di Elena Camino
Proteste in città… Il 16 dicembre nella città di New York alcune dozzine di Nativi Americani e di loro sostenitori hanno inscenato delle proteste di fronte a quattro sedi di banche e hanno chiesto a Wells Fargo, Citibank e TD Bank di disinvestire le loro quote dal Progetto da 3,8 miliardi di dollari per costruzione dell’oleodotto Dakota Access. Le azioni sono state organizzate da un gruppo di Nativi Americani che hanno viaggiato da Standing Rock a New York portando con sé un tamburo sacro che risaliva ai tempi di Wounded Knee. Il gruppo ha bloccato il traffico per alcune ore.
Sierra Club è la più antica e grande organizzazione ambientale degli Stati Uniti. È stata fondata il 28 maggio 1892 a San Francisco in California da John Muir, che divenne il suo primo presidente. La Sierra Club ha centinaia di migliaia di soci sparsi in tutto il territorio degli Stati Uniti, ed è collegata con il Sierra Club in Canada.
Tra le iniziative di cui si fa promotrice in questo periodo vi è anche il sostegno ai ‘protettori dell’acqua’, che stanno manifestando contro la costruzione dell’oleodotto Dakota Access Pipeline.
Sul sito (http://www.sierraclub.org/) è riportata l’informazione (tratta da Democracy Now, che fornisce i dati più completi) che la maggiore banca della Norvegia, DNB, ha venduto le quote che deteneva (circa 3 milioni di dollari) nelle Compagnie implicate nell’affare da 3,8 miliardi di dollari del gasdotto Dakota Access, e sta considerando se ritirare i prestiti che ha fatto per finanziare il progetto (che corrispondono a circa il 10% del costo totale).
Sierra Club ha attivato una Campagna di raccolta firme, invitando il pubblico a chiedere alle grandi banche di disinvestire le quote di finanziamento al Dakota Access Pipeline
La petizione è indirizzata ai responsabili delle seguenti banche: Wells Fargo, BNP Paribas, SunTrust, The Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ, Mizuho, Citibank, TD Securities, Credit Agricole, Intesa SanPaolo, ING, Natixis, BayernLB, BBVA Securities, ICBC London, SMBC, Societe General
Il testo della petizione è il seguente:
"io sono fortemente contrario/a al vostro investimento nell’oleodotto Dakota Access. Si tratta di un’opera pericolosa e ingiusta, che minaccia la salute pubblica, le fonti idriche e le risorse culturali, e viola i sacri diritti sulla terra della tribù Sioux di Standing Rock.
Vi chiedo di chiarire se i fondi che avete investito vengono usati in qualche modo a sostenere la risposta pesantemente militarizzata nei confronti delle proteste in atto. Vi chiedo anche di rinunciare immediatamente a dare sostegno finanziario per la costruzione dell’oleodotto Dakota Access."
Intanto i manifestanti stazionano ancora a Standing Rock: una carrellata di foto illustra le dure condizioni di vita, ora che è sopraggiunto l’inverno.
Fonte: serenoregis.org
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