La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 28 dicembre 2015

Bernie Sanders: per mettere un freno a Wall Street si corregga la Fed

di Bernie Sanders
Wall Street è tuttora fuori controllo. Sette anni fa la Federal Reserve e il Dipartimento del Tesoro hanno salvato le maggiori istituzioni finanziarie di questo paese perché erano considerate troppo grandi per fallire. Ma quasi tutte sono oggi più grandi che prima del salvataggio. Se una qualsiasi dovesse fallire di nuovo, i contribuenti sarebbero forzati a un nuovo salvataggio, forse uno più grosso questa volta.
Per mettere un freno a Wall Street dovremmo cominciare riformando la Federal Reserve, che sovrintende alle istituzioni finanziarie e che utilizza la politica monetaria per mantenere la stabilità dei prezzi e la piena occupazione. Disgraziatamente un’istituzione che era stata creata per servire tutti gli statunitensi è stata sequestrata da quegli stessi banchieri che essa disciplina.
La recente decisione della Fed di aumentare i tassi d’interesse è l’esempio più prossimo della manipolazione del sistema economico. I grandi banchieri e i loro sostenitori nel Congresso sono andati dicendoci per anni che un’inflazione al galoppo era appena dietro l’angolo. Hanno avuto torto marcio ogni volta. Aumentare oggi i tassi d’interesse è un disastro per i piccoli imprenditori che hanno bisogno di finanziamenti per assumere più lavoratori e per gli statunitensi che hanno bisogni di altri posti di lavoro e di salari più elevati. Di norma la Fed non dovrebbe aumentare i tassi d’interesse fino a quando la disoccupazione non sia inferiore al 4 per cento. L’aumento dei tassi d’interesse dovrebbe essere deciso solo come ultima risorsa, non per combattere un’inflazione fantasma.
Che cosa è andato storto alla Fed? Ai più alti dirigenti di alcune delle più grandi banche degli Stati Uniti è consentito di sedere nei suoi consigli d’amministrazione. Durante la crisi di Wall Street del 2007 Jamie Dimon, il direttore generale e presidente della JPMorgan Chase sedeva nel consiglio di amministrazione della Fed di New York mentre la sua banca riceveva più di 390 miliardi di dollari di assistenza finanziaria dalla Fed. L’anno prossimo quattro dei 12 presidenti delle Banche regionali del sistema della Federal Reserve saranno ex dirigenti di una sola società: la Goldman Sachs.
Questi sono chiari conflitti d’interesse, del tipo che non sarebbe consentito in altre amministrazioni. Non tollereremmo che il capo della Exxon Mobil dirigesse l’Agenzia della Protezione dell’Ambiente. Non permettiamo che la Commissione Federale sulle Comunicazioni sia dominata da dirigenti della Verizon. E non dovremmo consentire che dirigenti di grandi banche siedano nei consigli di amministrazione della principale istituzione responsabile di disciplinare le istituzioni finanziarie.
Se fossi eletto presidente le volpi non starebbero più a guardia del pollaio. Per garantire la sicurezza e la solidità del nostro sistema bancario dobbiamo ristrutturare a fondo il sistema di amministrazione della Fed per eliminare i conflitti d’interesse. I membri del consiglio di amministrazione dovrebbero essere nominati dal presidente e scelti dal Senato. Ai dirigenti dell’industria bancaria non deve essere più permesso di sedere nei consigli della Fed e di sceglierne i membri e il personale. Le posizioni nel consiglio dovrebbero invece includere rappresentanti di ogni estrazione sociale, tra cui sindacalisti, consumatori, proprietari di casa, residenti urbani, agricoltori e piccole aziende.
La Fed dovrebbe anche assicurare che le istituzioni finanziarie stiano investendo nell’economia produttiva offrendo finanziamenti accessibili alle piccole aziende e ai consumatori che creano buoni posti di lavoro. Come? Innanzitutto dovremmo vietare che le banche commerciali giochino d’azzardo con i depositi bancari del popolo statunitense. Secondo, la Fed deve smettere di offrire incentivi alle banche per tenere il denaro fuori dall’economia. Dal 2008 la Fed ha corrisposto alle istituzioni finanziarie interessi sulle riserve in eccesso parcheggiate presso la banca centrale, riserve che sono cresciuto al livello senza precedenti di 2,4 trilioni di dollari. Questo è folle. Invece di pagare interessi alle banche su tali riserve, la Fed dovrebbe addebitare loro una commissione che sarebbe utilizzata per offrire prestiti diretti alle piccole aziende.
Terzo: come condizione per ricevere assistenza finanziaria dalla Fed le grandi banche devono impegnarsi ad aumentare i prestiti a piccole aziende e consumatori affidabili, riducendo gli interessi e le commissioni sulle carte di credito e offrendo assistenza a proprietari di casa in difficoltà e con l’acqua alla gola.
Abbiamo anche bisogno di trasparenza. Troppa dell’attività della Fed è condotto in segreto, nota solo ai banchieri nei vari consigli e comitati. Trascrizioni complete e non censurate del Comitato Federale del Mercato Aperto devono essere rese pubbliche entro sei mesi, non entro cinque anni com’è usuale oggi. Se avessimo attuato questa riforma nel 2004 il popolo statunitense avrebbe appreso della bolla immobiliare ben in anticipo rispetto alla crisi finanziaria.
Nel 2010 ho inserito un emendamento alla legge Dodd-Frank per verificare i prestiti d’emergenza della Fed durante la crisi finanziaria. Dobbiamo andare oltre e prescrivere che l’Ufficio Governativo sulla Responsabilità Contabile conduca una verifica completa e indipendente della Fed ogni anno.
Le riforme finanziarie non devono fermarsi alla banca centrale. Dobbiamo ripristinare la legge Glass-Steagall e scomporre le istituzioni finanziarie troppo grandi per fallire che minacciano la nostra economia. Ma dobbiamo partire da un cambiamento fondamentale. La triste realtà è che la Federal Reserve non disciplina Wall Street; Wall Street disciplina la Fed. E’ ora di far operare il sistema bancario per l’economia produttiva e per tutti gli statunitensi, non solo per un pugno di ricchi speculatori. E si comincia rendendo la Federal Reserve un’istituzione più democratica, un’istituzione che risponda alle necessità degli statunitensi comuni anziché ai miliardari di Wall Street.

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

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