di Aldo Giannuli
Uno degli argomenti più ricorrenti a favore del Mattarellum che trova sorprendentemente consensi anche a sinistra e persino in ambienti M5s è quello per il quale in questo modo si elimina il fenomeno dei “nominati” senza ripristinare le aborrite preferenze. Per di più questo metodo avvicinerebbe l’eletto agli elettori. Vediamo nel merito di che si tratta. Il collegio uninominale maggioritario è nato nell’ottocento (a turno singolo come in Inghilterra o doppio come Francia) quando i partiti non esistevano e il parlamentare era il rappresentate del collegio e solo del collegio, o partiti erano solo “interni” al Parlamento e coincidevano con i gruppi parlamentari.
Ma con la nascita dei partiti, il discorso si è complicato, perché il parlamentare si è trovato ad avere un doppio riferimento: il collegio da una parte ed il partito dall’altro. Per qualche tempo, la nascita dei partiti si accompagnò ancora al collegio uninominale, ma questo sistema, per il suo carico di provincialismo, di notabilato, l’indisciplina dei parlamentari che rendeva faticose le crisi ministeriali, erano poco compatibili con il processo di modernizzazione.
Negli Usa il sistema presidenziale neutralizzò (almeno in parte) le spinte centrifughe dell’uninominale in parte condizionato dal modello bipartitico e dalle complesse procedure delle primarie. In Inghilterra si imposero man mano partiti dalla disciplina molto rigida ed una convenzione rispettatissima per la quale il passaggio da un partito all’altro comporta le dimissioni del parlamentare ed elezioni suppletive.
Ma nell’Europa continentale si affermò, dagli anni venti in poi, il sistema su lista che designava la prevalenza del partito sui parlamentari. Non era il mandato imperativo, ma pur sempre una forma di disciplina collettiva.
E la prevalenza del partito sugli eletti è tacitamente ribadita anche nei sistemi tornati all’uninominale (come in Francia), D’altra parte, se si vuole “sapere chi governerà per tutta la legislatura sin dalla sera dei risultati”, come diceva Renzi, non si può far altro che fondare il sistema sulla prevalenza dei partiti.
Questo è verissimo anche in Italia; facciamo qualche esempio. Un elettore M5s si trova davanti a questa scelta: o votare il M5s ed un candidato che neppure conosce, magari poco significativo oppure votare un celebre avvocato, onestissimo, bravo ma candidato dal Pd. E vice versa, uno del Pd si trova a scegliere fra un candidato orribile del suo partito ed un ottimo candidato del M5s. Uno di Forza Italia ha un candidato che non gli piace mentre gli piace molto quello di Rifondazione comunista. Secondo voi quale sarà la scelta?
Il punto è che se vuoi votare per quel partito devi sorbirti il candidato (o i candidati di lista bloccata) che il partito ti impone e non hai nessuna scelta. In questo l’uninominale è perfettamente identico alle liste bloccate dell’Italicum e non c’è ragione di preferire l’uno all’altro.
Ma, si obietterà, in alcuni partiti ci sono forme di primarie per scegliere il candidato, A parte il fatto che sulla genuinità dei risultati di queste votazioni “casalinghe” non assistite da nessuna garanzia legale mi permetterete di nutrire qualche dubbio, non è scritto da nessuna parte che il candidato che vinca le primarie sia gradito a tutto l’elettorato di quel partito, tanto più che si tratta di collegi piccoli in cui basta una manciata di voti.
Ad esempio, se in un collegio siciliano la mafia imponesse il suo candidato in un partito, la parte dell’elettorato anti mafioso si troverebbe esattamente nella condizione di prima: votare il partito preferito tenendosi il mafioso o votare un altro partito, magari molto distante dalle sue idee? Vice versa il proporzionale su lista con preferenza permetterebbe di votare il partito più vicino, scegliendo un candidato più accettabile.
Quindi, l’uninominale è un modo un po’ più garbato di imporre un Parlamento di nominati del tipo che abbiamo visto, con in più solo un po’ di aria di strapaese.
Nel periodo in cui fu in vigore il Mattarellum non si contarono i casi del candidati paracadutati da una regione all’altra all’ultimo momento, altro che far scegliere i cittadini ed avvicinare gli elettori agli eletti. E’ solo la truffa di sempre delle oligarchie nazionali.
Fonte: aldogiannuli.it
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.