La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 19 agosto 2016

Come le droghe sono state usate in guerra per spingere i soldati a uccidere

di Oscar Rickett
A novembre del 2008 dieci uomini del gruppo terroristico Lashkar-e Taiba hanno messo a segno una serie di 12 attacchi, tra sparatorie e ordigni, uccidendo 164 persone e ferendone 300. Nelle 60 ore successive al massacro hanno tenuto testa a centinaia di agenti delle forze speciali indiane. Alla fine sono stati tutti uccisi o catturati. I membri di Lashkar-e Taiba erano stati sottoposti a mesi di addestramento intensivo. Facevano parte di un'unità scelta. Ed erano anche sotto l'effetto di stupefacenti. Le prove rinvenute sulla scena e le successive analisi del sangue hanno rivelato che almeno alcuni di loro avevano assunto cocaina, LSD e steroidi.
Ora sappiamo che è anche attraverso queste sostanze che il gruppo è riuscito a resistere così a lungo, seppure si trovasse in una situazione di minoranza, di privazione di cibo e sonno e alcuni uomini fossero feriti gravemente. 
Nel suo nuovo libro Shooting Up lo storico polacco Lukasz Kamienski dimostra che gli uomini fanno da tempo immemore uso di droghe capaci di renderli più forti sul campo di battaglia. Kamienski sostiene che gli attentatori di Mumbai, che alla fame di uccidere hanno unito il consumo di stupefacenti, sono solo gli ultimi di una lunga serie di guerriglieri drogati: dai vichinghi che alimentavano la propria furia con i funghetti, ai guerrieri incas con le foglie di coca, ai soldati della guerra civile americana sotto morfina, alla Wehrmacht con lo speed.
Negli anni Ottanta lo storico John Keegan aveva risposto così alla domanda, "Perché i soldati combattono?": "Induzione, coercizione, e narcosi." Se Keegan ha poi ritrattato la teoria, trovandola troppo semplicistica, Kamienski è rimasto dell'opinione che, come l'induzione degli addestramenti deumanizzanti e la coercizione del patriottismo, anche la "narcosi", uno stato di incoscienza indotto da sostanze, funziona davvero: per uccidere, gli esseri umani devono entrare in una mentalità diversa. La droga può far fare ai soldati cose che altrimenti non farebbero mai: perdere la propria umanità e diventare macchine da guerra.
"L'antropologia dimostra che non siamo naturalmente propensi alla guerra," mi dice Kamienski per telefono dalla Polonia. "È molto difficile superare il confine e uccidere un altro essere umano. Il punto è trasformare una persona civile in un assassino senza riportare un impatto psicologico troppo forte."
Shooting Up è un racconto cronologico: parte dall'epoca pre-moderna e arriva al presente. Si apre con gli opliti greci rinvigoriti dal vino, gli eroi omerici che leniscono le loro pene con infusi d'oppio e le tribù siberiane amanti dei funghi. Ma i più famosi guerrieri a fare uso dei funghi erano i vichinghi.
Ricoperti di pelliccia d'orso, sono stati temuti come pochi altri nella storia. Al tempo, si pensava che i vichinghi fossero animati dalla furia ispirata da Odino, che raddoppiava la loro forza, li rendeva inumani e sordi al dolore. Mordevano gli scudi, ululavano come lupi e distruggevano qualsiasi cosa incontrassero sul loro cammino. Kamienski scompone passo passo il modo in cui i vichinghi raggiungevano questo stato—ovvero, in parte, bevendo infusi di amanita. E cita il tossicologo Erich Hesse quando scrive, "la persona intossicata si vede trasformata in un animale, e ha la sensazione che gli stiano crescendo peli o piume."
Personalmente, mangiare funghi non mi ha mai messo dell'umore di radere al suolo un villaggio, ma presi nella giusta quantità e nelle condizioni adatti, i funghi alterano la realtà al punto che cose innaturali per l'uomo (stupri e devastazione) appaiono naturali. E lo stesso si può dire per gli attentatori di Mumbai. La cocaina li ha fatti sentire pieni di energia, gli steroidi più forti, e l'LSD ha alterato il loro senso della realtà al punto che, come i vichinghi, agivano in preda alla furia.
Un esempio particolarmente esplicativo del modo in cui le droghe sono state usate per migliorare le performance dei soldati è quello della Seconda guerra mondiale. "Sono rimasto scioccato nello scoprire che i soldati tedeschi erano strafatti di metanfetamine durante l'invasione della Polonia," mi ha detto. "Non l'avevo mai letto nei libri di storia."
Pubblicamente, la linea del regime nazista sull'uso ricreativo di droghe era durissima, ma in privato molti membri dell'élite nazista ne facevano uso. Hitler ha passato la maggior parte della guerra assumendo farmaci. Goring e Goebbels adoravano la morfina. Quando il primo ha provato a compensare gli effetti della morfina con la cocaina, è diventato dipendente anche da quella.
E fornivano droghe ai soldati. Durante l'invasione della Polonia nel 1939, il Pervitin, una specie di crystal meth creata per ridurre lo stress e l'affaticamento e creare uno stato di euforia, diventò la pillola dell'attacco per eccellenza. Dopo la Polonia, l'esercito tedesco ordinò 35 milioni di pasticche di Pervitin per condurre l'offensiva in Francia.
La salute dei soldati non era così importante. La droga serviva per far girare al massimo la macchina da guerra nazista. "I nazisti volevano migliorare le prestazioni dei soldati: che combattessero per più ore, che fossero meno stanchi, che portaassero avanti la guerra," dice Kamienski. Molti sodati tedeschi divennero dipendenti dalle droghe. Quando i rifornimenti terminarono, cominciarono a farsi spedire la droga dalla Germania, dove era facilmente reperibile. "Oggi vi scrivo principalmente per chiedervi il Pervitin," scriveva Hein, soldato di 22 anni di stanza in Polonia, alla sua famiglia a Colonia.
Ma quello tedesco non era l'unico esercito che faceva uso di speed. Inglesi, americani, giapponesi e finlandesi erano, allora, tra i maggiori consumatori di droga al mondo. "La Seconda guerra mondiale è stata combattuta sotto l'effetto di speed o meth," sostiene Kamienski.
Nel Ventesimo secolo, la condanna delle droghe e la preoccupazione per i loro effetti sociali si sono fatte più decise e sono risultate in una serie di leggi proibitive. Kamienski ha ribattezzato il Vietnam "la prima guerra farmacologica" a causa dell'enorme quantità di sostanze assunte sil campo di battaglia: molti storici hanno suggerito che tra il dieci e il 15 percento dei soldati americani fossero dipendenti dall'eroina.
Alla fine, la cosa davvero sorprendente è che uno studio vasto come Shooting Up non sia stato realizzato prima. Ma in fondo, l'uso disinibito di sostanze è stato parte accettata della nostra cultura fino a tempi relativamente recenti, quindi non è strano che venissero usate durante le guerre. Oggi, gli eserciti occidentali prendono posizioni più forti contro l'uso di sostanze, anche se molti soldati americani tornati dall'Iraq e dal'Afganistan hanno parlato del consumo di Adderall e di bevande energetiche, oltre a un'ampia gamma di supplementi proteici per metter su massa muscolare. Ma viste attraverso le lenti della storia, queste sostanze farebbero ridere i vichinghi.

Fonte: vice.com

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