di Sebastiano Canetta e Ernesto Milanesi
Il «popolo» di Comunione e liberazione torna a Rimini: da oggi fino al 25 agosto edizione numero 37 del Meeting che recita «Tu sei un bene per me». Viene inaugurato dal presidente Sergio Mattarella, sulla scia della sussidiarietà quirinalizia di Giorgio Napolitano: il pretesto è offerto dalla mostra sui 70 anni della Repubblica, realizzata con la collaborazione di Luciano Violante, Agostino Giovagnoli e Massimo Bernardini. Ma il Meeting 2016 – nonostante i riflettori mediatici unidirezionali – sconta almeno tre silenziose lezioni per la «scuola di comunità».
La fraternità religiosa, infatti, è dilaniata dalla condanna a 4 anni e 9 mesi per violenza sessuale ai danni di minori, pronunciata a fine giugno dal Tribunale di Cremona nei confronti di monsignor Mauro Inzoli, 66 anni, carismatica figura di CL in Lombardia che è stato anche presidente di Banco Alimentare e ospite fisso del Meeting.
La fraternità religiosa, infatti, è dilaniata dalla condanna a 4 anni e 9 mesi per violenza sessuale ai danni di minori, pronunciata a fine giugno dal Tribunale di Cremona nei confronti di monsignor Mauro Inzoli, 66 anni, carismatica figura di CL in Lombardia che è stato anche presidente di Banco Alimentare e ospite fisso del Meeting.
L’altra clamorosissima novità riguarda ancora la Chiesa nella Chiesa: nel programma spicca l’assenza di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e soprattutto «figlio» di don Luigi Giussani quanto il mancato papa Angelo Scola. Infine, in politica è definitivo il tramonto dei berluscones stile Roberto Formigoni e Maurizio Lupi perché la vetrina del Meeting sarà tutta per Maria Elena Boschi (24 agosto) che raccoglie il testimone del premier Renzi e gioca la partita referendaria con il giudice emerito Sabino Cassese (una presenza costante a Rimini) e Francesco Paolo Casanova, presidente emerito critico rispetto alla riforma.
CL non smette mai, del resto, a far da spugna anche nei confronti di mondi lontani, personalità di sinistra, vecchi e nuovi simboli alternativi. È la fede coniugata con il pragmatismo: Compagnia delle Opere, da trent’anni braccio economico con 40 sedi e 36 mila imprese associate, ha consolidato la sintonia con LegaCoop non soltanto nei mega-appalti pubblici. E dopo gli esponenti storici del Pci-Pds-Ds, si è quasi «convertito» alla vivacità ciellina anche Fausto Bertinotti. È andato malissimo, invece, l’analogo tentativo con il M5S: giusto un anno fa il deputato Mattia Fantinati è salito sul palco solo per scandire «Siete una lobby di denaro e potere».
Tuttavia, CL continua a macinare imperterrita relazioni che contano e «amicizie» certificate: nel governo Renzi, come del resto era stato con quelli di Enrico Letta e Mario Monti; nel business grazie a sponsor, affiliazioni e presenze a Rimini; nell’universo del terzo settore sempre a cavallo fra finanziamenti pubblici e interessi a senso unico; negli interstizi della sussidiarietà nazionale che spaziano dalla sanità alla logistica, dalle università alla gestione delle risorse Ue.
E Rimini si trasforma ogni anno nella Fiera ciellina con l’esercito dei volontari, gli spettacoli, la religiosità di massa. Dietro le quinte, invece, un bilancio della manifestazione che supera i 5 milioni di euro, l’ospitalità ai «mandarini di Stato», le architetture delle holding che spaziano dalla vicina San Marino fino agli antipodi della Nuova Zelanda.
Insomma, il solito Meeting ciellino che permette di dimostrare l’inossidabilità di un «progetto» che in origine fu benedetto da papa Wojtyla quanto da Giulio Andreotti. L’aggiornamento 2016 contempla i ministri dem Paolo Gentiloni e Maurizio Martina, insieme al tandem Ncd Angelino Alfano (il 24 agosto con il collega tedesco Thomas de Maizière alla vigilia del summit Ue sulle nuove leggi anti-terrorismo) e Beatrice Lorenzin con il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi che non ha mai nascosto le simpatie cielline. Torna anche Romano Prodi, invitato al dibattito sui migranti con monsignor Silvano Maria Tomasi, i sindaci di Firenze Dario Nardella e di Lampedusa Giusi Nicolini. Passano come sempre il governatore leghista Roberto Maroni, l’ex premier Giuliano Amato e (salute permettendo) Luciano Violante.
I più smaliziati segnalano l’incontro moderato da Agnese Moro cui partecipa la vice-presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, che sarebbe perfino entrata nella «rosa» dei concorrenti al Quirinale. In ambito squisitamente cattolico, non sfugge la presenza a Rimini del nuovo arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi, e del direttore di Civiltà cattolica padre Antonio Spadaro.
Le «mappe» di guerre e pace sono state affidate a Monica Maggioni, presidente della Rai che aveva debuttato al Meeting nel lontano 2002. E si parlerà molto di Islam, perché a Wael Farouq (Università Cattolica di Milano) sono stati affiancati il presidente del Cantone di Kobane Mustafa Abdi; Moncef Ben Moussa, direttore del Museo del Bardo a Tunisi; Gultan Kisanak, sindaco di Diyarbakir in Turchia; Ghulam Ghous Nikbeen, sindaco di Herat in Afghanistan; Aziz Hasanovic, Gran Muftì di Croazia; Abdessatar Ben Moussa, premio Nobel per la Pace 2015.
Fonte: il manifesto
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