che dovrebbe ripetersi quotidianamente in questi palazzi”.
Nicoletta Dosio, in collegamento via Skype, offre l’esempio vivente della violenza che stanno subendo gli abitanti della Val di Susa. Dosio con la sua scelta politica di disobbedire agli arresti domiciliari esercita una forma di resistenza che dimostra la differenza tra legalità e legittimità. Il suo caso si inserisce perfettamente nel sistema architettato dai promotori delle grandi opere che, come sintetizza Livio Pepino (ex magistrato italiano e pubblico ministero nella sessione del Novembre 2015 del Tribunale Permanente dei Popoli) si basa su tre fondamentali passaggi: “Prima si ignorano e scavalcano le istanze delle popolazioni locali, poi si procede alla diffusione di dati falsi per influenzare l’opinione pubblica e i decisori politici, infine si reprimono e criminalizzano gli stessi cittadini che lanciano l’allarme sugli abusi a cui loro stessi e i loro territorio sono sottoposti”.
L’audizione sulla linea Torino-Lione è stata anche l’occasione per discutere di altre grandi opere in costruzione nell’Unione europea, che mettono in pericolo la sostenibilità economico-ambientale e la salute dei cittadini, grazie alle testimonianze, tra le altre, di Victor Pachon (Comitato CADE, Paesi Bassi del Nord, Francia), Thomas Dubreuil (avvocato, comitato Notre Dame des Landes, Francia), Mike Geddes (rappresentate del comitato britannico “Stop High Speed 2) e Ruut-Maaria Rissanen che ha parlato delle infrastrutture nella regione di Tampere, Finlandia.
Nelle tre ore di audizione si sono alternati molti interventi, tra cui Italo di Sabato (Osservatorio sulla repressione), di Paolo Prieri (Presidio Europa No Tav) che ha definito le grandi opere come “un atto di prepotenza nei confronti dell’ambiente e delle persone” e della sindaca Ombretta Bertollo che ha voluto ribadire quanto sia importante l’ascolto delle popolazioni locali: “la porta dei sindaci è sempre aperta, gli abitanti vengono a bussare il giorno stesso se c’è qualcosa che non va. L’Europa è in estrema sofferenza perché non sente le ragioni dei suoi cittadini”. A dire la loro anche molti eurodeputati come Karima Delli (GREENS, Francia) che ha invitato i presenti “a non fermare mai la mobilitazione”; Marco Valli e Daniela Aiuto (Movimento 5 Stelle, Italia) i quali hanno denunciato che “l’Unione europea è la casa del conflitto di interessi, mentre deve tornare a essere la casa dei cittadini”. Tania Gonzalez (GUE/NGL, Spagna) ha svelato il fallace argomento per cui a grandi opere infrastrutturali corrisponde maggiore sviluppo: “Continuano a dirci che abbiamo bisogno di opere sempre più imponenti eppure la Spagna è piena di autostrade non utilizzate o aeroporti senza aerei”, Merjia Killonen (GUEN/NGL, Finlandia) ha invece dichiarato che: “come eurodeputata e come coordinatrice del gruppo per la Commissione trasporti mi vergogno del modo in cui usiamo le risorse pubbliche e del fatto che in Europa si ignorino così palesemente i diritti fondamentali delle popolazioni locali”.
Fonte: Rifondazione.it
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