La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 3 ottobre 2016

Può la Russia imparare dalla vicenda del Brasile?

di Paul Craig Roberts e Michael Hudson
L’apertura finanziaria del Brasile ha fatto del Brasile un bersaglio facile da attaccare. Si potrebbe sperare che Putin abbia preso atto del costo della “apertura economica”. William Engdahl ha recentemente spiegato come Washington ha usato l’elite brasiliana corrotta, che prende ordini da Washington, per rimuovere la presidentessa del Brasile, Dilma Rousseff, regolarmente eletta per rappresentare il popolo brasiliano piuttosto che gli interessi di Washington. Incapaci di vedere oltre la propaganda che gonfiava accuse non provate, i brasiliani hanno accettato la destituzione della loro protettrice, fornendo al mondo un altro esempio della impotenza della democrazia.
Tutti dovrebbero leggere l’articolo di Engdahl. Egli riferisce che parte dell’attacco alla Rousseff prendeva le mosse da problemi economici del Brasile deliberatamente creati dalle agenzie di rating USA, come parte dell’attacco di Washington, per declassare il debito brasiliano con conseguente attacco alla moneta brasiliana, il real.
L’apertura finanziaria del Brasile ha fatto del Brasile un bersaglio facile da attaccare. Si potrebbe sperare che Putin abbia preso atto del costo della “apertura economica”. Putin è un leader attento e riflessivo, ma non è un economista. Ha fiducia nella neoliberista Elvira Nabiulina, scelta da Washington per dirigere la banca centrale russa. Nabiulina non ha familiarità con la Teoria Monetaria Moderna, e il suo impegno per l'”apertura economica” lascia l’economia russa esposta alle manovre destabilizzatrici di Washington, come il Brasile. Nabiulina ritiene che l’attacco al rublo sia dovuto a impersonali “forze del mercato globale”, non ai colpi finanziari di Washington.
Nabiulina, indottrinata e imbevuta di propaganda neoliberale, è essenzialmente una serva di Washington, non consapevole del suo ruolo di “utile idiota.” Lei si diletta agli applausi che riceve dal Consenso di Washington per lasciare l’economia russa esposta alle manipolazioni di Washington. Essendo una neoliberista, lei non capisce che la banca centrale della Russia può creare a costo zero il denaro con cui finanziare progetti produttivi in Russia. Invece, lei pensa che i soldi immessi nell’economia dalla banca centrale creino inflazione, mentre i soldi che entrano da fonti estere non siano inflattivi.
Il denaro è denaro, indipendentemente dal fatto che sia messo a disposizione dalla banca centrale o da creditori stranieri. Finché il denaro, qualunque sia la sua origine, viene utilizzato in modo produttivo, non crea inflazione.
C’è una grande differenza tra la moneta creata dalla banca centrale e il denaro creato da creditori stranieri. Il denaro prestato dalle banche estere in dollari o in euro deve essere rimborsato, con interesse, nella valuta estera in cui è stato prestato. Il denaro creato dalla banca centrale per finanziare progetti di infrastrutture pubbliche non deve essere rimborsato a nessuno, tanto meno con interesse, né in valuta estera guadagnata tramite esportazioni.
Il denaro acquisito tramite prestiti dall’estero comporta molti rischi. Il prestito può essere ritirato, facendo crollare un rublo liberamente scambiato. L’interesse che deve essere pagato è un salasso per le riserve in valuta estera della Russia. I prestiti esteri comportano anche un rischio di cambio, che aumenta con le sanzioni economiche. Se il rublo perde valore o è trascinato verso il basso con un attacco orchestrato, il costo in rubli del prestito straniero può aumentare drammaticamente.
Nessuno di questi rischi e costi è presente quando il denaro proviene dalla banca centrale. La funzione appropriata della banca centrale russa è di creare il denaro con cui finanziare progetti pubblici e di servire come prestatore di ultima istanza per le imprese russe private che non siano in grado di ottenere finanziamenti altrove. Questa funzione della banca centrale preserverebbe l’economia russa dalla destabilizzazione orchestrata.
E ‘un peccato per la Russia che Nabiulina e il primo ministro Dmitry Medvedev ritengano preferibile che il debito russo sia finanziato da stranieri ostili piuttosto che dalla banca centrale della Russia. Glazyev, unico tra i consiglieri di Putin, capisce questo. Sospettiamo che gli integrazionisti atlantisti mirino a far fuori Glazyev, sperando di integrare la Russia con l’Occidente a prescindere dai costi per la Russia. Questi russi “Adoratori dell’America” sono il più grande problema della Russia.
Per Washington, l’austerità neoliberista è in funzione di “solo esportazione” verso i paesi che Washington intende trasformare in colonie finanziariamente dipendenti. Con l’obiettivo di compiacere Washington, Nabiulina è impegnata in una farsa. I dollari e gli euro presi in prestito dall’estero non vanno ai mutuatari russi. La valuta estera presa a prestito è trattenuta dalla banca centrale. Nabiulina poi crea i rubli che finanziano i progetti. Non vi è alcuna ragione per prendere in prestito valute estere come sostegno per i rubli creati internamente. Indipendentemente dal fatto che la Russia prenda prestiti dall’estero, la banca centrale deve creare rubli con cui finanziare i progetti nazionali. Quindi non vi è alcun bisogno di prestiti esteri.
Un governo russo che non riesca a capire questo è in guai seri.

Articolo originale su www.counterpunch.org 
Traduzione dall’originale inglese di Leopoldo Salmaso
Fonte: Pressenza.com 

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