La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 2 aprile 2016

La Cina sta già vivendo nel 2020

di Pepe Escobar
Consumata da miriadi di manifestazioni della sua crisi esistenziale, come al solito l’Occidente ha trascurato o sottovalutato il più grosso show nella politica cinese: le famose due sessioni della Conferenza Politica Consultiva del Popolo e il Congresso Nazionale del Popolo, il massimo organismo legislativo – concluso con l’approvazione del 13° Piano Quinquennale della Cina.
Il fatto principale è che il premier Li Keqiang sostiene che Pechino mira coraggiosamente a una crescita media di più del 6,5% all’anno dal 2016 al 2020 – basata sulla “innovazione”. Se riuscirà, per il 2020 non meno del 60% della crescita economica della Cina sarà venuto dai miglioramenti nella scienza e nella tecnologia.
Il Presidente Xi Jinping è stato anche più audace, promettendo di raddoppiare, entro il 2020 il PIL della Cina del 2010, insieme ai redditi dei residenti sia cittadini che rurali. Questo è il significato pratico del Sogno cinese, la politica ufficiale immensamente ambiziosa di Xi, e che si traduce attualmente in una vita abbastanza confortevole per tutti – quello che il PiccoloTimoniere Deng Xiaoping aveva promesso quasi mezzo secolo fa.
In campo economico, il futuro piano di azione di Pechino comprende: liberalizzare i tassi di interesse, mantenere stabile lo yuan (come in nessuna svalutazione spettacolare) e controllare efficacemente il flusso abnorme di capitale transnazionale. Affinché questo massiccio sforzo collettivo porti dei frutti, il premier Li è andato dritto al punto: è essenziale lavorare duramente. Questo si tradurrà in tolleranza zero per aver incasinato tutto e in “spazio per la punizione nei confronti di coloro che hanno fatto errori. Gli innovatori saranno generosamente ricompensati.
Il Sogno Cinese di Xi si sta ora incentrando sulla linea ferroviaria ad alta velocità. Il centesimo anniversario del Partito Comunista Cinese (CCP) nel 2021, è praticamente domani e da questo la corsa verso l’obiettivo dichiarato di costruire una moderna società capitalista. E, tuttavia, raddoppiare il PIL è un’impresa enorme quando si ha una popolazione che invecchia rapidamente, massiccia eccesso di proprietà immobiliari (ed è un eufemismo) e debito in aumento.
Ogni cosa dovrà essere perfettamente calibrata. Per esempio, la Cina ha usato più cemento tra il 2011 e il 2013 di quello che gli Stati Uniti avevano usato in tutto il 20° secolo, e un sacco di questo proprio per nulla. Come ha sottolineato Jia Kang, membro del Comitato Politico Consultivo: “il 6.5% è un fondo di ferro che non dovrebbe essere mai rotto…se la crescita rallenta e si avvicina al fondo, ci saranno politiche pro-crescita.”
Ecco a voi la Xieconomia
Anche se l’economia rallenta del 6,5% all’anno, si prevede che il PIL cinese raggiungerà i 25 trilioni di yuan (3,8 trilioni di dollari) in più nel 2020 rispetto al 2014; mettendolo in prospettiva, questo surplus corrisponde all’intero PIL della Germania.
Il Primo Ministro Li, in modo molto cinese, ha osservato che nel 2016, l’Anno della Scimmia, è obbligato a brandire il bastone con una fascia d’oro della mitica scimmia, per distruggere tutti gli ostacoli che potrebbero impedire a Pechino di raggiungere i suoi importanti obiettivi economici.
E così ecco a voi la Xieconomia. La Xieconomia succede alla Likoeconomia che implica che Xi e non Li, è il vero “pilota” delle riforme economiche cinesi, anche se è Li che ha un dottorato in economia dell’Università di Pechino.
Tutti in Cina parlano della Xieconomia dato che il Quotidiano del Popolo pubblica articoli che esaltano il pensiero economico di Xi Jinping. In pratica, questo vuol dire che Xi dirige il Gruppo Dirigenziale Centrale per l’Approfondimento della Riforma Comprensiva e il Gruppo Dirigenziale Centrale della Finanza e degli Affari Economici. In Cina, questi due organismi sono di solito presieduti dal Primo Ministro.
Il 13° Piano Quinquennale ha la forte impronta della Xieconomia. E’ fondamentale osservare che, prima che venisse scritta la versione finale, Liu He, il più importante assistente di Xi, era stato molto tempo al telefono con il Segretario del Tesoro degli Stati Uniti, Jacob Lew; hanno discusso ampiamente delle politiche di tasso di cambio della Cina.
Uno degli aspetti chiave della Xieconomia è che Pechino preferisce le fusioni e le acquisizioni imprese di proprietà statale invece della privatizzazione. Gli economisti la interpretano come se il potenziamento di Xi che del capitalismo di stato sfruttasse un sacco di mercati d’oltremare – molti dei quali vergini – per rimediare alla crescita domestica che rallenta.
E questo ci porta all’importanza cruciale delle Nuove Vie della Seta definite One Belt, One Road (OBOR) *, secondo la terminologia ufficiale cinese. Le imprese di proprietà statale svolgeranno un ruolo di importanza cruciale nell’OBOR che sarà essenzialmente di creare un’integrazione tra Europa e Asia per mezzo di un immenso emporio trans-euroasiatico.
L’OBOR è l’unico piano globale possibile di integrazione economica (non ci sono Piani B) che comporta il quasi trilione di investimenti futuri già annunciati. Il giugno scorso, la Banca della China per lo sviluppo ha annunciato che investirà la cifra straordinaria di 890 miliardi di dollari in oltre 900 progetti OBOR in 60 nazioni. E questo comprenderà una fondamentale linea ferroviaria ad alta velocità lunga 2.000 miglia che va dal Xinjiang a Teheran, e che è parte essenziale del crescente partenariato strategico tra China e Iran per l’energia, il commercio e gli affari. i dollari
In politica interna, la massima sfida di Pechino presumibilmente sarà la pacificazione del Xinjiang, un hub chiave dell’OBOR. C’è un tentativo di incoraggiare blocchi residenziali integrati, come ha sottolineato il Premier Li, avendo come obiettivo le città dove gli Uiguri e i Cinesi Han sono stati segregati fin dalle sommosse del 2009, specialmente a Urumqi, la capitale del Xinjiang. Gli studenti uiguri saranno anche incoraggiati a studiare nelle scuole cinesi Han. Se questo funzionerà, dipenderà in gran parte dai quadri provinciali che seguono strettamente le direttive di Pechino riguardo all’integrazione.
Tutto su Xi
Pechino sta sfacciatamente accrescendo il suo soft power**parallelamente al potere economico; all’apertura della Banca Asiatica di investimento per le infrastrutture (AIIB) che sarà fondamentale per molti progetti in tutto l’OBOR – fa da specchio l’istituzione di una Zona di Identificazione della Difesa Aerea (ADIZ) nel Mar Cinese orientale e ha messo il turbo per le attività di costruzione in parti del disputato Mar Cinese meridionale.
Non casualmente, la CIA sta inviando i suoi segnali, sottolineando che gli Stati Uniti si sentirebbero a disagio alla prospettiva che la Cina domini la sicurezza dell’Asia Centrale e Meridionale nel lungo termine.
Pechino non è precisamente preoccupata. Anche la riforma del PLA, l’Esercito Popolare di Liberazione sta progredendo, e dovrebbe essere completata nel 2020. La riforma, coordinata dalla Commissione Militare Centrale, fa affidamento su un migliore coordinamento tra le quattro Forze Armate per “vincere le guerre”, secondo lo stesso Xi.
Xi ha già annunciato che prima del 2017 il PLA verrà snellito di non meno di 300.000 posti ma conterà ancora su 2 milioni di truppe attive. Un altro obiettivo chiave è quello di sviluppare la Cina come potenza marittima – totalmente in grado di monitorare il traffico di superficie ed aereo in tutto il Mar Cinese Meridionale.
Per esempio, Pechino ha impiegato il potente sistema di difesa con missili terra-aria HQ-9 a Yongxing, nell’arcipelago Paracel – abitato da circa 1.000 cinesi fin dal 1956, ma ancora rivendicato anche dal Vietnam e da Taiwan. L’HQ-9 è in grado di trasformare enormi parti di territorio in zone di interdizione aerea. Soltanto l’F-22 Raptor e il bombardiere non visibile sui radar, B-2 Spirit possono operare in prossimità di un HQ-9 con relativa sicurezza.
Dietro queste riforme militari cinesi l’obiettivo non dichiarato è chiaro: le forze armate statunitensi è meglio che non accarezzino strane idee, non soltanto nel Mar Cinese Meridionale, ma anche in tutto il Pacifico occidentale.
La strategia della Cina di negazione dell’accesso a un’area è autorizzata. Dietro c’è Xi, ora largamente considerato anche a livello provinciale come il nucleo (hexin) di tutte queste riforme. Si parla di un consolidamento del potere alla velocità di un fulmine. Si parla molto di quando la Cina ospiterà il prossimo vertice G20 ad Hangzhou, a settembre. Il 13° Piano Quinquennale è stato appena approvato, ma la Cina sta già pensando al 2020 e ci vive nella sua immaginazione.

Questo pezzo è apparso la prima volta su Strategic-Culture.org
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale : Counterpunch
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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