di Giorgio Cremaschi
Subito dopo la condanna per la strage di Viareggio, il consiglio di amministrazione di Finmeccanica, cioè il governo italiano che quella società controlla, ha espresso piena fiducia in Mauro Moretti. Per questa gente una condanna per omicidio colposo plurimo è un normale incidente nell'attività di un top manager. E magari quelli che ora garantiscono la loro fiducia a un pregiudicato per reati gravissimi sono gli stessi che chiedono il licenziamento in tronco di un dipendente pubblico che non timbra il cartellino, prima ancora che siano condannate le sue violazioni.
È la doppia morale del sistema degli affari e dei suoi referenti politici e istituzionali, una doppia morale che inquina e devasta le nostre vite e la nostra democrazia, una doppia morale verso la quale non possiamo, non dobbiamo essere rassegnati o accomodanti.
È la doppia morale del sistema degli affari e dei suoi referenti politici e istituzionali, una doppia morale che inquina e devasta le nostre vite e la nostra democrazia, una doppia morale verso la quale non possiamo, non dobbiamo essere rassegnati o accomodanti.
Pochi giorni fa, di fronte a una folla che attorniava i familiari delle vittime della strage e che con il suo affetto sosteneva chi per più di sette anni si è battuto per avere giustizia, il tribunale di Lucca ha emesso la sua sentenza. Tutti i principali manager delle Ferrovie dello Stato sono stati condannati. Per molto meno di quanto chiedeva l'accusa, ma sono stati condannati.
Il treno bomba che il 29 giugno, deragliando ed esplodendo in stazione, diffuse una nube di fuoco che divorò la vita di 32 persone e distrusse la vita normale di tante altre, quel treno non è precipitato sull'ignara Viareggio per le imponderabili forze del destino, ma per colpe precise. Colpe dovute alla mancata prevenzione e all'assenza di elementari norme di sicurezza. Colpe dovute a un sistema che mette la salute e la vita delle persone ben dopo le ragioni del profitto.
Colpe che finora erano state negate nel nome della solita imprevedibilità dell'evento eccezionale. Colpe che invece vengono ora giudizialmente attribuite a Mauro Moretti, che aveva definito la strage uno spiacevole episodio, e agli altri manager. Sono colpevoli e devono pagare. Non dovrebbe cadere in prescrizione nulla della loro condanna, fino alla prigione. E il governo avrebbe il dovere di agire subito contro i suoi manager riconosciuti colpevoli: dovrebbe semplicemente licenziarli tutti.
Il licenziamento degli alti dirigenti sarebbe un segnale che anche nelle istituzioni si vuole davvero rompere la catena delle stragi finora impunite, dalla Moby Prince ai treni che si sono scontrati da poco in Puglia all'albergo di Rigopiano, un segnale che davvero si vuole fermare il massacro. Il potere politico dovrebbe gettare nel fango la categoria della tragica fatalità e fare sua quella della responsabilità che, nei disastri che uccidono in terra in mare in cielo sul lavoro, c'è sempre.
Umana responsabilità delle stragi, tanto più grave quanto è più forte il potere di chi potrebbe evitarle e non lo fa. Questo vuol dire la riconosciuta colpevolezza di Moretti e degli altri manager. In quell'aula a Lucca c'erano il coraggio e l'assoluta determinazione dei familiari delle vittime, che non hanno lasciato un minuto di questi anni senza pensare e agire per la giustizia, a volte inascoltati o allontanati, come dall'ex presidente Napolitano.
Quei familiari hanno saputo trasformare il loro tremendo dolore in lotta, non si sono mai arresi. E con loro c'è sempre stato Riccardo Antonini, tecnico delle ferrovie licenziato per infedeltà da Mauro Moretti, perché aveva messo le sue conoscenze a disposizione di chi aveva i propri cari bruciati vivi. Ora che Moretti è stato riconosciuto colpevole, le Ferrovie dello Stato dovrebbero a loro volta riconoscere che Antonini aveva fatto solo il proprio dovere di ferroviere e cittadino, scusarsi e reintegrarlo al lavoro.
Licenziare Moretti e riassumere Antonini, questo vorrebbe dire giustizia nei comportamenti delle nostre istituzioni. Invece al centro di quelle istituzioni stanno un governo e un potere politico ed economico ove prevale la loro doppia morale. Bisogna che, in ogni sede ove questi lanciano i loro ipocriti proclami su regole e rigore, d'ora in poi ci sia chi li interrompa con una sola parola: Moretti!
Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore
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