La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 7 ottobre 2016

I Pink Floyd scendono in campo contro la violenza di Israele a Gaza

di Fabrizio Salvatori 
I Pink Floyd si riuniscono per esprimere il loro sostegno alle donne della Gaza Freedom Flottilla. La notizia è arrivata con un post che Roger Waters ha pubblicato sulla sua pagina ufficiale di Facebook. "David Gilmour, Nick Mason e Roger Waters si uniscono per supportare le donne della Gaza Freedom Flottilla, e deplorano il loro arresto illegale e la loro detenzione, avvenuta in acque internazionali da parte dell'esercito Israeliano". Le forze di sicurezza israeliane ieri hanno bloccato la nave Zaytouna-Oliva della Freedom Flottilla giunta al porto di Ashdod, e arrestato tutte le donne che erano a bordo: 13 attiviste decise a raggiungere le coste di Gaza, per protestare contro il blocco imposto dalle autorita' esraeliane al traffico lungo tale tratto di costa per ragioni di sicurezza.
Presente a bordo peraltro anche la Premio Nobel per la pace Mairead Maguire, cosi' come riporta il 'The Times of Israel'. Una reunion dei Pink Floyd e' un fatto unico, mai avvenuto da quando la band si era sciolta definitivamente all'inizio degli anni Ottanta. La morte di Richard Wright, uno dei suoi membri fondatori, aveva dato una ragione in piu' a Gilmour, Waters e Mason per non ritrovarsi sul palco. A circa due ore dalla pubblicazione, il post ha gia' raggiunto oltre 2 mila like e quasi 400 condivisioni. 
Sull’arresto delle militanti della Freedom Flottilla c’è anche una nota della parlamentare europea Eleonora Forenza. “Il mio pieno supporto alle attiviste della Women's Boat to Gaza delle quali in queste ore non abbiamo più notizie certe, dopo che la loro nave è stata scortata dalla marina israeliana e loro pare siano in stato di fermo – Forenza, eurodeputata de L'Altra Europa - gruppo GUE/NGL - . Proprio in questo giorni come gruppo GUE/NGL abbiamo incontrato alcune attiviste della Flottilla da noi invitate a Strasburgo. Chiediamo all'Ue di attivarsi al più presto per riprendere i contatti con le donne, partite da Barcellona con la nave della Freedom Flotilla per denunciare il blocco imposto dal governo israeliano ai palestinesi di Gaza. Tutta la mia solidarietà alle attiviste e alla lotta del popolo palestinese. Stay human”. La missione, la quarta della coalizione internazionale della Freedom Flotilla per Gaza, era partita da Barcellona, aveva fatto sosta in Corsica e in Sicilia, dove aveva raccolto un vasto sostegno internazionale, e avrebbe dovuto arrivare al porto di Gaza ieri sera, mercoledì. Secondo i tweet della Women’s Boat to Gaza, la barca è stata circondata dalle forze navali israeliane, e il capitano, l’ex col. USA Ann Wright, è stato costretto a virare di bordo prima di entrare nelle acque di Gaza occupate da Israele. 
Le 13 attiviste sono state sequestrate dai soldati israeliani e verranno trattate come clandestine ed espulse. Come tutte le missioni della Freedom Flotilla, anche questa ha tentato di rompere l’assedio alla Striscia di Gaza, che dura ormai da 10 lunghi anni, cioè da quando, nel gennaio 2006, il movimento Hamas vinse regolari e democratiche elezioni. Israele impose il blocco totale alla Striscia per punire la popolazione palestinese per la scelta elettorale. Da allora, i Palestinesi gazawi vivono in una prigione a cielo aperto, la più grande al mondo, senza poter uscire dai propri confini, ridotti alla fame e a morire per le malattie e le ferite inflitte da ben tre guerre israeliane – Piombo Fuso, 2008-2009, Colonna di Nuvole, 2012, Margine Protettivo, 2014 – che provocarono migliaia di morti, feriti e disabili permanenti. Va sottolineato che, secondo le ultime statistiche ONU, l’80% della popolazione di-pende totalmente dagli aiuti umanitari e la disoccupazione ha superato il 43%.

Fonte: controlacrisi.org 

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