La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 5 giugno 2017

Socialismo e comunismo

di Paolo Favilli
Socialismo e comunismo, universi politico-culturali, vanno studiati analiticamente come essenziali parametri per l’interpretazione del periodo storico che chiamiamo Età contemporanea. Naturalmente si tratta di un’impostazione legata a una precisa scelta dei caratteri di fondo di tale periodizzazione. I circa 250 anni dell’età contemporanea, infatti, sono quelli in cui il mondo ha conosciuto, sia in termini quantitativi che qualitativi, un complesso di trasformazioni maggiore rispetto ai quattro (o cinque) millenni precedenti. È possibile che ritmi di mutamento con andamento esponenziale per piú di due secoli non ci abbiano proiettato, e da tempo, fuori da quella età che si è aperta nella seconda metà del XVIII secolo?
È possibile essere contemporanei di uomini che vestivano ancora culottes e parrucca? In termini storici certamente lo è. La grande maggioranza degli studiosi ha confermato cordato su questo tipo di periodizzazione fino a non molti anni fa. Dubbi sono stati sollevati da alcuni storici che considerano terminata, od in fase di transizione verso la fine, l’epoca apertasi negli ultimi decenni del Settecento. Alcuni di essi sono arrivati alla conclusione che l’uso dell’espressione storia contemporanea per questo nostro tempo si giustifichi solo per motivi di opportunità manualistica. Chi scrive questo capitolo non condivide tale conclusione. Sulle ragioni della non condivisione avrò modo di argomentare alla conclusione di questo lavoro.


Fonte: rifondazione.it 

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