La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 22 dicembre 2016

In Venezuela è l'ora dei Consigli di produzione dei lavoratori

di Giorgio Ceriani 
Un recente decreto presidenziale ha reso ufficiale quanto Maduro aveva anticipato nella manifestazione del passato 8 novembre nel Poliedro di Caracas. Davanti a circa settemila persone, tra membri delle milizie popolari e delegazioni di lavoratori, il presidente, assieme al ministro di Lavoro e al comando militare, ha esposto le ragioni di urgenza che hanno portato alla creazione di questa nuova struttura di controllo della produzione, della produttività e della distribuzione economica.
Dal palco, il presidente operaio ha fatto anche un appello ai comitati di base, di controllo operaio, ai consigli comunali, alle Clap, ai giovani e alle cooperative per la creazione e il sostegno di nuovi progetti e imprese finalizzati a soddisfare i bisogni del mercato e a proporre nuove e più qualificate proposte di lavoro. Un appello supportato da una generosa offerta di credito:…”se occorrono bolivares…bolivares, se occorre valuta…valuta..”; “…dobbiamo creare e far circolare il nostro capitale endogeno, impedendo qualsiasi contatto della nostra economia con la finanza e la banca internazionale…”.


Dopo la creazione dei comitati di controllo operaio delle imprese nazionalizzate e/o recuperate, delle Clap (organi popolari di verifica della distribuzione dei generi elementari, dei prezzi, ma dotati anche di poteri e finanziamenti per microimprese), la presidenza mediante i CPT prova a rafforzare la difesa dello Stato Rivoluzionario davanti al sabotaggio economico interno. Esso, assieme al fuoco di fila della banca mondiale che blocca l’accesso al credito, delle compagnie aeree e delle multinazionali che attuano ritorsioni e penalizzazioni, e le forti campagne politiche a guida USA (vedasi Mercosur), rappresentano non solo un importante elemento di destabilizzazione ma anche di malessere e insoddisfazione sociale che è il brodo in cui prospera la reazione golpista.
LA DESTRA NON AUMENTA IL CONSENSO SOCIALE
Aver ottenuto l’impegno del Vaticano a mediare con l’opposizione interna, ha consentito alcuni avanzamenti nel terreno politico. Il governo Maduro ha guadagnato un tempo prezioso e l’opposizione sconta una divisione interna; si tratta adesso di utilizzare quella boccata d’aria per lanciare una battaglia senza esclusione di colpi contro la criminalità economica e sociale interna e nel contempo rafforzare, concedendo più poteri, la partecipazione popolare.
Inoltre, va messo in evidenza il fallimento della destra che, malgrado questa aggressione in atto, malgrado anche gli errori del gruppo dirigente bolivariano, non accresce il consenso sociale. Scatenati, e in preda ad una frenesia data della coscienza dalla propria impotenza, hanno convocato decine di mobilitazioni, “scioperi nazionali”, “prese di Caracas”, “assalto a Miraflores”, tutte puntualmente ignorate dalla popolazione. L’avanguardia chavista, invece, mantiene alto il livello di attenzione e di risposta di piazza (occupazione del parlamento, scudo popolare attorno al palazzo Miraflores, ecc).
Maduro, nell’atto del 8 novembre, va subito al sodo e denuncia senza remore i “cospiratori” interni: la corruzione politica, la burocrazia, le ruberie e il “bachaqueo” (la mafia del contrabbando, che approfitta della merce sussidiata per venderla all’estero a prezzi internazionali). Non nasconde, neanche, l’errore di progettazione generale fin qui seguito: la totale dipendenza dalla rendita petrolifera a discapito dello sviluppo produttivo in grado di ridurre il peso delle importazioni nella bilancia commerciale.
La popolazione venezuelana sconta oggi l’assenza, nel commercio al minuto, di merce che molto semplicemente potrebbero essere prodotta nel paese, nella quantità e nella forma idonea a garantire qualità, distribuzione capillare e prezzo giusto. I continui aumenti di salari recuperano con affanno la crescita dell’inflazione e mantengono il potere d’acquisto dei lavoratori. Ma non basta perché poi è necessario fare le file, spostarsi per gli approvvigionamenti o il ricorrere al mercato nero per reperire generi di prima necessità o medicine.
RUOLO E COMPOSIZIONE DEI CPT
I Consigli di Produzione dei Lavoratori sono composti da una donna, un giovane e un membro della milizia eletti tra i lavoratori. A loro si aggiunge un appartenente al comando militare di zona. Questo organismo ha lo scopo di controllare l’intero ciclo produttivo, dal rifornimento delle materie prime alla loro trasformazione e di verificare la qualità degli elaborati, la distribuzione (evitando i circuiti illegali) e il prezzo giusto al consumatore.
Questi consigli verranno attivati sia tra i privati che nel pubblico. Degli oltre 700 già riconosciuti da centinaia di assemblee organizzate dal Ministero del Lavoro nei luoghi di produzione, circa seicento sono nel privato. Non si conosce bene ancora a che volume dell’intera economia privata corrispondono, ma è del tutto evidente che si tratta del comparto legato al mercato interno a cui la criminalità non dà certezza per i propri investimenti. La diffidenza di questi “imprenditori patriottici” può essere superata con i CPT. Queste imprese sono garantite dal risultato, ma devono rinunciare alla “libertà esclusiva” di decidere nella propria azienda.
Il risultato certo, anche questo “giusto”, non è cosa da poco in tempi di profonda crisi capitalista; allo stesso tempo per i lavoratori e la rivoluzione bolivariana, prende piede una sperimentazione di partecipazione popolare alla progettazione economica che può comportare un avanzamento importante verso il socialismo. La classe operaia ha una nuova occasione di far valere le proprie capacità di trasformare la società e delineare un futuro di progresso mentre il capitalista, viene ridimensionato nelle proprie funzioni, reso quasi superfluo. E’ per questo che i CPT rappresentano un avanzamento della lotta di classe.
E’ altresì importante la partecipazione nei CPT di un rappresentante delle forze armate bolivariane. In ogni modo, il sabotaggio in atto è una forma più violenta di espressione della lotta di classe. Quindi è importante consolidare l’alleanza civico militare. I lavoratori, con particolare attenzione ai giovani e alle donne in modo da garantire una maggiore obiettività, insieme alle milizie popolari e alle forze armate costituiscono un forte gruppo di contrasto alla criminalità economica.
I consigli devono porre l’attenzione sulla produttività e su cosa fare ai fini di migliorarla,sugli investimenti e la disciplina lavorativa richiesta, sull’impegno di scegliere cosa produrre e come. I lavoratori interessati non solo alle condizioni di lavoro e di salario, ma responsabili anche del prodotto della propria fatica, della qualità,della quantità, del prezzo, della portata sociale e del reddito complessivo. I CPT rappresentano un’ulteriore opportunità per esercitare appieno il ruolo dirigente della classe operaia sull’intera società, accrescere la sua autorevolezza tra la popolazione.
RILANCIARE INOLTRE IL RUOLO DIRIGENTE DEL PSUV
E’ un passo importante, quello della presidenza, di dare una tale responsabilità ai lavoratori all’interno dei luoghi di produzione, ma sarebbe necessario che una simile operazione venisse fatta nel PSUV. Non basta controllare le singole aziende, occorre anche generalizzare e omogeneizzare quelle esperienze in tutto il paese e perciò lo strumento è il partito della rivoluzione. In questo modo l’opinione, la creatività, il controllo e le iniziative dei lavoratori costituiscono la trama di un piano nazionale.
Occorrerebbe che da parte del PSUV, dei sindacati, venisse fatto un bilancio delle misure già adottate, soprattutto di quelle che in qualche modo rispondevano agli stessi bisogni e fini per cui oggi vengono creati i CPT. Quale bilancio trarre dalle esperienze di controllo operaio oppure dagli impegni assunti dai sindacati riguardo i piani economici?
Interessante il dialogo con un gruppo di lavoratori dell’industria del cemento in platea, durante il comizio di Maduro. Il presidente denuncia pubblicamente le ruberie e il “bachaqueo” di quella produzione. Sentiti i mormorii in platea propone magari di cambiare esempio, ma i lavoratori chiedono di parlarne e alla fine rassicurano Maduro in questa battaglia:”…puoi contare su di noi..”. Gli operai, rassicurando Maduro, rispondono di no, e che per questa battaglia: “puoi contare su di noi..”. Si capisce che ci sono casi in cui il controllo operaio è stato incapace di impedire la delinquenza oppure il fallimento e crisi di alcune aziende. Tutto ciò chiama in causa il PSUV, al quale viene richiesto un salto di qualità, la verifica e la formazione dei quadri, il coinvolgimento delle masse e i passaggi democratici nella costruzione del programma e della politica. Lo stesso vale per i sindacati. Ciò è importante sia per non creare false aspettative sia per non incrementare l’incredulità verso l’efficacia di misure quali i CPT.
Il “tempo di recupero” ottenuto mediante la mediazione vaticana, non ferma l’aggressione internazionale e dell’oligarchia interna alla rivoluzione chavista. Come lo dimostrano i continui ostacoli alle operazioni finanziarie dello stato e dei privati, o la campagna di Argentina, Brasile e Paraguay per fare fuori il Venezuela dal Mercosur. Questo tempo supplementare va utilizzato elevando il coinvolgimento popolare nella gestione economica e sociale, e aumentando l’efficacia di questa partecipazione. Non sono consentiti ulteriori errori. La denuncia di Maduro dei casi di corruzione, di concezione burocratica, delle ruberie e dei traffici mafiosi, con il concorso di parte dell’apparato politico e amministrativo, ha generato delusione e malessere tra la popolazione. I CPT devono produrre risultati positivi in brevissimo tempo.

Fonte: controlacrisi.org

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