La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 21 marzo 2017

Italia-Usa: tutti liberisti col sedere altrui!

di Paolo Ercolani
Tutti liberisti col sedere degli altri! A confermarcelo, semmai ve ne fosse bisogno, è la recente vicenda che vede coinvolto il direttore del più autorevole quotidiano economico italiano (Il Sole 24 Ore), espressione diretta di confindustria e della sua ideologia. Sì, perchè non si tratta tanto (né soltanto) di un direttore che pare abbia compiuto degli illeciti amministrativi e finanziari allo scopo di mascherare le reali vendite del proprio giornale, e quindi aumentare i propri benefit derivanti da una meritocrazia falsata.
Liberisti col sedere degli altri
La questione a cui non è stato dato il giusto peso è un’altra, e concerne il fatto che lo stesso direttore del Sole 24 pare avesse firmato una scrittura privata che gli consentiva di dirigere il quotidiano di Confidustria – schierato a favore della cancellazione dell’Articolo 18 voluta dal governo Renzi – con la garanzia che, in caso di licenziamento senza giusta causa, a lui avrebbero sborsato 3 anni di stipendio, ovvero 2 milioni e 250mila euro, in aggiunta all’indennità sostitutiva del preavviso e al Tfr.
Non si tratterebbe di un caso isolato, peraltro, visto che le vicende dei manger che hanno beneficiato di buonuscite milionarie dopo aver condotto alla rovina le proprie aziende (a spese di azionisti e cittadini) abbondano nel nostro infausto Paese.
L’ideologia liberista sostiene che il lavoro va deregolamentato, che occorre quanto più possibile eliminare le tutele legali a favore dei lavoratori, poichè liberalizzare tale settore equivale a renderlo più dinamico e quindi più efficiente e prosperoso per tutti.
Ma le cose non stanno così, se non altro perché il Mercato, esattamente come tutti gli altri prodotti del consorzio umano, è composto da uomini, e questi (in assenza di leggi valide per tutti), specie una volta acquisita una posizione di potere e di rendita, tendono a volerla conservare attraverso operazioni che si rivelano legali o illegali a seconda della presenza delle leggi suddette.
La Storia dimenticata
È la Storia stessa, del resto, a insegnarci che ogni volta che si è voluto ridurre l’intervento governativo ai minimi termini, confidando nelle doti armoniche e autoregolative del Mercato, si è finito col produrre situazioni di privilegio riservato ai pochi o pochissimi, con tanto di esasperazione popolare ed epilogo caratterizzato da “soluzioni” autoritarie o del tutto fasciste.
È quello che è successo nei primi decenni del Novecento, ed è bene sapere che oggi le cose non vanno molto diversamente.
Episodi come quello summenzionato, che peraltro si riferiscono a un direttore di giornale incredibilmente scialbo e insignificante nei suoi editoriali (ed evidentemente non molto capace neppure nell’attività strettamente direttiva), sono esemplificativi di una casta ristretta di aristocratici che si riserva privilegi proprio mentre, dall’altra parte, appoggia principi moralistici sulla base dei quali governi sciagurati privano la grande parte dei lavoratori dei diritti più elementari e basilari.
Come quello di non poter essere licenziato senza una “giusta causa”.
Quella del liberismo sfrenato, insomma, è una logica da “far west” che, ben lungi dal creare un contesto di virtuosa libertà, ne realizza uno di pericolosa anarchia, dove a emergere non sono i migliori né quelli che più si impegnano, bensì i più forti, coloro i cui privilegi e le cui rendite li mettono in una posizione di oggettiva e inemendabile superiorità rispetto a tutti gli altri.
La logica liberista
Si tratta di quella stessa logica che ha sotteso la sciagurata eliminazione della tassa sulla prima casa, o quella che informa la cosiddetta “flax tax” (discussa proprio in questi giorni), creando una situazione di sostanziale iniquità che non tiene conto delle differenze di rendita e di reddito dei cittadini, ancora una volta a beneficio esclusivo dei più ricchi e dei più forti.
Una logica che abbiamo disgraziatamente importato dagli Stati Uniti, senza però tener conto che in quello stesso Paese, insieme alle molteplici e innegabili ingiustizie, sussistono dei meccanismi che quantomeno limitano il privilegio aristocratico.
Per esempio la meritocrazia, che in Italia risulta non pervenuta fin dagli albori dell’Unità nazionale, portando alle luci della cronaca casi di persone che non sono riuscite a farsi assumere dall’Università neppure come bidelli, salvo poi ritrovarsi a capo di prestigiosi team di ricerca in strutture estere ( notizia di questi giorni).
Con l’applicazione di queste logiche liberistiche sciagurate e puntualmente smentite dalla Storia (si veda l’amara confessione di Alan Greenspan, per un ventennio a capo della Federal Reserve, reo confesso di aver applicato pedissequamente il dogma liberista salvo averne scoperto tutte le falle a disastro avvenuto, quando la crisi del 2008 cominciava già a distruggere lavoratori e famiglie), abbiamo importato dagli Stati Uniti anche un secondo tipo di logica da far West.
Far West
Mi riferisco a quello dei cittadini esclusi, impoveriti ed esasperati, pronti a cercare nella “giustizia fai da te” quell’unica reazione possibile rispetto a un sistema che li vede sempre più emarginati, senza speranza, spaventati.
Come se poter sparare a un ladro che ti entra dentro casa, potesse rappresentare la soluzione migliore alla povertà tua e del ladro stesso, nonché a governi che non sanno come fare e non possono più garantire sicurezza ai propri cittadini anche perché i dogmi sciagurati della finanza li hanno impoveriti e resi di fatto inermi.
Come se la logica del far West non fosse sempre e comunque quella del più forte, che fossero i coloni bianchi contro i pellerossa, o che siano oggi quelli che possono comprarsi più armi (che siano pistole e fucili, ma anche giornali e mezzi di comunicazione per guadagnarsi il consenso).
Come se quella tra cittadini esasperati e delinquenti non fosse (nella stragrande maggioranza dei casi) una tragica e paradossale guerra fra poveri ad esclusivo beneficio dei pochi ricchi che speculano su entrambi.
Questo sia detto senza minimamente voler giustificare e neppure comprendere chi delinque.
La logica del far West conduce sempre alla demagogia e al sangue.
Gli Usa, per ragioni storiche, culturali e anche militari, sono sempre riusciti ad “esternalizzare” quel sangue, facendo in modo che i conflitti scoppiassero fuori dai confini patri.
Male che gli andasse, si sono ritrovati come presidenti i vari Theodore Roosevelt, Ronald Reagan e oggi Trump, alfieri di crociate, guerre e muri in nome dell’ “american way of life” o addirittura dell’esportazione della democrazia.
In Europa, invece, il mix di liberismo e aristocrazia ha sempre prodotto una reazione popolare i cui esiti non hanno escluso che il sangue si diffondesse sullo stesso suolo europeo.
Oggigiorno fin troppi sono i sintomi che ci parlano di una Storia pronta a ripetersi.
Il guaio è che non si scorgono orecchi pronti ad ascoltarli.
Eppure dovremmo sapere bene che i fantasmi dell’America, in quella terra lontana, si rivelano il più delle volte come spettri inquietanti
Mentre da noi assumono un’identità in carne ed ossa. E a quel punto si aprono le porte della barbarie.

Fonte: Il manifesto 

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