di Andrea Fabozzi
La campagna elettorale del No era cominciata con la preoccupazione di avere contro tutto il governo, un presidente del Consiglio disinvolto nelle promesse e le tv e i principali giornali schierati per il Sì. Era però proseguita con la lieta sorpresa che gli argomenti contro la riforma riuscivano malgrado tutto a fare presa sugli elettori, grazie anche agli eccessi di Renzi che, protagonista assoluto della lunga propaganda, ha avuto il tempo di sbagliare più di una mossa. Tant’è che a un certo punto il pessimismo si è spostato a palazzo Chigi.
Ma in questi ultimi giorni di campagna, tra i sostenitori del No è riaffiorato qualche timore, quando ci si è accorti che l’allarmismo – del genere «se vince il No il paese va a rotoli e arrivano i populisti» – poteva conquistare gli indecisi. La sala pienissima e le oltre mille persone che si sono radunate ieri a Roma per l’ultima grande manifestazione dell’Anpi sono servite da conforto, e incoraggiamento verso il 4 dicembre.
Ma in questi ultimi giorni di campagna, tra i sostenitori del No è riaffiorato qualche timore, quando ci si è accorti che l’allarmismo – del genere «se vince il No il paese va a rotoli e arrivano i populisti» – poteva conquistare gli indecisi. La sala pienissima e le oltre mille persone che si sono radunate ieri a Roma per l’ultima grande manifestazione dell’Anpi sono servite da conforto, e incoraggiamento verso il 4 dicembre.
Proprio l’Associazione nazionale partigiani era stata protagonista suo malgrado dei primi giorni di campagna elettorale, quando prima Renzi poi Boschi poi la cerchia più larga dei renziani avevano attaccato e messo in dubbio la scelta dei partigiani di spendersi per il No. Carlo Smuraglia, il 93enne presidente dell’Anpi capace di mettere Renzi in difficoltà durante il confronto pubblico di due mesi fa alla festa dell’Unità di Bologna, ieri chiudendo la manifestazione al teatro Brancaccio di Roma ha ricordato quei giorni. E la sostanza dello scandalo: «La decisione di votare No al referendum l’abbiamo presa dopo molte discussioni e una votazione finale al nostro congresso, del resto ce lo imponeva l’articolo 2 del nostro statuto, ed è stata approvata con 347 Sì e tre astenuti. Abbiamo chiesto agli iscritti di non prendere iniziative palesemente in contrasto con questa decisione, ma non abbiamo promosso nessuna azione disciplinare verso chi non ha seguito le nostre indicazioni, per nessuno. Il dissenso è legittimo e malgrado si voglia enfatizzare la scelta per il Sì di cento o duecento partigiani, dobbiamo ricordare che all’Anpi aderiscono in 124mila».
Intervenendo subito prima di Smuraglia, Susanna Camusso ha nominato la paura degli ultimi giorni. «Dobbiamo spiegare a chi si sta facendo tentare dall’astensione o dall’appoggio alla riforma – ha detto – che non la vittoria del No, ma proprio quella del Sì spalancherà le porte al populismo. Non avremo più argomenti in favore del radicamento della politica. Del resto Renzi sta cavalacando ogni giorno l’antipolitica, ha detto che il sindacato è schierato a difesa della “casta” (in tv, avendo di fronte Landini, ndr). Se è così, lui che guida il governo come si considera?». Quanto al famoso «merito» della riforma, la segretaria nazionale della Cgil ha ricordato che la legge che il sindacato più ha avversato, il Jobs act, è stata approvata a tempo di record «quando si vuole il parlamento italiano è velocissimo, non c’è alcun bisogno di sbilanciare l’equilibrio dei poteri ulteriormente in favore del governo». E poi anche la riforma costituzionale rinvia parecchi aspetti decisivi, dai referendum alle leggi popolari allo statuto delle minoranze, «mi ricorda una legge delega», quale appunto il Jobs act, ha concluso Camusso.
Alla manifestazione di ieri è intervenuto anche Alessandro Pace, presidente del comitato del No al referendum. «Questa riforma – ha detto – prevede un solo uomo al comando, non perché aumenta i poteri del premier ma perché diminuisce i poteri delle opposizioni e il ruolo del parlamento. Io non voglio parlare di torsione antidemocratica, ma certamente non hanno simpatia per la democrazia».
«Se vince il Sì aumenterà la strafottenza e l’arroganza di chi vuole governare da solo, se vince il No avremo fermato per sempre o almeno per un po’ i tentativi di stravolgere la Costituzione, e potremmo dire “cominciate ad attuarla”», ha detto Smuraglia. Alla fine è toccato ancora a lui chiedere agli iscritti all’Anpi un impegno straordinario per l’ultima settimana. «Teniamo gli occhi aperti, il governo sta distribuendo le ultime mance e regalini con la legge di bilancio. Ma soprattutto non cedete al pessimismo. Fatevi dare un consiglio da me che sono anziano – ha detto – la battaglie vanno affrontate con ottimismo, con la convinzione di vincerle. Quando qualcuno bussa alla vostra porta perché vuole vendervi un’aspirapolvere, lo fa con la convinzione di avere successo. E noi stiamo difendendo la migliore aspirapolvere del mondo, la nostra Costituzione».
Fonte: Il manifesto
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.