di Sergio Cofferati
Questa settimana è caratterizzata da una nuova e molto importante attenzione sul tema del TTIP, cioè sul partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti che Stati Uniti e Unione Europea stanno negoziando da più di tre anni. Tale accordo non riguarderebbe solo le misure di accesso al mercato, ma anche altri temi fondamentali tra cui la protezione degli investimenti, gli appalti pubblici e le barriere non tariffarie, inclusi i requisiti ambientali, sociali e di sicurezza di prodotti e servizi.Pochi giorni fa Greenpeace ha reso pubbliche 248 pagine di documentinegoziali riservati che consentono di avere una visione chiara delle differenze tra la posizione dell'Unione Europea e quella degli Stati Uniti e degli enormi rischi per i diritti delle persone, per la protezione dell'ambiente e della salute e per l'autonomia e l'efficacia delle nostre democrazie.
I documenti pubblicati sollevano l'inaccettabile velo di segretezza imposto finora sulle trattative e confermano che l'impostazione del negoziato si basa più sull'ideologia mirante alla creazione ad ogni costo di zone di libero scambio, che sulla considerazione dell'interesse generale.
In base alla situazione determinata dalle posizioni negoziali contrapposte, risulta essere infatti impraticabile un percorso di progressiva armonizzazione verso l'alto della legislazione e delle normative delle due sponde dell'Atlantico. L'unico risultato possibile sarà invece quello di un accordo che "fa parti uguali tra disuguali", con risultati negativi assai gravi per i cittadini e il modello sociale e produttivo europeo. Basta fare due esempi per mettere in luce i pesantissimi rischi che sono connessi a questo negoziato. Un primo inaccettabile elemento in discussione è l'istituzione di un sistema di risoluzione delle controversie tra investitori esteri e stati parallelo rispetto alle normali procedure legali. La creazione di questo meccanismo costituirebbe un limite pesante all'autonomia dei processi decisionali democratici rispetto agli attori economici e rappresenterebbe una discriminazione evidente tra le imprese, a vantaggio di quelle estere. Un secondo elemento che mette in luce i potenziali gravi effetti negativi del TTIP è rappresentato dalla mancanza nella discussione di ogni riferimento al principio di precauzione, che permette alle autorità di prendere misure preventive rispetto a prodotti o processi potenzialmente pericolosi, per la salute o per l'ambiente.
I sospetti e i rischi legati alle trattative e al loro possibile risultato sono inoltre amplificati dalla assoluta e inaccettabile mancanza di trasparenza nella quale si conducono i negoziati, i cui documenti essenziali sono negati al pubblico. Oggi si terrà un'importante manifestazione a Roma contro il TTIP. L'Unione Europea deve difendere e migliorare diritti e condizioni materiali dei suoi cittadini e garantire standard ambientali, sociali e di sicurezza elevati. Per questo è importante opporsi in ogni sede a un negoziato condotto senza la necessaria trasparenza e di cui non s'intravede nessuna possibile soluzione positiva.
Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore
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