La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 1 giugno 2017

Grecia, l'odissea del debito è senza fine

di Daniela Sansone 
“Se ci sarà una soluzione per il debito indosserò la cravatta”: sembrava cosa “quasi” fatta vedere Alexis Tsipras indossarla. Un cimelio a cui non è particolarmente affezionato ma che si sarebbe sacrificato a mettere addosso se ci fosse stato un accordo sul debito del paese ellenico, arrivato a percentuali oramai insostenibili. L’esito della riunione dell’Eurogruppo del 22 maggio, invece, ha invece regalato al giovane premier un finale diverso. Niente riduzione del debito, nessun accordo tra FMI e governo tedesco che è forse l’unico dell’Eurozona a mettersi di traverso. Tutto rinviato a giugno.
Nel week end un nuovo retroscena. Secondo quanto riportato dalla stampa greca, un funzionario del FMI, che vuole restare anonimo, avrebbe dichiarato alla rete statunitense CNBC che se in Grecia ci fosse un Emmanuel Macron, il FMI parteciperebbe al programma di salvataggio del paese senza “pensarci due volte”. Questa dichiarazione, fatta in un momento piuttosto delicato della negoziazione tra Grecia ed istituti di credito, rivela tutta l’ambiguità nel modo di agire dell’istituto di Christine Lagarde. Una chiara ed incontrovertibile presa di posizione politica che offuscherebbe la reale funzione che questo organismo internazionale sarebbe chiamato a compiere. Quale potrebbe essere, quindi, il politico greco con cui il FMI vorrebbe interloquire al posto di Alexis Tsipras? Le prime due scelte potrebbero essere quelle di Kyriakos Mitsotakis capo dell’opposizione di Nuova Democrazia che ha assunto le redini del partito conservatore dopo la débâcle elettorale del settembre 2015. Adesso, viaggia per la Grecia e in Europa convincendo che il suo partito è in grado di traghettare il paese ellenico fuori dalla crisi. Crisi che, è bene sottolinearlo, il suo partito ha contribuito a “creare” e ad ingigantire negli ultimi anni. Mitsotakis, per estrazione politica e per visione economica marcatamente neoliberista, sarebbe l’interlocutore perfetto di Angela Merkel. L’altro, è il capo di To potami (il fiume): Stravos Theodorakis una formazione politica recente che non ha una sua collocazione ideologica ben definita ma che in Grecia si contrappone all’establishment tradizionale. Proprio per questa sua guerra alla partitocrazia tradizionale, alcuni analisti politici hanno paragonato To Potami al Movimento5Stelle italiano da cui si distanzia, però, per la vocazione europeista che lo contraddistingue. Si potrebbe tratteggiare una terza ipotesi. Forse la più grave perché significherebbe che col suo atteggiamento il FMI si intromette e piloterebbe le scelte politiche degli Stati Sovrani. La dichiarazione potrebbe venire letta come una sorta di apertura ad un governo tecnico dal momento che, sempre a detta dell’anonimo funzionario, il paese ellenico resterebbe sotto tutela ancora per molti anni.
Ciò che accadrà dopo il 15 giugno, non è dato saperlo. Ma una cosa è certa: non solo il FMI esprime delle chiare preferenze politiche ma l’esito dell’ultima riunione ha ulteriormente confermato che la questione greca è argomento di campagna elettorale tedesca che il ministro delle finanze tedesco sta spendendo per poter accrescere il suo prestigio elettorale e dimostrare che la linea tedesca è la sola ed unica che viene seguita all’interno dell’Eurogruppo e dell’Europa. Un comportamento che però lo rende irresponsabile davanti ai suoi omologhi e davanti all’intera opinione pubblica europea visto che il suo ostruzionismo impedisce una buona soluzione alla questione. Schuable è il più grande ostacolo per Alexis Tsipras e il suo governo, a cui ha fatto richieste ulteriori e sempre più irragionevoli. Richieste che non si rispecchiavano in alcun accordo ma avevano quale finalità quella di spremere il paese ed esasperare chi lo governa. “Tsipras ha ragione quando dice che se non raggiungiamo un accordo le cose non miglioreranno. Ma se i creditori non osservano il quadro concordato, non è da biasimare. Non ho mai visto così lunghi negoziati nella mia vita. E ‘veramente una trattativa difficile”. Axel Troost, economista tedesco, è stato ad Atene nel fine settimana e ha parlato ad un evento organizzato dall’Istituto di politiche alternative e nel corso del suo intervento ha fortemente criticato Wolfagang Schauble. Secondo lo studioso, Schauble si presenta alle riunioni a Bruxelles a mani vuote, incolpa il governo greco, il Fondo monetario internazionale, per la mancanza di un accordo e in sostanza mette sotto pressione gli altri. La politica domestica degli Stati Membri deve tenersi a debita distanza sulle questioni di rilievo europeo: questo piccolo, ma importante passaggio evidentemente Schauble non lo ha compreso se continua a tutelare l’interesse tedesco sostituendolo a quello europeo. Il comportamento ambiguo del FMI e del Ministro delle Finanze tedesco svelano che il loro ostacolo e il problema più grande è il corrente governo greco. Non hanno davanti a loro degli “yes man” ma delle teste pensanti in grado di assumersi la responsabilità di governo ma soprattutto hanno davanti a loro, persone in grado di dire la verità. Che di questi tempi, oltre ad essere poco di moda è anche uno degli atti più rivoluzionari che ci sia.

Fonte: alganews

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