di Miguel Calzada
Se mangi provola sei di sinistra. Se preferisci mozzarella sei di destra. Cosí diceva un assurdo test pubblicato negli anni 70 su «L”Espresso» (ne parla Lucarelli nel suo «Pasolini, un segreto italiano»). In Spagna la provola non esiste e per mozzarella s”intende un succedaneo plastico, ma l”eterno dibattito destra-sinistra si trova in ogni piatto.
Mancano due settimane alle elezioni generali e il menú resta incerto. Il bipartitismo, che regge dai tempi della implosione dei democristiani (1982), sta per andare a monte. Il numero dei giocatori si é raddoppiato e la stomacante maggioranza assoluta (facilitata per la legge elettorale e capitata nel 45% delle occassioni) é impensabile.
GLI INGREDIENTI
1 KG DI DESTRA MOZZARELLA
Al Partido Popular (PP) di mozzarella ne mangiano tanta, anche se ormai non rimpiangono (troppo) il suo padre spirituale, il dittatore Franco, e rinunciano a contorni a lui cari come il militarismo, l”omofobia... e il protezionismo economico.
Sfrenatamente neoliberali (tutto é privatizzabile) la loro strategia si basa nel dolce far niente. Rimanere impassibili di fronte ai casi di corruzione che colpiscono il baricentro del partito (cioé, il finanziamento). Aspettare tranquilli perché la marea scenderá ed insabbiati rimarrano milioni di spagnoli che li voteranno comunque perché loro sono la parola d”ordine. Gente seria con la cravatta che la pensa un po” come tuo cognato, ecco.
Il loro nocciolo duro é quella classe media che negli anni 90 pensava di non avercela fatta ed esigeva rapidi cambiamenti. Adesso hanno paura di perdere tutto: hanno fretta di stare calmi.
1/2 KG DI CENTRO ONNIVORO
I socialisti hanno mangiato tanti formaggi diversi che potresti fargli assaggiare la ricotta e la confonderebbero con il gorgonzola. Questi gravi problemi di palato fanno dire loro che sono di sinistra.
Il PSOE sta scrivendo le pagine di un fallimento epocale, ma fa finta di niente e pensa di cavarsela con il faccione di Pedro Sánchez, soprannominato Ken (il ragazzo della Barbie). Messo lí dalla donna di ferro Susana Díaz (presidente dell”Andalusia), lui ci prova ed a tratti sembra pensare da solo. Dice che da grande vuole fare il Matteo Renzi, che a sua volta dice che da grande vuole fare il Tony Blair.
Giocano la carta della nostalgia: "adesso che tutto cade a pezzi, ricordatevi del «miracolo spagnolo» degli anni 80 e di Felipe González. Siamo noi che vi abbiamo gentilmente dato la sanitá e l”educazione pubblica". Ma il vento é cambiato e soffia contro. Si prevede un risultato elettorale ben lungi dalle loro aspettative. Dopotutto, la loro promessa é sempre stata quella di trasformare l'elettorato in classe media.
CENTRO-MOZZARELLA A VOLONTÁ
A Ciudadanos dicono di essere vegani, ma fai due passi e li ritrovi al Mc Donald”s, cheeseburguer in mano. Si dice spesso, ed é vero: sono la marca bianca del PP, un rebranding della stessa roba ma per un target piú salutista. Una Coca Cola Zero. Una mozzarella scremata. Non a caso il suo leader (Rivera) ha studiado Marketing Politico a Washington.
La dietologia ci racconta che il suo successo non puó spiegarsi da solo. Hanno dieci anni di vita ma solo negli ultimi dieci mesi sono riusciti a fare qualcosa. Nelle generali di 2008 non hanno preso neanche un 1% dei voti e adesso i sondaggi parlano di un 20%. Il partito della Confindustria? Il partito della grande banca? Il partito dei think tank statunitensi? Di tutto e di piú.
SINISTRA PROVOLETTA A VOLONTÁ
Lo sanno tutti che Podemos si abbuffa di provola, ma non si puó dire. Loro sono una sinistra radicale travestita da partito moderato, perché, secondo la loro tesi, riconoscere che sei di sinistra conduce alla sconfitta, e che per vincere bisogna stare al centro della scacchiera.
Ma la scacchiera di Pablo Iglesias é in 3D, sposta il punto caldo del dibattito, ovvero, i pedoni non si muovono a destra o a sinistra, bensí combattono contro quelli di sopra o contro quelli di sotto. Questa nuova scacchiera é avvincente quanto populista, ma questo oltreggiato aggettivo non dovrebbe spaventare nessuno. É il segno dei tempi il trovarci di fronte a parole svuotate di significato. Democrazia. Libertá. Populismo. Termini usati fino all” abuso, fino al punto che non significano un bel niente.
Vent”anni fa avevo un amico che usava il termine «fascista» per tutto quello che non gli piaceva. Se ti chiedeva dei soldi e non li avevi, eri un fascista. Se un professore faceva un esame tosto, ecco un altro fascista. E dopo una notte passata male perfino la Nutella a colazione diventava fascista. Pensavamo che era un idiota, ma no: aveva capito il segno dei tempi.
TRE RICETTE PER LE ELEZIONI
1. TUTTO IL RESTO É NOIA
Se dovessimo dar retta all”ultimo sondaggio del CIS, il PP vince (senza maggioranza assoluta) e fa un patto di governo con Ciudadanos. Avremmo, allora, la stessa destra al potere ma con un componente neoliberale piú forte. Ci saranno piú privatizzazioni, una riforma sul lavoro all”americana (contratto unico, licenziamiento ancora piú economico), una riduzione delle tasse potenzialmente catastrofica (sia per la pace sociale, sia per la economia) e un po” piú di benzina da buttare sopra il rogo della Cataluña.
Non ho detto gioia....: tutto resta uguale, nessuna nuova politica. Che questa noia orrenda sia possibile lo conferma quello che é successo al governo regionale di Madrid, dove da mesi PP e Ciudadanos governano in coalizione senza nessun conflitto tra di loro.
2. LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO
Perché dovremmo dar retta al sondaggio di un organismo pubblico assolutamente controllato dal Governo e che é stato accusato di manipolare i risultati? Si puó ancora sognare e forse tutti i sondaggi si sbagliano.
Magari è falso che Podemos non abbia più il vento in pompa (anche se basta fare una passeggiata per percepirlo). In questo caso ci sarebbe una coalizione con i socialisti, che dovrebbero rinunciare a quel pizzico di mozzarella che da sempre mangiano fuori pasto.
La formula PSOE+Podemos (Sánchez presidente) deluderebbe le basi piú attive (quelle nate col 15-M), e la formula Podemos+PSOE (Iglesias presidente) oggi sembra fantascienza, anche se é esattamente quello che é capitato sei mesi fa al Comune di Madrid. Esiste anche un”altra possibilitá: i socialisti decidono di suicidarsi e vanno al governo con l”appoggio di Ciudadanos (lo stanno giá facendo in Andalusia).
3. CӃ UN ELEFANTE IN SALOTTO
E si chiama Cataluña. 18% del PIL spagnolo, 12% della popolazione nazionale. Due dati che bastano per far capire la trascendenza del proceso independentista catalano. In Italia, sarebbe come se Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia-Giulia andassero via.
L”elefante c”é stato sempre e tutti gli hanno dato bagigi di tanto in tanto, ma ultimamente si è ingrandito e fa paura. Sbarazzarsi é complicato e poi bisogna vedere se conviene mandarlo via. Perché a pensarci un po”, quell” elefante ti puó dare un sacco di voti.
Orbiteranno le elezioni attorno a questo elefante? In quel caso, PP e sopratutto Ciudadanos sarebbero contenti, visto che sono gli unici ad avere una posizione chiara. Questa ipotesi prevede un sorpasso di Ciudadanos: Rivera presidente con l”appoggio del PP. Se dovesse mai capitare, i consigli di amministrazione di tutte le grandi aziende si farebbero una bella risata e dimostrerebbero, ancora una volta, che le rivoluzioni le fanno loro.
COME INDOVINARE IL RISULTATO ELETTORALE
Per un italiano dovrebbe essere facile cucinare questo piatto. Ricordatevi di quello che diceva Moravia: la Spagna é una versione tragica dell”Italia; l'Italia é una versione comica della Spagna. Dovete solo immaginare quello che capiterebbe in Italia di fronte a uno scenario cosí. Poi, quando ce l'avete chiaro, aggiungete due cucchiai di tragedia iberica.
Per finire, non dimenticatevi di grattuggiare sopra la provola che ci vuole sempre per potersi guardare allo specchio.
Fonte: politichiamo.net
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