di Franco Berardi Bifo e Geert Lovink
Il sistematico respingimento dei migranti alle frontiere d’Europa non è solo manifestazione di brutalità ma sintomo di una trasformazione dell’Unione in una fortezza razzista. Un’onda di nazionalismo e di odio monta fra la popolazione europea. L’arcipelago dell’infamia si diffonde intorno al mar mediterraneo: gli europei costruiscono campi di concentrazione sul loro territorio e pagano i loro Gauleiters di Turchia Libia Egitto perché facciano il lavoro sporco sulle sponde del mar mediterraneo dove l’acqua salata ha sostituito il ZyklonB. Se non fermiamo questa barbarie si preparano le condizioni di una guerra civile razzista in tutta l’area euro-mediterranea.
Non è difficile capire perché gli europei sono divenuti così inospitali.
La rapina finanziaria ha impoverito il continente e gli europei sono talmente ossessionati dalla paura che prendono pochi milioni di migranti come capro espiatorio del fallimento economico del capitalismo finanziario e della depressione che si diffonde tra la razza bianca declinante. Se qualcuno tenta di riattivare la democrazia, come nel luglio del 2015 accadde in Grecia, allora la dittatura finanziaria spinge la gente nell’umiliazione nell’impotenza. Giusto o sbagliato che sia molti vedono l’Unione come un potere oppressivo da cui si vogliono liberare. Il modello dell’Unione morto. Eppure non ha senso regredire allo stato nazione.
Dobbiamo reinventare l’Europa perché nessuno lo farà per noi.
Non vogliamo smettere di essere europei né accettiamo la minaccia di dissoluzione dell’orizzonte europeo: aprirebbe le porte a un inferno di fascismo. Ma le elite finanziarie e politiche hanno distrutto la possibilità di essere europei, hanno perso il controllo del populismo di destra e non hanno più gli strumenti economici per creare posti di lavoro, mentre l’economia, lontana dalla ripresa, va verso stagnazione permanente.
Prima della svolta neoliberista e del diktat finanziario l’Unione europea era un progetto di redistribuzione del denaro e del lavoro. Dopo Maastricht la stabilità finanziaria divenne il programma dei governi nazionali, e il fantasma della stabilità ci intrappola tutti.
Il pieno impiego è una cattiva utopia: non c’è lavoro per tutti e non ci sarà mai a meno di ridurre gli orari di lavoro. Secondo l’Istituto McKinsey metà degli impieghi scompariranno nei prossimi anni grazie alla tecnologia. Lavoro zero è la tendenza e dovremmo prepararci a questa prospettiva che non è poi tanto male se si accetta l’idea che lavoreremo meno e avremo più tempo per pensare alla vita all’arte e al piacere piuttosto che al profitto e alla crescita.
Siamo nel pieno di un crollo economico che secondo Lawrence Summers e molti altri economisti è destinato a prolungarsi senza fine. Infatti non si tratta di una crisi ma di un cambiamento di paradigma. La saggezza d’Europa dovrebbe adeguarsi a questa condizione e avviare un progetto di emancipazione dall’ossessione economica moderna. Non c’è altro modo di uscire dalla depressione.
La politica di stabilità finanziaria ha prodotto povertà e precarietà. Lungi dall’essere un fattore di stabilità la finanza è un peso per la vita sociale, una disgrazia. Ma il denaro potrebbe agire come un attivatore di domanda.
Per questo dobbiamo rivendicare Quantitative Easing per tutti i cittadini, non per le banche e per gli azionisti. È ora che gli elicotteri della Banca centrale europea lancino soldi dal cielo. Le banche centrali dovrebbero distribuire denaro digitale il cui valore diminuisce fino a cancellarsi entro pochi mesi se il ricevente non lo spende. Un software facile da programmare. Non ci importa che il QE venga distribuito in bitcoin o in euro. Deve portare inflazione, perché è ciò che occorre.
Ma chi può imporre un processo di questo genere? La Commissione il cui passato presidente è un agente di Goldmann Sachs? Il finto parlamento? L’intoccabile centro di potere finanziario della Banca Europea? Queste strutture sono paralizzate e non si possono riformare dall’interno. Solo un movimento dal basso, un movimento di cittadini/e e di città può rivitalizzare l’Unione agonizzante.
Ma cos’è un movimento nell’epoca dei social network? È sufficiente un think tank come quello che Democracy in Europe Movement 25 sta realizzando?Quel che occorre è un atto performativo sufficientemente largo da provocare la dissoluzione finale del cadavere della passata Unione europea, e sufficientemente forte da avviare la costruzione di Europe 2.0, fondata su un reddito di cittadinanza universale, sul denaro negativo e una riduzione immediata del tempo di lavoro.
Ricordiamo il 1989. Grossi muri possono crollare nottetempo. Siete preparati a questo?
Ci occorrono concetti, reti, software e modelli sostenibili fondati su reddito di cittadinanza. E ci occorre fiducia nelle nostre forze mentali, anche quando la storia si mette a girare verso direzioni inaspettate. E orrende.
Fonte: comune-info.net
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