di Francesco Boccia
Ma vi pare normale che Amazon, azienda leader mondiale nel commercio elettronico, fornisca la vendita di beni e servizi connessi al bonus cultura di 500 euro erogati dallo Stato per i diciottenni? Lo farà gratis? Penso proprio di no. Ovviamente continuando sui servizi che eroga a non pagare le imposte dovute in Italia. E con uno dei principali azionisti privati (Diego Piacentini) che lavora per il governo. Almeno si risparmi l'offesa all'intelligenza media degli italiani nel ribadire che lavora gratis. Qui il problema non è cosa fa Piacentini, ma se ci sembra normale che i dati dai nostri ragazzi debbano essere anche nelle mani di privati (Spid, sistema pubblico di identità digitale è già un fallimento per costi e tempi, ma il tema delicato per me è connesso a chi possiede e utilizza le informazioni: i gestori privati di identità Spid).
Lo ribadirò fino a quando avrò voce: al tempo digitale servono regole chiare e trasparenti che garantiscano equità, etica e modelli ridistribuivi. Qui vedo solo scorciatoie, concentrazione di ricchezza e impoverimento dello Stato. I ragazzi sono già digitali, siamo noi che dovremmo adattarci a loro. Lo Stato deve semplicemente accompagnare l'evoluzione straordinaria delle nuove generazioni digitali non venderle alla prima multinazionale che passa. E nonostante il rispetto per Piacentini manager internazionale (ribadisco di non avercela con lui), contesto l'evidente conflitto di interessi che rappresenta: azionista di Amazon e commissario italiano per il digitale. No, non si può!
Di giovani digitali italiani in grado di far decollare la nostra pubblica amministrazione ne abbiamo migliaia. Basta farli entrare immediatamente nelle vene di uno Stato vecchio e stanco, anche degli slogan e delle scorciatoie.
Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore
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