La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 26 novembre 2016

Difesa, se 45mila euro all’ora vi sembran pochi

di Luca Martinelli
“I dati che abbiamo raccolto e analizzato, secondo i quali nel 2017 l’Italia spenderà 23,4 miliardi per il comparto Difesa, sono stati indirettamente confermati dalla ministra Roberta Pinotti”. Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Disarmo, è soddisfatto: la ministra della Difesa è intervenuta, a seguito dalla presentazione del primo rapporto dell’Osservatorio sulla spesa militare italiana (MIL€X), un progetto che Vignarca condivide con il giornalista Enrico Piovesana, e non potendo smentire che “la Difesa costa 23 miliardi di euro l’anno” (ANSA, 23 novembre), ha invece sottolineneato quanto questi siano “soldi spesi bene, perchè le nostre Forze Armate danno un servizio di grandissima qualità a questo Paese” (stessa fonte).
Poi la ministra Pinotti, nel corso del suo intervento alla presentazione del calendario 2017 dell’Aeronautica, “avrebbe portato come esempio -racconta Vignarca- il servizio meteorologico, la cartografia e il sostegno offerto alle popolazioni colpite dal terremoto, tutte attività che non necessariamente devono essere condotte da uomini armati. Così facendo, ha indirettamente sostenuto le ragioni che ci portano a sostenere la creazione di una Difesa nonviolenta, quella promossa con una proposta di legge d’iniziativa popolare dalla campagna Un’altra difesa è possibile”. Quella che -come ha scrittoAltreconomia a inizio novembre- nei giorni in cui il Paese celebrava la Festa delle Forze Armate, il 4 novembre, si è data appuntamento a Trento per i suoi Stati generali.
Anche perché, sottolinea un comunicato di MIL€X in risposta a Pinotti, “le previsioni meteo a cura del Servizio meteorologico dell’Aeronautica costano circa 74 milioni di euro l’anno, mentre le carte nautiche dell’Istituto idrografico della Marina appena mezzo milione di euro l’anno”. Per quanto riguarda invece i Carabinieri, spiega Vignarca, “la metodologia utilizzata nell’elaborazione del rapporto ci ha permesso di ‘depurare’ dal computo totale la spesa per questo corpo nella funzione di ordine pubblico, e questo rende ancora più ‘solido’ il contenuto del nostro lavoro”.
Come si arriva, allora, a spendere 64 milioni di euro al giorno, 45mila euro all’ora? Il 40,5% copre le spese del personale, cui andrebbe aggiunto anche un ulteriore 12,95 per le funzioni di Difesa in capo all’Arma dei Carabinieri. “Il problema è che ci sono ancora più comandanti che comandati”, sottolinea Vignarca, confermando la continuità di una condizione che Altreconomia aveva rivelato per prima nel maggio del 2009 grazie a un articolo di Massimo Paolicelli, co-autore del libro “Il caro armato”, il primo che faceva i conti in tasca alla Difesa.Osservatorio MIL€X, 2016

Poi ci sono le spese per armamenti, che “pesano” per 5,6 miliardi di euro sul bilancio della Difesa. “Qui -sottolinea Vignarca- c’è un doppio paradosso: il primo è che la maggior parte degli stanziamenti sono a bilancio del ministero dello Sviluppo economico (MISE), 3,36 miliardi contro 2,27 della Difesa; il secondo, se vuoi più grave, è che l’86,2% del budget MISE destinato alla voce ‘competitivà sviluppo imprese’ finisce all’industria degli armamenti”.Osservatorio MIL€X, 2016

Nell’ultimo decennio le spese militari sono cresciute del 21%, dai 19,35 miliardi di euro del 2006. “Pinotti ha sottolineato -dice Vignarca- che il bilancio della Difesa vale l’1,15 per cento del Pil, ma secondo i dati di MILEX nel 2017 il dato reale è dell’1,37 per cento del Pil previsto dal governo (1 miliardo e 703 milioni secondo la Nota di Aggiornamento al Def 2016 del 27 settembre) o dell’1,40 del Pil 2017 previsto dall’Istat (1 miliardi e 670 milioni, secondo le Prospettive Istat per l’economia italiana 2016-2017 del 21 novembre)”.
Vignarca e Piovesana invitano il ministro della Difesa a un confronto pubblico sul tema delle spese militari italiane.

Fonte: Altreconomia.it 

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