Federconsumatori ha realizzato il monitoraggio, il 14esimo, in tutte le città capoluogo sulle tariffe e sugli standard di qualita' forniti agli utenti. Si confermano grandi differenze da citta' a citta' nella spesa annua 2015 di una famiglia media di 3 persone per un consumo annuo pari a 150 mc, dove la spesa media nazionale si attesta a 276 euro annui, per un costo medio al mc di 1,84 euro.
Rispetto alla spesa registrata nel 2014 si registra un aumento medio del +6,4%, pari a 16 euro, a fronte di un'inflazione che non supera lo 0,1% nell'anno appena trascorso. Se allarghiamo il confronto al 2011, anno in cui la regolazione della tariffa e' passata alla Aeegsi a seguito del dopo referendum contro la privatizzazione, la spesa annua tipo e' passata dai 217 euro del 2011 agli attuali 276 euro con un aumento del 22% a fronte di una inflazione inferiore al 4,6% nel medesimo periodo.
Per quanto riguarda il 2016 si prevedono aumenti analoghi a seguito della delibera approvata il 29 dicembre scorso per il periodo di regolazione 2016-2019 sulle tariffe dell'acqua con il metodo tariffario idrico 2 che ricalca quello del precedente periodo 2014/15 oggetto di pronuncia a seguito dei diversi ricorsi compreso quello presentato proprio da Federconsumatori presso il Consiglio di Stato.
Una situazione al limite della sostenibilita' per 7 milioni di cittadini in poverta' assoluta ed altrettante si collocano poco sopra questa stessa soglia. Cio' richiede con urgenza l'intervento del Governo per "definire i criteri per il nuovo bonus idrico" che secondo il Collegato ambientale approvato in via definitiva alla Camera il 22 dicembre scorso devono essere approvati entro 90 giorni e "garantire anche il quantitativo minimo vitale per utenti morosi "e che l'Aeegsi dovra' darvi subito dopo applicazione dopo aver sentito le parti sociali". Bonus idrico che deve essere nazionale affinche' venga data copertura a "tutto il territorio nazionale di forme minime di sostegno per accedere al servizio idrico anche per quel 25% della popolazione che qualora si trovassero in condizioni di poverta' oggi non puo' accedervi perche' privi di qualsiasi regolamentazione nel proprio territorio".
Le citta' invece piu' care per la bolletta si trovano in prevalenza in Toscana: Pisa 442 euro, Siena 436, Grosseto 436, Frosinone 432, Enna 419, Pesaro e Urbino 418, Firenze 402, Carrara 396, Arezzo 392, Cesena 388, Ferrara 374, Forli' 366. Le citta' meno care sono Milano 106 euro, Campobasso 120, Catania 137, Imperia 140, Caserta 144, Varese 153, Como 158, Udine 165, Savona e Monza 168, Rieti 169. Le macroaree con la bolletta piu' elevate sono il Centro Italia, seguita dal Nordest, e poi il Sud e Isole e il Nordovest.
Infine un'ultima considerazione molto importante: in questi ultimi due anni, scrive Federconsumatori, "stiamo registrando una ripresa degli investimenti importanti per ridurre le perdite e rendere piu' efficiente il servizio idrico ma guarda caso con risorse ricavate dagli aumenti in bollette in particolare dalle utenze domestiche dove contribuiscono per i 2/3 nella quota investimenti. Una situazione inaccettabile che bisogna invertire radicalmente, il governo, le regioni, i comuni devono creare un piano poliennale di investimenti pubblici ad hoc utilizzando al meglio le risorse dei fondi europei spesso nel sud inutilizzati ed mettendo risorse recuperate nuove dalla battaglia sulla evasione fiscale o dai risparmi dal bilancio dello Stato".
Fonte: controlacrisi.org
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