La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 29 agosto 2016

Le vendite di armi degli Stati Uniti sono impregnate di sangue yemenita

di Medea Benjamin
Quando Papa Francesco è andato in visita al Congresso degli Stati Uniti nel settembre 2015, ha coraggiosamente posto una sfida agli Americani che lo ospitavano, chiedendo: “Perché armi letali vengono vendute a chi progetta di infliggere sofferenze indicibili agli individui e alla società?”. “Purtroppo la risposta, come tutti sappiamo, è: semplicemente per il denaro,” ha concluso solennemente. In questo caso, si tratta di innocente sangue yemenita. Durante i suoi quasi 8 anni in carica, il presidente Obama ha approvato la cifra strabiliante, da record, di110 miliardi di dollari di vendite di armi al repressivo regime saudita, il tutto con l’appoggio del Congresso.
“Di fronte a questo silenzio vergognoso e colpevole, è nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio delle armi,” ha detto Papa Francesco. I nostri legislatori hanno miseramente fallito nel prestare attenzione all’invito del Papa.
Industrie come la Boeing, la Raytheon, la Lockheed Martin, la General Dynamics, e la McDonnell Douglas hanno continuato a dare impulso a queste vendite per controbilanciare i tagli alle spese negli Stati Uniti e in Europa. Questi fabbricanti di armi spendono milioni per attività di lobby, riempiendo così le casse sia dei Repubblicani che dei Democratici.
Oltra a questo potere di fare pressione, i funzionari statunitensi hanno ricevuto pressioni per calmare l’Arabia Saudita dopo che l’amministrazione Obama aveva fatto un accordo con il suo avversario, l’Iran. Questa riconciliazione è arrivata sotto forma di esportazioni di armi di un livello e di una qualità che non si sarebbero mai dovute approvare a favore di un regime repressivo con una documentazione di atroci violazioni dei diritti umani.
L’Arabia Saudita è il paese esportatore numero uno dell’estremismo radicale islamico sul pianeta. 15 dei 19 dirottatori dell’11 settembre erano cittadini sauditi radicalizzati. Il regime opprime le minoranze religiose, le donne, le lesbiche, i gay, i bisessuali, i transessuali, e i dissidenti, mentre moltissime persone che avevano partecipato alle proteste della loro Primavera Araba, affrontano l’esecuzione che di solito consiste nella decapitazione.
Il Pentagono dice che fornire i sauditi di bombardieri F-15, di elicotteri Apache, di veicoli corazzati, di missili e di bombe supporta le missioni di difesa dell’Arabia Saudita e contribuisce a promuovere la stabilità nella regione. Dal marzo 2015, però, i sauditi hanno usato queste armi per attacco per intervenire nel vicino Yemen.
La loro implacabile offensiva ha ucciso migliaia di civili innocenti, ha decimato le infrastrutture dello Yemen e ha lasciato più di 21 milioni di persone, cioè 4 su 5 yemeniti, nella necessità disperata di assistenza umanitaria. Le Nazioni Unite hanno detto che gli attacchi aerei dei sauditi contro obiettivi civili probabilmente costituiscono crimini di guerra e definiscono una “catastrofe” la situazione in Yemen.
Malgrado questa carneficina l’amministrazione Obama ha appena annunciato vendite di armi ai sauditi che ammontano a 1,15 miliardi di dollari. Nella settimana successiva a quell’annuncio, i Sauditi hanno bombardato una fabbrica di patatine in Yemen, una scuola, un quartiere residenziale e un ospedale gestito da Medici Senza Frontiere.
Non è però troppo tardi perché il Congresso fermi questa pazzia.
In base alla legge, questo ha 30 giorni dopo l’annuncio della vendita delle armi, per fermare o modificare gli accordi. E malgrado l’apatica generale reazione alla crisi in Yemen, non tutti i membri del Congresso stanno chiudendo un occhio sulla violenza.
Per esempio, il membro democratico del Congresso, della California, Ted Leiu, è pronto a prendere posizione. Ha detto: “Quando l’Arabia Saudita continua a uccidere i civili, e in questo caso, dei bambini, la misura è colma.”
Anche i senatori Chris Murphy e Rand Paul si sono dichiarati contrari alla vendita di armi, ma per il bene di migliaia di civili innocenti che potrebbero essere massacrati con queste armi, un numero molto maggiore di membri del Congresso devono agire rapidamente.
E’ proprio l’ora di rispondere alla sfida del Papa di fermare il commercio delle armi e di contribuire a impedire altro spargimento di sangue yemenita.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Other Words
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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