di Francesco Erspamer
Obama è laureato in legge e ha insegnato diritto costituzionale. Sa benissimo che lo smantellamento piddino della Costituzione italiana negli Stati Uniti non solo non verrebbe approvato ma neppure proposto, tanto meno da lui. Il suo appoggio al sì ha dunque solo lo scopo di favorire un servo fedele da cui si aspetta politiche vantaggiose per il suo paese e le grandi corporation. Vediamo infatti qual è, in breve, la storia costituzionale americana. La Costituzione venne scritta nel 1787 ed entrò in vigore nel 1789. Quello stesso anno vennero proposti i primi dieci emendamenti, il cosiddetto Bill of rights, a tutti gli effetti un completamento della Carta.
Altri dieci emendamenti furono approvati fra il 1803 e la fine della seconda guerra mondiale (più un altro che però poi è stato revocato): dieci correzioni in un secolo e mezzo di profonde trasformazioni storiche e sociali. Uno di essi, il diciassettesimo, è particolarmente interessante perché stabilisce che i senatori vengano eletti con voto popolare invece che, come accadeva in precedenza, nominati dalle assemblee legislative degli stati. In sostanza una modifica in direzione esattamente opposta a quella del Pd (e una modifica che nessuno, in America, ha mai pensato di revocare per rafforzare il potere del governo).
Altri dieci emendamenti furono approvati fra il 1803 e la fine della seconda guerra mondiale (più un altro che però poi è stato revocato): dieci correzioni in un secolo e mezzo di profonde trasformazioni storiche e sociali. Uno di essi, il diciassettesimo, è particolarmente interessante perché stabilisce che i senatori vengano eletti con voto popolare invece che, come accadeva in precedenza, nominati dalle assemblee legislative degli stati. In sostanza una modifica in direzione esattamente opposta a quella del Pd (e una modifica che nessuno, in America, ha mai pensato di revocare per rafforzare il potere del governo).
In sostanza, su 27 complessivi emendamenti, 21 vennero approvati prima del 1948. Ciò significa che da quando è in vigore la nostra Costituzione gli americani hanno effettuato sulla loro solo sei modifiche, l'ultima delle quali più di vent'anni fa. I sei emendamenti recenti sono questi:
22) Limita la presidenza a due mandati di 4 anni (1951).
23) Garantisce rappresentanza parlamentare agli abitanti di Washington, DC (1961).
24) Proibisce la revoca del diritto di voto a chi non paghi le tasse (1964).
25) Definisce le procedure in caso di impedimento del presidente e del vicepresidente (1967)
26) Vieta che ai cittadini americani di 18 anni o più venga impedito di votare per ragioni d'età (1971).
27) Stabilisce che gli aumenti di stipendio dei parlamentari entrino in vigore solo dopo che siano avvenute nuove elezioni parlamentari (1992).
Come si vede, tutte questioni di scarso rilievo. Perché la stabilità delle istituzioni e dei diritti fondamentali genera sicurezza e fiducia nei cittadini ed è condizione necessaria, anche se non sufficiente, della democrazia. Renzi non sta solo facendo un colpo di mano per instaurare un regime piddino: sta intenzionalmente minando lo Stato per facilitare la privatizzazione del sistema pubblico e la svendita della nostra economia alle multinazionali.
Fonte: Pagina Facebook dell'Autore
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