La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 5 giugno 2017

Sinistra: 4 punti da cui ripartire in fretta

di Giovanni Paglia
Quattro punti elementari da cui partire subito:
1- Unire la sinistra sarebbe utile, per almeno due ragioni. La prima è che a tutti noi piace sostenere che il 5% è un ostacolo che si supera di slancio, ma rimane il fatto che da ormai molti anni lo superano in pochi e nessuno di questi dalle nostre parti. La seconda è che per quanto bistrattati i partiti esistono e rappresentano qualcuno. D'altra parte in questi anni di resistenza e opposizione i loro militanti ci sono sempre stati, talvolta da soli. Se si vuole arrivare a un risultato apprezzabile, sono quindi necessari ma non sufficienti. Dobbiamo lavorare per superare l'insufficienza, non per fingere che non esista il necessario.
2- Se qualcuno pensa che sia intelligente o utile darsi l'obiettivo di contrastare l'accordo Renzi-Berlusconi offrendosi al Pd come alleato alternativo, meglio che cambi completamente strada. Non lo consiglio io, ma la realtà. Oggi Mdp ha 40 deputati, che in termini elettorali fanno il 6,5%. Sono indispensabili per garantire la maggioranza. Il premier non è Renzi, ma Gentiloni. Il risultato di questo quadro sono i voucher reinseriti a sfregio, contro la democrazia e la logica. Il Pd è un avversario politico, perché ha scelto una strada opposta alla nostra. Prendiamone atto.
3- La realtà sociale dell'Italia era già cambiata nel 2013 e oggi lo è ancora di più. Allora Italia Bene Comune presentò una proposta politica da anni '90, incassando il peggior risultato elettorale della sinistra nel dopoguerra. Oggi qualcuno vorrebbe insistere, richiamandosi anche simbolicamente all'Ulivo o al centrosinistra. Capisco che l'Italia sia un paese che invecchia, ma non per questo si deve insistere con l'antiquariato. Quando leggo Bersani parlare di saldo primario e investimenti, rabbrividisco. Persino soviet ed elettricità sembra un programma più aggiornato e coinvolgente. Corbyn parla di nazionalizzazioni, non si accontenta dell'Imu sulla prima casa di qualche migliaio di persone. Non si tratta di comunicazione, ma di politica.
4- In un mondo che spinge verso gli omogeneizzati, a sinistra permangono le differenze. Non è detto che sia un male, se sapremo metterle a valore attraverso il dialogo e la ricerca di soluzioni condivise. Si tratta di recuperare la vecchia passione per la sintesi, che non significa evitare di scontentare qualcuno, bensì far sì che tutti si riconoscano nel risultato finale. Certo è che questa non sarà possibile se a guidare il processo sarà qualcuno eccessivamente di parte, qualunque sia la parte. Serve un punto di incontro, non la pretesa che qualcuno guidi e altri si siedano tranquilli.

Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore 

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