di Franco Berardi Bifo
All’inizio mi sono detto: perché dovrei votare come il razzista Salvini, o come D’Alema, l’uomo che ha violato l’articolo 11 della Costituzione bombardando la Serbia per ordine dei suoi compari Bill Clinton e Tony Blair e adesso si presenta come difensore della Costituzione Repubblicana? Poi vado a vedere chi mi consiglia di votare SI e trovo un signore che in gioventù fu fascista poi si convertì allo stalinismo perché lo stalinismo stava vincendo, e poi si convertì alla NATO perché lo stalinismo era venuto meno, e poi si converti all’europeismo finanziario e come presidente della Repubblica firmò disciplinatamente i decreti di Berlusconi e i diktat del sistema bancario.
Pensavo di astenermi, a quel punto per non trovarmi in un caso come nell’altro in compagnia di ipocriti mascalzoni.
Poi andai al comizio di Landini, un paio di settimane fa, e Landini mi ha convinto a votare NO. Landini fece notare che il governo Renzi, a parte le velleità di riforma costituzionale, si distingue soprattutto per le sue politiche sociali.
È il governo del voucher, cioè della totale distruzione dei diritti del lavoratore, anzi per la cancellazione del lavoratore stesso come persona. È il governo che propone ai lavoratori anziani di pagarsi un mutuo in banca (magari la Banca Etruria, vero?) per poter avere la pensione, dopo aver pagato una vita di contributi. Questo è il governo Renzi. Prima cade meglio è.
Dopo avere ascoltato Landini dissi a me stesso: il mio voto non sarà costituzionale né politico, il mio voto sarà sociale.
Sul piano costituzionale mi fido assai più di Stefano Rodotà che di Giorgio Napolitano, naturalmente. E mi pare evidente che l’efficienza della democrazia non dipende dalla abolizione del Senato né dal premio di maggioranza. Queste sono misure che riducono la democrazia, non la perfezionano. Ma per essere del tutto sincero, delle questioni costituzionali me ne importa il giusto, cioè quasi niente.
Non perché io consideri la democrazia una cosa irrilevante, ma perché penso che la democrazia è morta, non per effetto di una riforma costituzionale, ma perché cancellata dal potere finanziario, e non dall’eccessivo numero dei senatori. Chi dice che la decisione politica deve essere più veloce prende in giro se stesso e gli altri. La decisione politica non dovrebbe essere veloce o lenta: dovrebbe essere coerente con gli interessi della maggioranza della società.
Al contrario la decisione politica è ostaggio della dittatura finanziaria, e poco importa se va veloce o lenta, in ogni caso distrugge la vita sociale per ragioni che non dipendono dalla politica, ma dagli automatismi finanziari di cui la politica è diventata una funzione dipendente.
Dal punto di vista costituzionale la riforma di Renzi e Napolitano è anti-democratica, perché è anti-democratico accelerare i tempi della decisione e aumentare il potere dell’esecutivo. Questo è elementare. Ma io non vado a votare per questioni di tipo costituzionale.
La Costituzione della Repubblica Italiana sarà forse la più bella del mondo, ma è da tempo inoperante. D’Alema ha violato l’articolo 11, Berlusconi ha violato l’articolo 21 e Renzi ha violato l’articolo 4, e tutti coloro che hanno promosso la riforma neoliberale hanno violato l’articolo 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e continuate voi.
Voterò NO perché occorre fermare la dittatura liberista, la precarizzazione del lavoro e l’impoverimento della società. Occorre fermare il governo Renzi che rappresenta l’efficientismo al servizio della devastazione neoliberista e del sistema finanziario.
Capisco che molti amici (anche amici carissimi della cui intelligenza e buona fede non dubiterò mai) propendono verso il sì per una ragione nobile. Temono il caos, temono di mescolare il loro voto con quello di gentaglia.
Li capisco. Chi ha scelto di spostare la discussione sulla questione (vuota) della democrazia e della costituzione lo ha fatto perché su questo terreno sperava di vincere, e sbaragliare per sempre ogni resistenza contro la devastazione liberista. Renzi lo ha detto esplicitamente: se vinco il referendum la via della “riforma” è sgombra e più nessuno mi ferma. E sappiamo cosa vuol dire “riforma” nel new-speak neoliberista.
In questo modo Renzi pensava di mettere i cultori del nuovo contro i cultori del vecchio, e in qualche misura c’è riuscito. Molti dicono di votare sì perché hanno la (falsa) percezione di essere dalla parte del rinnovamento contro coloro che difendono la “vecchia” Costituzione. Sarà anche la più bella del mondo, dicono in cuor loro, ma ha settant’anni, meglio una giovinetta anche meno avvenente ma più croccante. Mi dispiace di banalizzare, ma il renzismo è questo: meglio un imbecille nuovo che un vecchio saggio, no?
L’imbecille nuovo tira la carretta con energia, e corre dietro alla carota senza farsi troppe domande.
Io non scelgo tra il vecchio e il nuovo. Scelgo tra la stabilità dello sfruttamento precario e della miseria crescente e l’incertezza di un futuro in cui tutto finalmente ridivenga possibile. Scelgo il rischio, per rompere la certezza di un futuro di miseria, di depressione e di fascismo.
Fonte: comune-info.net
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RispondiEliminaLa fonte originale è questa http://www.zeroviolenza.it/editoriali/item/74339-il-mio-no-%C3%A8-sociale-n%C3%A9-costituzionale-n%C3%A9-politico
RispondiEliminaIo sono preoccupato perchè la destra vincerà le prossime elezioni e con queste modifiche+legge elettorale farà terra bruciata dei diritti e della democrazia (anche se borghese).
RispondiEliminaPenso la medesima cosa
EliminaUn gran bel pezzo, molto condivisibile. Un solo dubbio: per scegliere il rischio bisognerebbe almeno averlo approssimativamente valutato, altrimenti si chiamava avventurismo delle "anime belle". La mia personale, e indimostrabile, valutazione del rischio è che la deriva grillina sia molto, troppo probabile. Poichè la considero una alternativa molto peggiore sia a quella attuale che ad una sua eventuale versione post-SI, voto NO.
RispondiEliminaInteressante la valutazione del rischio, ma scusa motiva il tuo NO che viste le premesse sembra incomprensibile...
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Eliminala destra e la sinistra sono fantasie per ristabilire il benessere in italia sevono sinteticamente: in campo macroeconomico la sovranità monetaria ( con relativa spesa pubblica produttiva senza pareggio di bilancio stile abe in giappone), poi la lotta al dumping sociale mediante dazi corrispondenti al differente costo del lavoro (art 36 della costituz.), un acancellazione della oppressione fiscale contributiva mascherata da lotta all' evasione, l' abbattimento della burocrazia. Si lo so servono anche altre cose ma volevo essere sintetico
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Eliminaio sono preoccupato sia che vinca il si e sarebbe drammatico , sia che vinca il NO che io voterò dalla mia parte , perchè alla fine vincerà sempre la destra . In ogni caso condivido la disamina di Berardi , ma non si può lasciare campo libero a gente come Berlusca e D'Alema ,Salvini .
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EliminaSi, beh, Bifo sembra privilegiare la finalità del defenestramento di Renzi sopra ogni altra considerazione, ma a me pare che la sua motivazione profonda sia piuttosto quella di preservare la nostra legge fondamentale ed i principi che ne discendono, che poi mi sembra l'unica ragione pertinente ed adeguata alla dignità di un referendum costituzionale.
RispondiEliminaè un articolo illuminante, tuttavia sono in disaccordo con una cosa.
RispondiEliminaMagari può essere utile leggere questo...
http://www.massimodalema.it/doc/16361/kosovo-fu-un-errore-bombardare-belgrado.htm
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RispondiEliminahttp://orizzonte48.blogspot.it/2016/11/referendum-spread-crisi-bancaria-omt.html
RispondiEliminami chiamo Gilberto Gismondi e sono stato matricola nel 1976 a Bologna a Lettere .A marzo del 1977 ho iniziato a vedere la china che ci ha portato fino a questo punto .Ci deve essere un fondo a questa caduta e spero di trovarlo il 4 dicembre:continuare la caduta sarebbe andare a finire in quanto descritto qua http://orizzonte48.blogspot.it/2016/11/referendum-spread-crisi-bancaria-omt.html
RispondiEliminaConcordo con Bifo. Ormai di destra e sinistra si può parlare per le questioni sociali. In economia o sei per il lavoro o sei per il capitale. Renzi è per il capitale
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