La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

domenica 7 maggio 2017

Un reddito di base incondizionato per i terremotati

di Lucilio Santoni e Alessandro Pertosa
Proponiamo di sperimentare il reddito di base incondizionato nei territori colpiti dal terremoto dello scorso anno. Il governo ha finora adottato alcune misure, che si sono rivelate insufficienti per ridare vita ai paesi colpiti dal sisma. Insufficienti non tanto nella quantità di denaro immesso, quanto nella qualità dei provvedimenti. Facciamo un esempio per tutti. Sono stati dati farmaci e prestazioni mediche gratuiti agli abitanti del cosiddetto cratere. Il risultato è stato un notevole incremento di esami, visite e prescrizioni, rispetto al periodo precedente il sisma. Ora, se vogliamo generalmente escludere che il terremoto abbia fatto ammalare di più, resta da constatare che è stata alimentata la cattiva cultura del “paga pantalone”.
Quando qualcosa viene dato gratis, si tende ad abusarne o a farne un cattivo uso, con danno per tutti, nessuna parte esclusa. In sintesi, questo tipo di assistenza statale tende a deresponsabilizzare. E, come sappiamo, l’ultima cosa della quale hanno bisogno gli italiani è proprio quella di essere deresponsabilizzati.
Il reddito di base, invece, non comportando il rischio di incrementare indiscriminatamente i consumi, avrebbe un benefico effetto di responsabilizzazione (leggi anche Reddito di cittadinanza, ndr). Costituirebbe una minima base di denaro garantito per una dignitosa sussistenza, che andrebbe impiegata da ognuno con intelligenza, magari associata alla formazione di una rete di scambi e di autoproduzione, rete oggi quanto mai necessaria per combattere il consumismo imperante e, allo stesso tempo, tentare di salvare il pianeta dal disastro ambientale.
Effetto non secondario del reddito di base sarebbe quello di incentivare la permanenza della popolazione nei paesi dell’Italia interna, che ora sono pressoché in via di abbandono. L’incentivo risulterebbe efficace proprio in quanto quei territori sono più adatti a un regime di sussistenza, rispetto alle città più densamente popolate. I giovani, per esempio, invece di andare a fare finte esperienze all’estero (leggi anche Dopo l’Erasmus? Il Virgilio), potrebbero fare una vera esperienza di diversità in luoghi dove il tempo scorre lentamente e la natura ha ancora una sua vitalità tutta da scoprire e della quale godere.
Ci piace fantasticare che tale sperimentazione possa essere chiamata “Reddito Virgilio”: cioè una modalità non derivante solo ed esclusivamente da calcolo economico, ma anche e soprattutto imparentata con la vita buona e addirittura con la poesia. Ricordiamo che il grande poeta latino, con altissima operazione culturale, persuase gli italiani a tornare a una vita in armonia con la natura, coltivandola e custodendola, invece di farsi la guerra.
Grazie al Futura Festival di Civitanova Marche, diretto da Gino Troli, stiamo organizzando una giornata di studi su detta proposta di sperimentazione. La giornata avrà luogo a Camerino, in data da definirsi, entro il mese di luglio.

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Fonte: comune-info.net 

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