di Gianluca Graciolini
Amiche ed amici, signore e signori, compagne e compagni. Oggi i venti di guerra stanno tornando prepotentemente a spirare in tutto il mondo e molti conflitti militari sono alle nostre porte, in Europa. Non ne sentite la puzza? Non ne vedete il terrore negli occhi delle migliaia di profughi che bussano ai nostri usci? Non vi indignate se i nostri governi spazzano via scuola, sanità e welfare ma continuano a spendere miliardi in armamenti? Non comprendiamo che le stesse politiche neoliberiste, lo strapotere del capitalismo finanziario e le grandi disuguaglianze si reggono soprattutto su un ordine geopolitico fondato, innanzitutto, sulla guerra e sul dominio militare sui più deboli?
Di guerra non se ne parla come si dovrebbe, la esorcizziamo con il silenzio, diventa perfino una parola che in tanti non suscita più ribrezzo, ci siamo assuefatti ad uno stato bellico permanente, addirittura si odono discorsi sulla sua ineluttabilità, come soluzione finale alla crisi e alla competizione economica internazionale.
Di pace, al contrario, non si parla più, come se questa parola sia stata condannata a nascondersi, tremebonda, timida ed in ritirata, tra le pieghe della storia, in questo primo scorcio del XXI secolo, sillabata solamente da esigue minoranze di irriducibili, almeno in Italia.
Credo invece che la pace, ed una politica di pace, sia il primo discrimine tra una sinistra che guarda alla giustizia sociale, alla solidarietà tra popoli e di classe, alla lotta alle disuguaglianze, alla cultura democratica, al pensiero critico ed all'accoglienza e tutte le destre nelle loro varianti neoliberiste, conservatrici, populiste, xenofobe e neofasciste che guardano al dominio del forte sul debole come ad un ordine ineluttabile e alla guerra come all'apoteosi nell'epica della competizione, come a un fatto normale cui si può ricorrere senza precauzioni politiche, etiche e morali.
La pace deve tornare ad essere la prima delle nostre parole d'ordine e come piccolo contributo a questo grande impegno vi propongo di far risventolare la sua bandiera in ogni dove, intanto qui su facebook. Facciamo risvegliare la pace nelle nostre coscienze, addobbiamo le nostre bacheche (e le nostre case) con la sua bandiera, tempestiamo il web con i suoi colori. Avanti popolo!
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