di Ted Glick
“Se la Clinton viene candidata e si arriva a una scelta tra la Clinton e Trump, in uno swing state* cioè in uno stato dove sarà importante il modo in cui si vota, voterei contro Trump, e, in base a un’aritmetica elementare questo significa che ci si chiude il naso e si vota per il Partito Democratico. Non penso ci sia nessuna altra scelta razionale. Astenersi dal votare per, diciamo, un candidato che preferite, un candidato di minoranza, equivale proprio a votare per Donald Trump, il che penso che sia una prospettiva devastante.”
– Noam Chomsky, a Democracy Now, 16 maggio 2016
Ho pensato a quello che ha detto Chomsky il mese scorso, quando stamattina ho visto un articolo della probabile candidata presidenziale del Partito Verde, Jill Stein.
Ecco che cosa ha dovuto da dire su quello che la gente dovrebbe fare se Bernie non ottiene la candidatura del Partito Democratico:
Ecco che cosa ha dovuto da dire su quello che la gente dovrebbe fare se Bernie non ottiene la candidatura del Partito Democratico:
“Se a Bernie viene negata la candidatura, non ignorate la probabilità che la nostra campagna Verde porti avanti il movimento per diventare una forza importante nell’elezione. Se i “millenials” (i ragazzi nati tra il 1980 e il 2000) indebitati decidono di farsi sentire, tenetevi forte perché potrebbe esserci una rivolta degli elettori che potrebbe arrivare lontano, forse fino alla Casa Bianca. Ecco la conclusione. La democrazia non ha bisogno di silenzio e paura. Ha bisogno di voci e di valori, e di una bussola morale. Questo è il momento di opporsi con il coraggio delle nostre convinzioni, mentre possiamo ancora farlo. I candidati appoggiati dalle grosse aziende non faranno questo per noi. Siamo quelli che ci si aspettava.”
Jill, quindi, crede di avere una probabilità di ottenere la presidenza. Sembra che pensi che il movimento di massa che Bernie ha costruito, o per lo meno i giovani che ne fanno parte, andranno ora dietro a lei. E si aspetta che avvenga, anche se c’è stato pochissimo appoggio di qualsiasi tipo da parte di Jill o del Partito nazionale Verde a Bernie, una cosa che personalmente li avevo esortati a fare in un articolo di 11 mesi fa. Un numero di membri individuali del Partito Verde, compreso me, hanno parlato esplicitamente a favore della campagna per Bernie, in cui sono stati anche attivi, al contrario del Partito Nazionale Verde e di Jill. E ora, a pochi giorni dalla fine delle primarie Democratiche, lei chiede alla gente di appoggiare Sanders.
Perché oltre 10 milioni di persone hanno votato per il socialista democratico Bernie Sanders negli scorsi mesi? Non soltanto per le sue idee e non soltanto perché è stato esplicito e coraggioso e ha esortato i suoi sostenitori a essere così. E’ anche perché ha avuto la credibilità di qualcuno ripetutamente eletto a una carica nei tre decenni scorsi, compreso avere avuto il 71% di voti nella campagna per la sua rielezione al Senato nel 2012. E’ anche perché, quando ha preso la decisione di candidarsi alla Presidenza, aveva già una lunga lista di centinaia di migliaia di donatori in tutto il paese, costruita in molti anni. Ed è perché ha avuto visibilità nazionale come risultato del suo lavoro e voti in appoggio ai suoi argomenti progressisti al Congresso in tutto quel tempo.
Mi dispiace, Jill, ma lei e il Partito Verde non avete nulla che si avvicini a quel curriculum e a quelle risorse. Lo dico in quanto persona che è stato un membro attivo del Parto Verde in New Jersey per 16 anni, candidato del PV al senato, talvolta leader del PV a vari livelli e persona che la ha appoggiata nel 2012. Le sue posizioni sui vari argomenti sono ottime e, i realtà sceglierei lei invece di Sanders quando si tratta delle vostre rispettive posizioni generali su detti argomenti. E senza dubbio lei è eloquente e, certamente, è stata coraggiosa a essere rimasta lì per tutti questi anni, combattendo una valida battaglia.
Definire, però, una scelta tra Donald Trump in confronto con Hillary Clinton come un’altra scelta tra “candidati delle grosse aziende” lascia davvero senza fiato.
Mettere allo stesso livello Donald Trump che è un sessista dichiarato, arrogante, sostenitore della violenza, negazionista rispetto al cambiamento del clima, bugiardo patologico, presunto uomo forte, a Hillary Clinton, non è soltanto sbagliato, è pericoloso.
Ecco l’approccio che penso che lei dovrebbe assumere, Jill. E’ una variante della posizione di Chomsky. E’ anche una cosa che ho esortato il Partito Verde a fare per oltre un decennio.
Ecco alcune delle cose che ho scritto riguardo questo nel giugno del 2003:
“Tutti sanno che nel 2004 un candidato del Partito Verde alla presidenza del paese non vincerà, ma una campagna presidenziale può contribuire a costruire il partito, a dargli visibilità, ad attirare nuovi membri, a mantenere o ottenere il voto segreto in molti stati. E se è riuscito a “strappare” il 5% o più del voto popolare, significherebbe milioni di dollari per costruire il partito che lo porti fino al 2008.
Il modo migliore di fare tutte queste cose è di incentrare esplicitamente la campagna soltanto in quegli ‘stati sicuri’ dove le storie passate di elezioni e i sondaggi attuali indicano che o il Repubblicano Bush o il candidato Democratico è molto probabile che vinca. Ricordiamoci che la nostra elezione presidenziale è, da un certo punto di vista, non un’elezione ‘nazionale’; sono 50 distinte elezioni di stati per scegliere i rappresentanti al collegio elettorale. Se fosse davvero un’elezione nazionale, Al Gore sarebbe stato eletto presidente nel 2000 anche con l’iniziativa criminale di Jeb Bush e di Katherine Harris di aver eliminato gli elettori legali dalle di elettori della Florida.
“Conducendo questo tipo di campagna elettorale nei 25-35 circa ‘stari sicuri’ quasi certi, i Verdi non possono essere accusati, per lo meno in buona fede, di essere candidati di disturbo per negare la presidenza ai Democratici.
In realtà, conducendo questa campagna, i Verdi e il loro candidati alla presidenza dicono senza mezzi termini che, sebbene i Repubblicani e i Democratici siano incerti, i Bushisti rappresentano un danno così specifico proprio in questo momento, che in seguito a questo abbiamo modificato la nostra campagna.
“Questo ci farà ottenere il rispetto di alcuni dei nostri alleati nel Partito Democratico che sono molto dalla nostra parte sui vari argomenti, ma, in parte a causa della natura del nostro sistema elettorale in cui il vincitore ottiene tutti i voti elettorali, non sono preparati a uscirne proprio ora. Potrebbe certo significare avere più voti da questi alleati per i candidati Verdi locali in stati dove questi competono.”
In modo specifico per il 2016, il Partito Verde dovrebbe annunciare che, a causa del grave pericolo che rappresenta Donald Trump, incentrerà la sua campagna elettorale negli stati dove o Trump o la Clinton sono molto avanti nei sondaggi, dove è molto probabile che non diventerà una lotta ravvicinata. In quegli stati il PV potrebbe portare avanti l’idea di “Non sprecate il vostro voto, votate per il candidato che è
allineato più da vicino ai vostri valori e alle vostre posizioni sui problemi.” Negli stati swing, negli stati quasi alla pari, il PT dovrebbe prendere la posizione che le persone dovrebbero votare secondo coscienza e riconoscere che ci sono dei buoni motivi per le persone di sinistra di (come dice Chomsky), “chiudervi il naso e votare per i Democratici.”
Purtroppo dubito che ci sia grande probabilità che Jill e il Partito Verde Nazionale potranno modificare questo corso di cose. Sembra che credano che la strategia per un cambiamento fondamentale, per la rivoluzione politica, per il potere al popolo sia costruire il Partito Verde. Punto. Soltanto creare il Partito Verde.
Senza dubbio il Partito Verde potrebbe essere parte di una massiccia alleanza di elettori e di forze politiche che ci servono se dobbiamo accumulare la forza politica e le risorse organizzative per avere una probabilità di vittoria – un’alleanza che sia letteralmente alla nostra portata per la campagna di Sanders. Il PV, non sarà però il benvenuto all’interno di quella alleanza se, per prima cosa fa poco per sostenere genuinamente i movimenti di massa progressisti come quello di Bernie perché avviene all’interno del Partito Democratico, e, secondo, se poi tenta di sostenere che è l’erede naturale alla guida di quel movimento in un momento in cui sembra probabile che Bernie non otterrà la nomination.
Il movimento di Bernie ha dimostrato a tutti noi che è arrivata l’ora per il potere al movimento del popolo. Ha mostrato che la strada verso questo sta nell’alleanza tra i Democratici progressisti e gli indipendenti, uniti dietro una solida piattaforma progressista su quegli argomenti. Questo è il tipo di movimento che noi dobbiamo continuare a costruire, sia che Bernie ottenga la nomination oppure no.
Il nostro compito più importante per il 2016 è la sconfitta di Donald Trump.
Ted Glick è stato attivo in organizzazioni che operano per un’alternativa ai partiti Democratico e Repubblicano fin dal 1975. Negli scorsi 12 anni ha incentrato la sua attività su un forte movimento per trattare la crisi del clima. Scritti passati e altre informazioni si possono trovare su http://tedglick.com
potete seguirlo su Twitter: http://twitter.com/jtglick
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/an-open-letter-to-jill-stein-defeat-trump-build-the-bernie-movement
Originale : Tedglick.com
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0
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