del Comitato per il No
Mercoledì alla camera il Comitato per il No ha presentato l’Osservatorio TV con il quale, fino al 4 dicembre, verrà monitorata la presenza nei tg nazionali delle ragioni del no. Si tratta, ha spiegato Roberto Zaccaria, della elaborazione sia di dati dell’Agcom (che hanno cadenza quindicinale) che di Mediamonitor, osservatorio indipendente del Dipartimento Comunicazione e Ricerca sociale dell’università La Sapienza, che invece produce indagini in tempi più rapidi ma con uno spettro più ridotto (prende in considerazione solo i principali tg della sera).
Dall’incrocio e dall’elaborazione di questi dati, emerge chiaramente il paradosso di una par condicio rispettata nella forma ma violata nella sostanza.
Infatti è vero che oggi si è a un sostanziale equilibrio nei tempi tra il sì e il no ma all’interno di questo schema al sì viene dato maggiore spazio nel tempo di parola, mentre il no prevale nel tempo di notizia: significa che i testimonial del sì possono parlare direttamente, mentre al fronte del no viene tutt’al più riservata una carrellata di immagini mentre parla il giornalista.
Ma il dato più clamoroso riguarda la eccessiva presenza del governo nei tg, con punte del 60 per cento.
Certo non è tutto tempo dedicato al referendum, ma si dà il caso che Renzi sia il principale testimonial del sì e, come ha ribadito il professor Pace, in questo momento esiste una stretta connessione nell’immaginario collettivo tra la presenza in tv del premier, la riforma costituzionale, la sua affermazione che si sarebbe dimesso in caso di vittoria del no ecc. Per questo, ha aggiunto Alfiero Grandi, «mentre critichiamo una riforma che punta all’uomo solo al comando, denunciamo una prepotenza che non è solo l’ultra presenza di Renzi in tv, ma anche un uso spregiudicato del potere».
In questo contesto appare «grottesca», per dirla con Vincenzo Vita, la circolare Rai del 4 ottobre che impedisce a tutti coloro che hanno sottoscritto appelli o preso posizione nel referendum di partecipare a trasmissioni di intrattenimento o culturali non riconducibili a testate giornalistiche: «Si tratta di una sorta di maccartismo in tredicesima che non trova alcun appiglio nella legge sulla par condicio. Speriamo che la Rai ci ripensi e ritiri questa circolare che impedisce la partecipazione a persone la cui unica colpa è quella di avere un’opinione politica, un diritto per altro tutelato dalla nostra Costituzione».
Il monitoraggio della presenza del no nei principali tg della sera continuerà nelle prossime settimane, con particolare attenzione all’ultima settimana, quella generalmente considerata decisiva. Ed è anche quella, va da sé, nella quale ogni squilibrio non potrà essere più riparato ed eventuali sanzioni varranno per i posteri.
Fonte: Il manifesto
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