Intervista a Luciano Canfora di Simona Maggiorelli
Il Mare Nostrum oggi è il mare dei naufragi, un cimitero di migranti. Quello che stiamo vivendo è certamente uno dei punti più drammatici della sua millenaria storia, che purtroppo non è mai stata senza conflitti. L’idilliaca visione di un mare di incontri di culture, di pacifico scambio, suona piuttosto artificiosa se rilegge la storia. Fin da quella più antica. Sulla difficile storia del Mediterraneo in età classica Luciano Canfora ha scritto un sintetico saggio per l’editore Castelvecchi, rileggendo i testi antichi, a partire da Omero e Erodoto, arrivando poi a ricostruire il tentativo di Augusto di riunificare del Mediterraneo, proseguito sotto il vessillo della croce da Costantino e Teodosio che impose il cristianesimo come religione di Stato.
Per arrivare poi all’attualità . E in particolare al difficile rapporto fra Turchia ed Europa. Dopo il tentato golpe, infatti, il Paese guidato da Erdogan mostra un volto sempre più autoritario, ragione per cui L’Unione Europa ha bloccato i negoziati per l’ingresso della Turchia in Europa.
Professor Canfora il Mare Nostrum è attraversato da lacerazioni fin dall’antica Grecia che, non a caso, concepì l’Iliade?
"I conflitti nel Mediterraneo orientale ci sono noti dall’Iliade, da Erodoto, da Senofonte, da Demostene; i conflitti nel Mediterraneo occidentale soprattutto da Polibio. Nel corso dei secoli si è sostituita l’egemonia della repubblica imperiale romana all’egemonia dell’impero persiano, il cui erede fu l’impero di Alessandro Magno."
Qual è stato nell’antichità il ruolo della Sicilia, per metà greca, per metà cartaginese?
"Non è esatto parlare di “ruolo della Sicilia”, direi piuttosto che il mondo punico aveva lì un avamposto con cui si scontrò l’insediamento coloniale greco, che fu all’origine di una grande potenza quale Siracusa. Siracusa sconfisse Atene nel 413 a.C. Due secoli dopo si alleò con Annibale ma la macchina militare romana riuscì a fiaccare anche il genio strategico del capo cartaginese, alle cui spalle s’era sfaldato il “fronte interno”."
Nel libro Mediterraneo una storia di conflitti arriva anche ad analizzare il presente. La drammatica sistuazione dei migranti, l’Europa che alza muri e la Turchia di Erdogan che apparentemente lotta contro il califfato e nei fatti attacca la minoranza curda. Dopo l’arresto del leader curdo Demirtaş ha spedito in carcere nove giornalisti del quotidiano Cumhuriet ed è stato chiesto l‘ergastolo per la scrittice Aly Erdogan. La situazione, dopo il tentato golpe, sta precipitando?
"La situazione turca non sta affatto “precipitando” poiché è “precipitata” per così dire “da sempre” cioè dall’inizio della guerra fredda. Agli Stati Uniti e agli inservienti (cioè ai governi europei) la Turchia appare come il baluardo anti-russo, quale che sia il dittatore o non-dittatore che governa ad Ankara. La lotta di potenza antirussa continua: non importa chi governa a Mosca e quale sia il tipo di regime vigente in Russia. Oggi possiamo cogliere appieno il carattere disgustoso della propaganda “occidentale”."
Fonte: Left.it
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