La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 24 settembre 2015

Il nuovo governo Tsipras pronto a dare battaglia

di Teodoro Andreadis Synghellakis
Il nuovo governo di Ale­xis Tsi­pras ha giu­rato nelle mani del pre­si­dente della repub­blica Pro­ko­pis Pavlo­pou­los. Qua­ran­ta­sei mem­bri chia­mati ad appli­care subito quanto pat­tuito con i cre­di­tori, ma anche a met­tere in pra­tica le cosid­dette misure equi­va­lenti, in un «pro­gramma paral­lelo», che possa far respi­rare le classi sociali più deboli. I mini­stri sono 16, altret­tanti i mini­stri aggiunti e 12 i vice­mi­ni­stri. E, mal­grado alcune incer­tezze della vigi­lia, Efkli­dis Tsa­ka­lo­tos con­ti­nuerà a gui­dare il deli­ca­tis­simo dica­stero della finanze. Insieme al respon­sa­bile dell’economia Jor­gos Sta­tha­kis e il vice mini­stro che gestirà i fondi euro­pei, Ale­xis Cha­ri­tsis, dovrà cer­care di far ripar­tire il paese, evi­tando sven­dite del patri­mo­nio pub­blico e licen­zia­menti nel set­tore pri­vato. Sino alla fine dell’anno ci si attende che l’economia reale sia soste­nuta da circa sei miliardi di euro pro­ve­nienti da fondi euro­pei, men­tre il piano Junc­ker per la Gre­cia, dovrebbe toc­care, nel com­plesso, i 35 miliardi.
Un’altra prio­rità è la pro­fonda rivi­si­ta­zione del sistema fiscale. Non a caso, Tsa­ka­lo­tos, subito dopo aver giu­rato, ha dichia­rato che com­pito e inten­zione del nuovo governo è «tro­vare il modo per poter far pagare, con­tri­buendo a dovere, chi dispone di alti red­diti». L’intenzione, quindi, è quella di mar­care il carat­tere e la sen­si­bi­lità sociale del governo, mal­grado il memo­ran­dum, ren­dendo chiaro che si tratta di un ese­cu­tivo di sini­stra e che Syriza non ha per nulla rinun­ciato ai pro­pri principi.
Nikos Kotziàs viene ricon­fer­mato agli esteri, come anti­ci­pato, Panos Skour­le­tis allo svi­luppo, men­tre Panos Kam­me­nos, lea­der dei Greci Indi­pen­denti, rimane alla guida della difesa. Come sot­to­li­neato dai com­men­ta­tori, si tratta di un governo molto simile a quello che si era dimesso a fine ago­sto, per andare ad ele­zioni anti­ci­pate. La scom­messa era poter per­met­tere alla Coa­li­zione della Sini­stra Radi­cale greca, di potersi raf­for­zare, gra­zie al soste­gno popo­lare, mal­grado la firma di un dif­fi­cile com­pro­messo con i cre­di­tori, ed è stata vinta, nono­stante gran parte della stampa e dei son­dag­gi­sti schie­rati contro.
Tra le novità del nuovo ese­cu­tivo Nikos Filis, ex capo­gruppo di Syriza e Jor­gos Chou­lia­ra­kis, che diventa mini­stro delle finanze aggiunto. Aveva preso il posto di Tsa­ka­lo­tos, nel governo ad inte­rim e viene con­si­de­rato un uomo molto con­creto, che si muove sem­pre con rea­li­smo, numeri e dati alla mano. Jan­nis Dra­ga­sa­kis rimane vice pre­si­dente dell’esecutivo, ed anche lui, par­lando ai gior­na­li­sti in attesa davanti al palazzo pre­si­den­ziale, ha riba­dito che le prio­rità sono sì la ripresa e la rior­ga­niz­za­zione dell’economia, una giu­sta attua­zione degli accordi con i cre­di­tori, ma anche ren­dere palese che il governo avrà un pro­filo di sini­stra. La pre­si­denza della camera andrà, come da pre­vi­sioni, all’ex mini­stro degli interni Nikos Vou­tsis, il cui rap­porto con Tsi­pras è solido e non impre­ve­di­bile, come quello della pasio­na­ria Zoi Kon­stan­to­pou­lou, ex pre­si­dente della Voulì –il par­la­mento elle­nico — che ha voluto spo­sare la causa di Unità Popo­lare. Subito dopo l’annuncio della lista dei mini­stri, si è com­pli­men­tato via twit­ter con Tsa­ka­lo­tos il com­mis­sa­rio euro­peo agli affari eco­no­mici Pierre Mosco­vici, «felice» di poter col­la­bo­rare ancora con il mini­stro delle finanze «per poter aiu­tare, insieme, la Grecia».
Tut­ta­via, le dif­fi­coltà non man­che­ranno, e l’esecutivo del lea­der della sini­stra greca dovrà pre­pa­rarsi a nuovi agguati e pres­sioni. Come riporta Efi­me­rida Syn­dak­ton, il Quo­ti­diano dei Redat­tori di Atene, è molto pro­ba­bile che mal­grado la dispo­ni­bi­lità di fac­ciata del Fondo Mone­ta­rio Inter­na­zio­nale ad arri­vare ad un accordo per un alleg­ge­ri­mento del debito greco, in realtà l’Fmi cer­chi di allun­gare ad arte i tempi della trat­ta­tiva. E che nel corso della prima valu­ta­zione dei «pro­gressi» com­piuti dalla Gre­cia nell’applicare le «riforme» impo­ste, i cre­di­tori pre­sen­tino al governo una lista di ulte­riori tagli. La trat­ta­tiva non è finita, Ale­xis Tsi­pras lo sa bene. Si pre­para a dare bat­ta­glia, per con­tra­stare tutti coloro che spe­rano ancora in un ritorno della vec­chia classe poli­tica, magari tra­mite un governo di unità nazio­nale, che rimane nei desi­deri e nelle spe­ranze delle isti­tu­zioni creditrici.

Fonte: il manifesto 

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