di Francesco Baicchi e Alfiero Grandi
Nelle ultime settimane stiamo assistendo a un crescendo di attacchi, scomposti e al limite della decenza, nei confronti dell’ANPI, associazione che tiene vivi il ricordo e gli ideali della lotta di Liberazione, che restituì al nostro Paese sul piano internazionale la dignità che il ventennio fascista le aveva fatto perdere. Dopo la inqualificabile distinzione fra partigiani ‘veri’ e gli altri da parte della ministra Boschi, sono arrivate le esclusioni dalle manifestazioni che celebrano la liberazione delle nostre città (come è accaduto a Firenze) e dalle ‘feste’ del partito di Renzi.
Oggi come allora la difesa della democrazia prescinde dalle appartenenze partitiche e l’ANPI difende gelosamente la sua autonomia e gli ideali che portarono i Padri Costituenti a varare a larghissima maggioranza la Costituzione su cui si fonda la nostra Repubblica.
Fino a prendere, nel rispetto delle proprie procedure democratiche interne, posizione contro le ‘riforme’ istituzionali varate da un parlamento che non ha ricevuto alcun mandato popolare in tal senso, e a invitare a votare NO nel referendum costituzionale.
Evidentemente questo fa ancora paura a personaggi che, appropriandosi del potere grazie a ingegnerie dichiarate incostituzionali e coscienti della insostenibilità delle proprie affermazioni, tentano ora di impedire perfino la semplice espressione del dissenso.
Siamo certi che quanti fanno riferimento a chi accettò di rischiare la vita per difendere un ideale di libertà non si faranno certo intimidire da battute sciocche e miseri boicottaggi, ma non possiamo non esprimere la nostra indignazione nei confronti di questi attacchi, che, caso unico nelle democrazie europee, sembrano rinnegare il grande processo culturale scaturito dalla fine della guerra.
Solidarietà all’ANPI e al suo presidente Smuraglia, che si batte ancora per la libertà di dire NO.
Comitato per il No nel referendum costituzionale
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